Italia Nostra

Data: 10 Dicembre 2013

Rinnovabili e Capacity Payment

Italia Nostra: “Sì al comma 99 delle legge di stabilità. Paghi chi ha generato il fenomeno. Paghi chi fa super-profitti ingiustificabili sotto ogni profilo”. La potentissima lobby delle rinnovabili elettriche, invece, si è mobilitata per scaricare ulteriori costi sulle bollette degli italiani

L’emendamento alla legge di stabilità recentemente approvato in Senato, quel comma 99 che pone “parzialmente” a carico delle rinnovabili il “capacity payment”, è sottoposto a un violentissimo attacco con il dichiarato intento di sopprimere o modificare la norma. Si contesta che chi ha generato il fenomeno della sovrapproduzione di energia elettrica nel nostro Paese, con la conseguenza di dover anche “sovvenzionare” gli impianti a combustibili fossili fermi o in dismissione, possa contribuire in parte alla copertura di questo costo.

Italia Nostra non solo è d’accordo che del problema del capacity payment debba farsi carico chi lo ha cagionato (gli impianti di FER – Fonti ad Energia Rinnovabili non programmabili), ma che da un’equa tassazione degli extra profitti determinati dagli esagerati incentivi agli impianti industriali FER si possano ricavare le risorse, senza ulteriori oneri per la collettività, per condurre con ben maggiore efficacia la lotta all’emissione di gas clima alteranti. Tale tassazione andrebbe applicata alla fonte, da chi eroga tali incentivi (il GSE – Gestore dei Servizi Elettrici).

Il conto è presto fatto. Negli ultimi dodici mesi sono stati concessi a tali impianti, secondo il contatore GSE, oltre 11,2 miliardi di euro di incentivi diretti (previsti in netto aumento il prossimo anno), a cui vanno aggiunti ulteriori 1,2 miliardi di “agevolazioni implicite” (come le ha definite l’Autorità per l’Energia Elettrica nella sua relazione annuale). Il costo delle nuove reti elettriche necessarie a supportare questa energia elettrica così intermittente e, soprattutto, gli altri costi ancillari ingentissimi in gran parte compresi sotto la voce “oneri di dispacciamento” della bolletta elettrica (tra i quali si teme che sarà collocato presto anche il capacity payment) aggravano la spesa per almeno due miliardi ulteriori. Possiamo quindi stimare già ora un costo annuo complessivo per finanziare le FER elettriche (attenzione: solo le FER elettriche incentivate; l’idroelettrico delle grandi dighe, che fornisce gran parte dell’energia prodotta da rinnovabili in Italia, non lo è) nell’ordine di un punto percentuale del PIL. Tale costo, con i prossimi aumenti ed il capacity payment, l’anno prossimo potrebbe addirittura superare il prezzo corrente di mercato di tutta l’energia elettrica prodotta in Italia, compresa quella incentivata! Uno sforzo in nessun modo giustificabile per produrre meno del 15% dell’energia elettrica consumata in Italia.

Uno sforzo non giustificabile ma facilmente comprensibile. La non edificante spiegazione si ricava dal testo ministeriale della Nuova Strategia Energetica Nazionale (SEN) sottoposto un anno fa a pubblico dibattito dal Governo Monti: “spesso le associazioni di settore italiane svolgono azioni di lobby nei confronti di soggetti comunitari, creando situazioni di promozione di interessi di settore a scapito dell’interesse generale del Paese”.

E’ ormai giunto il momento che tali azioni “a scapito dell’interesse generale del Paese” cessino di essere coronate da successo.

Il comma 99 del maxiemendamento al ddl Stabilità può essere un primo segnale per interrompere questa tendenza degenerativa. Una congrua tassazione degli extra profitti delle FER elettriche rappresenterebbe invece una decisa svolta verso una nuova politica energetica più razionale.

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Italia Nostra, ufficio stampa | Maria Grazia Vernuccio cell. 335.1282864 | mariagrazia.vernuccio@gmail.com

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