Italia Nostra

Data: 24 Gennaio 2013

Appello per gli scavi di Sibari sommersi dal fango

Italia Nostra aderisce all’appello sottoscritto da un gruppo di intellettuali e lanciato dal Quotidiano della Calabria per salvare gli scavi archeologici di Sibari attualmente sommersi dal fango per l’inondazione del fiume Crati.

L’area archeologica alluvionata, detta “Parco del Cavallo”, è stata scoperta dal nostro primo Presidente Umberto Zanotti Bianco nel corso di una breve campagna di scavi – durata solo 20 giorni – intorno al 1932. Quarant’anni dopo, le campagne di scavo sono state riprese proprio in quell’area, dimostrando quanto fosse fondata e meditata la tesi di Zanotti che proprio lì vi sorgesse l’antica città magno-greca di Sibari.

Dopo l’allarme del Quotidiano per gli scavi di Sibari parte un appello sottoscritto da decine di intellettuali

L’area archeologica è sommersa da acqua e fango dopo che l’argine del fiume Crati ha ceduto inondando un immenso patrimonio storico. E ora scatta una richiesta di intervento al presidente della Repubblica, al Governo e agli enti competenti, firmata da prestigiose personalità del mondo della cultura.

DOPO l’allarme lanciato dal Quotidiano per le condizioni in cui si trovano gli scavi archeologici di Sibari, sommersi dall’acqua e dal fango a causa di un cedimento degli argini del fiume Crati, un gruppo di intellettuali ha sottoscritto un appello al Presidente della Repubblica, al Presidente del Consiglio, al Ministro della Cultura e a tutti gli Enti competenti, per salvare il patrimonio culturale dell’area. Di seguito il testo integrale e le firme dei promotori. È possibile aderire all’iniziativa comunicando il proprio nome e cognome, la qualifica, la località in cui si esercita la professione, e un recapito mail all’indirizzo di posta elettronica: salviamosibari@finedit.com

Sibari è scomparsa sotto milioni di metri cubi di acqua e di fango a causa di un cedimento, le cui cause devono essere ancora accertate, degli argini del fiume Crati. Le idrovore stanno ancora pompando fuori dallo scavo di Parco del Cavallo l’acqua, ma il problema più grave sarà l’enorme quantità di fango che rimarrà sulle strutture e sugli strati antichi e che dovrà essere rimossa immediatamente, prima che abbia il tempo di solidificarsi e rendere tutte le operazioni di verifica dei danni, scavo, pulizia e restauro molto difficili o, addirittura, impossibili.

Chiediamo al Presidente della Repubblica, al Presidente del Consiglio, al Ministro della Cultura e a tutti gli Enti competenti di intervenire senza indugio per salvare le strutture antiche di un sito che è uno dei patrimoni culturali più importanti della Calabria, dell’Italia e di tutta l’umanità. Chiediamo che vengano destinati fondi e mezzi straordinari per la ripulitura, la messa in sicurezza ed il ripristino dello scavo archeologico.

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L’intero documento è a questo link: http://www.ilquotidianodellacalabria.it/news/iniziative/710460/Dopo-l-allarme-del-Quotidiano-per.html

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Approfondimenti:

Leggi l’articolo di Salvatore Settis “Sibari, molte verità nel fango degli scavi archeologici

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