Italia Nostra

Data: 27 Febbraio 2012

Roma: lettera aperta al Commissario Straordinario Giuseppe Pecoraro

Gentile Commissario Straordinario, Prefetto Giuseppe Pecoraro,

Italia Nostra Roma considera “inquietante” quanto Lei ha esposto nella sua intervista a Repubblica di sabato scorso. Inquietante perché, condividendo ovviamente il proposito prioritario di risparmiare a Roma la crisi ed il calvario di Napoli, non condivide, in nessun modo, quanto Lei ha evocato (sterilità archeologica del sito di Corcolle) con chiarimenti rassicuranti dalle relazioni tecniche raccolte nelle ultime settimane e necessità di convocare d’urgenza la Conferenza dei Servizi in cui il caso di Corcolle viene indicato in priorità.

Anche i sampietrini sanno che su Roma e, in senso lato su tutto il Lazio, è in corso una battaglia all’ultimo sangue per ereditare la miniera d’oro rappresentata dall’uscita di scena annunciata del monopolio di Manlio Cerroni. Del resto, si sa che nella società contemporanea i rifiuti sono il business più succulento sulla tavola delle imprese. E’ così non solo in Italia e non solo per i rifiuti tal quale come da tutto il mondo industrializzato le cronache confermano.

Gentile Signor Prefetto avrà certamente notato che, in questa corsa alla successione della miniera d’oro romana, oltre a concorrenti conosciuti, campeggia su Corcolle la società Brixia, con sede a Coira in Svizzera di cui è in buona parte non decriptabile la sua composizione societaria. La Sua grande esperienza La porterà a confermare che in materia vi è un sopraggiungere di candidati di opaca notorietà dei quali è indispensabile accertare il passato spesso tumultuoso, imprenditori sotto il segno ubiquo del bosco e della riviera. E lo sa molto bene anche la Magistratura Contabile italiana che, dopo aver segnalato a livello nazionale la corruzione dilagante anche per i rifiuti, ha intenzionalmente ristretto, con una zoomata, il suo orizzonte sul caso del Lazio dove, il Presidente della Corte dei Conti del Lazio, Salvatore Nottola, in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario il 22 febbraio scorso, ha indicato la corruzione dilagante nel territorio di riferimento per i rifiuti e la sanità.

La Procura della Repubblica di Roma, su esposto di Urbano Barberini Sciarra – Comitato Salviamo Villa Adriana-, con dispaccio di Agenzia delle 17,35 del 23 febbraio 2012, per iniziativa del Procuratore Roberto Cucchiari e dei PM Palaia e Galanti, ha aperto un’inchiesta sull’istruttoria della Regione Lazio ipotizzando i reati di falso materiale ed ideologico. E’ attesa per il 7 marzo, sulla stessa materia, un pronunciamento del TAR del Lazio sul ricorso presentato a novembre 2011 da Italia Nostra Roma e dai cittadini di San Vittorino.

A Lei Signor Commissario Pecoraro, persona nota per la Sua misura e la Sua impegnata responsabilità, non sarà certo sfuggito che:

  • il gravissimo monito che viene da più parti scientifiche per il danno che una grande discarica tal quale, ancorché “temporanea all’italiana”, finirebbe con l’arrecare al rifornimento idrico della Capitale essendo la discarica adagiata su ben tre fossi di acque pubbliche nonché in prossimità della condotta dell’acqua antica Pia Marcia;
  • l’allarme del mondo culturale italiano ed internazionale per la prossimità con la Villa Adriana,
  • l’allarme per l’antica città di Pedum, ora Corcolle, e la compromissione dell’Agro Romano antico.

Il Consiglio Superiore per i Beni Culturali con mozione del 22 febbraio 2012 ha dichiarato: “… fin d’ora la propria contrarietà all’intervento e sottolinea l’assoluta necessità ed urgenza che tale progetto venga sottoposto all’esame degli organi tecnici del Ministero. …a tal fine invita l’amministrazione a reiterarne la richiesta ed invita il Ministero a vigilare. Nel merito il Consiglio ritiene infine che sia assolutamente improprio consentire un intervento lesivo di un patrimonio culturale e paesaggistico a valenza universale, annoverato tra i siti Unesco e come tale oggetto di un accordo internazionale che obbliga lo Stato italiano alla tutela e alla conservazione”.

Già nella prima decade di febbraio scorso è giunto un appello dall’Accademia di Francia alla Presidenza della Repubblica perché sia salvato dalla profanazione uno dei luoghi universali della cultura occidentale. Anche l’UNESCO ha manifestato a più riprese la sua preoccupazione e ha iscritto all’ordine del giorno della sua prossima Assemblea a San Pietroburgo l’ipotesi di “cancellare” Villa Adriana dai siti dell’UNESCO. Altre accademie di prestigio storico, italiane e straniere, si apprestano ad assumere posizioni ufficiali invocando il rispetto e la conservazione.

Italia Nostra Roma, inoltre, tiene a rammentarLe che il 16 settembre del 2011, parlando in una palestra a Castelverde, come risulta anche da un video pubblicato su youtube, il Sindaco di Roma ha espresso- per ragioni di tutela della salute e inviolabilità dei luoghi ad alto significato culturale e depositi di vestigia archeologica-, la propria contrarietà. Italia Nostra Roma Le segnala, infine, che non ha mai compreso per quale ragione nella notte tra il 6 e 7 ottobre del 2011 l’ ipotesi del sito di Allumiere, ex poligono militare, avanzata dal Ministero della Difesa di intesa con il Comune di Roma, sia misteriosamente scomparsa. Italia Nostra Roma e il Comitato Salviamo Villa Adriana Le rammentano che, proprio su alcune singolari omissioni dell’istruttoria, sta indagando in questi giorni la Procura della Repubblica.

Per tutte queste motivazioni che Italia Nostra Roma Le ha pacatamente esposto in questa lettera aperta, la convocazione della Conferenza dei Servizi, in tempi straordinariamente abbreviati, appare. oltre che un vero errore, anche una volontaria o meno ricerca del fatto compiuto sulla scelta di un sito che ha implicazioni e rischi altissimi.

Il Presidente di Italia Nostra Roma

Carlo Ripa di Meana

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