Italia Nostra

Data: 5 Febbraio 2016

Italia Nostra Vulture Alto Bradano: Melfi e l’eolico

La città di Melfi stanzia i fondi ricevuti dall’eolico, 790.000 Euro, per “la riqualificazione energetica ed edilizia delle abitazioni private”:  ai comuni viene riconosciuta per legge, da parte delle aziende eoliche, la “faraonica” percentuale del 3% sugli introiti annui derivanti dalle maxipale eoliche. Qualche sindaco riesce a contrattare somme maggiori, ma sempre percentuali irrisorie, da utilizzare esclusivamente per  opere di compensazione ambientale. E dunque l’Amministrazione di Melfi ha indirizzato i fondi secondo le indicazioni della legge. Ma ci abbiamo proprio guadagnato? Davvero il popolo lucano ci guadagna in cambio della “modifica che il territorio sta subendo per l’insediamento di questi impianti”?

“Modifica” e “subendo” sono le parole usate dai nostri rappresentanti. Modifica è un vezzoso eufemismo per edulcorare lo scempio del Paesaggio che è sotto gli occhi di tutti, subendo è solo un quarto di verità, dato che ogni amministrazione ha il potere di opporvisi e non lo esercita a dovere solo per propria scelta. Già, ma perché opporsi? Qualcuno dice che sarebbe un peccato perdere “l’elargizione” che gli eolici ci fanno. In realtà l’elargizione la fa il Governo agli eolici con gli incentivi che poi scarica sulla nostra bolletta, ed è facile calcolare quanto intascano loro partendo dalla percentuale, il famoso piatto di lenticchie, che lasciano ai comuni, solo per i grandi impianti. In Italia abbiamo incentivato 9.000 MW di eolico tramite 7.000 grandi torri! Ma non sarebbe meglio che lo Stato desse tutto il pentolone, oggi destinato al lucro degli eolici, direttamente ai cittadini per finanziare la riqualificazione energetica e tantissimi micro (davvero micro) impianti per autoproduzione di energia (ma davvero auto…)?

Parliamo solo dell’elargizione per i grandi impianti, perché per quelli che spudoratamente la nostra Regione chiama “mini” o addirittura “micro” neppure le briciole lasciano. Comunque vogliamo chiamarli, sono strutture di decine di metri di altezza, rumorose, accecanti con il fenomeno dello Shadow Flickering e pericolose in caso di distacco di frammenti di pala o di pezzetti di ghiaccio dalle stesse,alla stessa  stregua dei grandi impianti. Solo che quelli di potenza sotto i 200 kw, per decisione regionale, sono installabili a piacimento senza dover rispettare adeguate distanze da case, strade e luoghi di pregio paesaggistico e monumentale. Possiamo pretendere che si ponga un immediato stop a questo tipo di costruzioni fino a quando sarà approvato per legge un apposito regolamento? Possiamo pretendere che questo avvenga prima che, solo per il contingente previsto per gli anni 2012,2013 e 2014, la nostra Basilicata, a parte i grandi impianti, sia impalata con ben 333 “micro e mini” gingilli? Trecentotrentatre, su un totale di 569 previsto per tutta Italia! Cioè solo in Basilicata il 60% rispetto alla somma di quanti stanno per essere installati in tutta Italia! E, solo per il 2013, tanto per fare un esempio, sono in attesa, in caso di ulteriore finanziamento, altre 194 “mini” tutte per noi, su un totale di 347. Ma perché questo “privilegio”? E, parlando di “privilegi” e giusto per comprendere meglio la situazione lucana, per esempio, a san Nicola di Melfi, come contorno a stabilimenti agroalimentari, vorrebbero porre discariche per trattare quasi 500.000 tonnellate di rifiuti organici a fronte dei 19.000 prodotti in tutta la Basilicata!

Per non parlare del micidiale progetto di distruggere 230 ettari di fertile terra fra Banzi e Palazzo per piazzare una distesa di specchi e farne una centrale solare termodinamica. Ed ancora le distese di pannelli fotovoltaici a terra che già abbiamo. E il petrolio,con le promesse di neppure una goccia in più da estrarre,quando il potere decisionale ci è stato sottratto dallo sblocca Italia che se lo leggeste bene potreste chiamare sfascia Italia…e il bavaglio alle Soprintendenze con l’imposizione di termini per i pareri, oltre i quali la richiesta ( per fare le belle opere di cui sopra) si intende accolta!E tutto questo accorpando le Soprintendenze in una sola,con cronica carenza di personale e mezzi,ponendole nell’impossibilità di rispettare i termini,penalizzando così tutto il territorio lucano e Matera in particolare. Come non essere pessimisti, pur non smettendo di lottare? Ma possibile che la speculazione ritenga che in Italia tutto si possa e che, soprattutto in Basilicata, tutto si possa? E chi, e quali leggi, e quali assenze di leggi, e quali comportamenti, fanno ritenere alla speculazione che tutto si possa? E’ possibile che l’Italia tutta e la Basilicata in particolare abbiano avuto il dono di avere splendidi figli di nome Paesaggio, Storia, Cultura, Cibo, Terra, Acqua, Cielo, Tradizione, Mare, e che, invece di amarli, rispettarli e valorizzarli, li inducano alla prostituzione a favore di ogni sorta di colonizzatori?

Vitantonio Iacoviello – Presidente sezione Vulture Alto Bradano di Italia Nostra

Articolo pubblicato il 5 feb. 2016 su Il Quotidiano di Basilicata e la Gazzetta del Mezzogiorno

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