Italia Nostra

Data: 2 Luglio 2014

Apuane ancora a rischio con il nuovo piano paesaggistico della Toscana

Mai rispettate ad oggi le leggi di salvaguardia e la riapertura delle cave distruggerà le aree protette

Italia Nostra si compiace dell’approvazione del Piano Paesaggistico della Toscana, ma attende di leggere la versione integrale per esprimere le sue osservazioni. Fin da ora però manifesta preoccupazione e gravi riserve sulla questione Apuane. In particolare, riguardo alle dichiarazioni del Presidente Rossi sulla salvaguardia delle vette e delle creste delle Apuane oltre i 1200 metri, Italia Nostra fa notare che un ordine del giorno del Consiglio del 24 luglio 1997, elaborato a latere della legge istitutiva del parco delle Alpi Apuane (L.R. 65/97) aveva introdotto un decalogo di prescrizioni in 6 punti (mai rispettate), che si proponevano di tutelare le montagne, l’habitat, l’acqua, le cavità carsiche ecc. Ebbene, al primo punto troviamo scritto: “Le modifiche morfologiche introdotte dalla coltivazione non devono alterare le linee di crinale e di vetta”. Tale prescrizione, non solo non è stata mai osservata, come è evidente agli occhi di tutti, ma il Direttore del Parco delle Alpi Apuane, Antonio Bartelletti, ha scritto nel 2010 che i contenuti dell’Ordine del giorno sono stati considerati “in termini soltanto orientativi”… (continua a leggere)

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Apuane, no a un piano paesaggistico piegato agli interessi economici (news del 27 giugno 2014)

Italia Nostra: “Lo scempio delle Alpi è inaccettabile. La politica promuova sviluppo sostenibile non distruzione”. Martedì in Consiglio regionale toscano l’approvazione del piano paesaggistico che consente riaperture di cave chiuse da 20 anni. Nel frattempo Italia Nostra denuncia alla UE la regione Toscana e il ministero dell’Ambiente per violazioni delle leggi europee nelle aree protette

Gli interessi speculativi sulle cave nelle Alpi Apuane rischiano di distruggere per sempre un bene identitario culturale di tutta la Nazione. Martedì prossimo, 1° luglio il Consiglio regionale della Toscana si appresta a votare un piano paesaggistico che, stravolto dalla politica su pressione dei concessionari di cava rispetto all’impianto originario, prevede la riapertura e la riattivazione di cave di marmo chiuse da oltre 20 anni. Le pressioni delle lobby economiche sulla politica, agendo sempre con l’arma del ricatto dei posti di lavoro a rischio, aggraveranno una situazione già fortemente compressa quale è quella che si presenta oggi nel Parco delle Apuane dove si agisce da anni e, se approvato il nuovo piano paesaggistico, si continuerà ad agire ancora in violazione delle norme italiane ed europee sulle aree protette. Le escavazioni, infatti, sono autorizzate indipendentemente dall’altitudine (ci sono cave a 1.700 metri slm), dalla posizione del sito (cave di crinale, cave in diretta corrispondenza con le sorgenti) e dalle peculiarità dell’habitat (circhi e formazioni glaciali, endemismi e taxa particolari). E tutto questo è aggravato dalla normativa vigente che permette un altro business gigantesco: per ogni tonnellata di marmo in blocchi se ne possono togliere tre di scaglie e polvere per utilizzarlo come sbiancante nei dentifrici, nella colla per piastrelle, nelle creme… (continua a leggere)

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