Italia Nostra

Data: 10 Marzo 2012

Rigassificatore Brindisi, fra abusi e irregolarità

Ecco la verità su un progetto dai tanti lati oscuri

L’annuncio della British Gas Italia di rinunciare alla costruzione del rigassificatore a Brindisi per ragioni da imputare – stando alle dichiarazioni dell’amministratore delegato Luca Manzella – ai “veti locali” e all’”immobilismo decisionale”, pare un ulteriore quanto goffo tentativo di influenzare l’opinione pubblica (e non solo) alla vigilia della conclusione di un processo penale in corso a Brindisi, anche a carico dei vertici dell’azienda energetica, su gravi reati di corruzione e occupazione abusiva dell’area demaniale per la realizzazione dell’impianto.

Non si tratta, dunque, di un “prolungarsi all’infinito del braccio di ferro con le autorità italiane” ma di dover rispondere di fronte alla legge italiana di abusi e irregolarità che hanno determinato la sospensione dell’autorizzazione, la riapertura della procedura di VIA, l’avvio di un procedimento penale, nonché la richiesta di confisca da parte del Pubblico Ministero, della “colmata” realizzata in mare a ridosso del centro abitato.

Quello progettato dalla British Gas a Brindisi è un impianto che, per la sua ubicazione a stretto ridosso del centro abitato, in un’area già dichiarata a elevato rischio ambientale e andando peraltro a pregiudicare lo sviluppo turistico e commerciale del porto, si è subito scontrato sia con le strenue opposizioni e giustissime rivendicazioni della popolazione più volte scesa massicciamente in piazza, sia con il corale e fermo “no” delle amministrazioni locali: non va dimenticato che il Comune, la Provincia di Brindisi e la Regione Puglia si sono ufficialmente pronunciati contro la realizzazione del terminale di rigassificazione nel porto di Brindisi.

Quindi, attribuire a presunti e generici “veti” che “ostacolano progetti strategici e sono il primo nemico per lo sviluppo dell’Italia” la – presunta e tendenziosa anch’essa – rinuncia a investire a Brindisi centinaia di milioni di euro, appare una tesi discutibile, fuorviante e destituita di quella verità storica che caratterizza da circa un decennio una vicenda complessa e tormentata per la comunità brindisina.

ITALIA NOSTRA – Ufficio stampa

Maria Grazia Vernuccio         cell. 335.1282864 – mariagrazia.vernuccio@gmail.com

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