Italia Nostra

Data: 23 Novembre 2013

Emergenza dissesto: basta promesse e parole

Emergenza dissesto: basta promesse e parole, lo stato intervenga con finanziamenti ingenti per la tutela di persone, territorio e centri storici

Il dramma della Sardegna, che si somma alle tragedie del messinese, della Liguria, della Toscana, della Calabria, del Veneto, e dell’ormai lunga catena di morti e distruzione che si sono susseguite in pochi anni in Italia, dimostra che occorre ripensare le priorità per il Paese e destinare ingenti risorse  alla messa in sicurezza del territorio e dei centri storici, la vera grande opera della quale il Paese ha urgentemente bisogno. I fatti dimostrano come, ad ogni sciagura, seguano dichiarazioni di intenti e promesse di politici e amministratori, di ogni parte politica, sulla necessità di mettere in sicurezza il territorio, di limitare la cementificazione del suolo, parole che, spenti i riflettori della cronaca, restano lettera morta. Si continua a parlare invece di opere che richiedono enormi finanziamenti pubblici  – Tav, nuove autostrade, discutibili grandi opere – mentre emerge, tragicamente, che la legge di stabilità destina solo 30 milioni per quest’anno e poco più di cento per i prossimi due.  Il finanziamento delle grandi opere dal CIPE non può prescindere dalle necessità di finanziare gli interventi di messa in sicurezza del territorio con investimenti e posti di lavoro così in interventi prioritari e sicuramente utili.

Italia Nostra, ufficio stampa | Maria Grazia Vernuccio cell. 335.1282864 | mariagrazia.vernuccio@gmail.com

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19.11.2013

Prime piogge e… l’Italia torna a franare e a contare ancora vittime

Appello al governo: la messa in sicurezza del territorio è la principale grande opera necessaria al Paese. Solo pochi giorni fa Italia Nostra insieme ad altre associazioni ambientaliste aveva lanciato l’allarme contro il nuovo PPR della Sardegna che apre la strada a nuove e dissennate concessioni edilizie in tutta la regione.

Enormi colate di cemento che, se non bloccate, metteranno ancora più a rischio un territorio già fragilissimo e ad altissimo rischio idrogeologico. Come se non bastasse il Governo, nella proposta di legge di Stabilità destina la modestissima somma di 30 milioni di euro per l’intero territorio nazionale. “Italia Nostra – dichiara il Presidente Marco Parini – ribadisce l’invito formulato al Governo circa l’assoluta necessità di destinare grandi investimenti alla messa in sicurezza del territorio nazionale anziché accrescere il rischio idrogeologico con nuove cementificazioni”.

In particolare, il disastro ambientale che sta colpendo la Sardegna, oltre ad evidenziare forti carenze Strutturali che, se affrontate per tempo, potevano probabilmente evitare le numerose vittime di questa tragedia, richiama la Regione Sardegna a considerare la difesa del suolo la vera emergenza regionale e ad attivare interventi sostanziali sotto il profilo idrogeologico per mettere in sicurezza l’intero territorio Sardo. Le ultime decisioni sul Piano Paesaggistico Regionale rappresentano invece l’ennesimo tentativo di occupare coste e aree agricole con nuove edificazioni che contribuiranno ad accrescere il rischio idrogeologico, oltre che proseguire nella distruzione del paesaggio.

In questi giorni, l’Assessore regionale all’urbanistica, impegnato a promuovere il nuovo PPR ci ha raccontato invece di grandi opportunità e di sviluppo senza compromettere il patrimonio naturale della Sardegna, di un’inesistente condivisione del processo di revisione del PPR da parte delle associazioni ambientaliste, spacciando per reale partecipazione la presenza di nostri rappresentanti ad alcuni incontri organizzati dalla Direzione della Pianificazione Urbanistica nei quali venivano fornite informazioni parziali e inesatte.

Il 10 ottobre 2013, nel corso di una di queste pseudo riunioni, alla precisa richiesta da parte di Italia Nostra di poter prendere visione delle nuove Norme tecniche di attuazione è stato risposto che non esistevano ancora, salvo approvarle solo 15 giorni dopo! Pensavamo fosse chiaro che un processo partecipativo imponga un percorso di discussione che metta in comunicazione attori e istituzioni al fine di ottenere la rappresentazione delle posizioni, degli interessi e dei bisogni di tutte le parti coinvolte, per giungere ad una soluzione mediata e il più possibile condivisa. Esattamente il contrario di quanto è avvenuto fino ad oggi su questa vicenda.

Nel rispetto del vigente quadro normativo e della Convenzione di Aarhus abbiamo chiesto a più riprese, fin dal 2010, di essere coinvolti in un serio percorso partecipativo, senza aver mai ricevuto risposta, salvo qualche atto – come l’approvazione delle linee guida da parte del Consiglio – conseguente alle nostre numerose segnalazioni sull’illegittimità del procedimento. Pensavamo che con la firma del disciplinare tecnico dello scorso marzo l’assessorato avesse scelto di rapportarsi correttamente con il MiBACT e con le associazioni portatrici di interessi diffusi, applicando finalmente l’art. 144 del Codice dei Beni culturali e del Paesaggio, ma tutto si è interrotto bruscamente il 25 ottobre u.s. Un’ulteriore conferma della grande confusione che ha caratterizzato l’intera procedura di revisione del PPR la troviamo nella risposta dell’Assessore, il quale scambia la Valutazione di Impatto Ambientale (che si applica alle opere civili e industriali e dopo l’elaborazione del progetto) con la Valutazione Ambientale Strategica (che interessa i Piani e i programmi e avviene contestualmente all’elaborazione del piano/programma).

Vogliamo ricordare ancora che la nostra richiesta del verbale dell’incontro del 10 ottobre è stata presentata nel corso stesso della riunione, ricevendo garanzie in tal senso dal Direttore Generale della Pianificazione Urbanistica Territoriale. Registriamo che a 5 settimane dall’incontro non abbiamo ricevuto alcun verbale nonostante il sollecito della settimana scorsa, inoltrato dopo oltre un mese. A tutto ci ha ormai abituati questa politica, tanto che non ci scandalizza più niente, neppure l’essere tacciati di dire falsità da un assessore all’urbanistica inquisito per “falso in atti pubblici”. Un falso, guarda caso, finalizzato all’esclusione del legittimo rappresentante delle associazioni ambientaliste dalla commissione paesaggistica.

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Italia Nostra, ufficio stampa | Maria Grazia Vernuccio cell. 335.1282864 | mariagrazia.vernuccio@gmail.com

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