La ferrovia è molto più di un mezzo di trasporto. È stata il collante di sviluppo di regioni emarginate, è stata il primo passo verso la modernità, è stata un’intelligente applicazione ecologica per il movimento collettivo delle merci e delle persone. È stata storia e memoria, vicende sociali ed economiche. È stata scuola di alta ingegneria e sapiente disegno di paesaggio. Il suo valore testimoniale e l’importanza del suo presidio territoriale, di qui al futuro, è superiore ad ogni meschina analisi finanziaria di esercizio. È vero, forse sui piccoli treni delle nostre linee secondarie non ci va più nessuno (ma tanto hanno fatto per scoraggiare i passeggeri), però non è come i translatlantici che tolti quelli il mare resta lo stesso. Se togli il treno togli un pezzo di territorio da strutturato, anzi infrastrutturato, e lo perdi per sempre come ci ricordano con rammarico tante ferrovie conservate ormai solo nelle pagine dei libri di foto in bianco e nero.
Anche questo è un libro. Un libro che non avremmo mai voluto scrivere e pubblicare perché sono pagine di rimossi e di rimpianti (6400 sono i km di ferrovie dismesse in Italia al 2012). Eppure c’è che crede che mantenere la nostra rete ferroviaria sia ancora cosa degna di un paese civile. E si vuole convincere gli altri.
Ferrovie delle meraviglie vuol essere un viaggio attraverso i colori della nostra penisola, le tonalità delle nostre isole. Con testi che raccontano in “ieri,un oggi e un domani” delle singole linee ferroviarie, nonché la passione che varie Associazioni donano alle stesse per infondere nuova linfa al territorio. Con immagini che descrivano “sentono” le peculiarità delle zone tratttate abbiamo stilato un primo,non esaustivo, censimento di alcune “linee ferroviarie dismesse”.
Con il vivo augurio che ciò possa trasmettere memoria orgoglio e motivazioni a Comunità e Paesaggi che non vorremmo perdere.
Buon viaggio,
Massimo Bottini