Italia Nostra

Data: 19 Maggio 2016

Italia Nostra segnala al Governo, nell’ambito del progetto di recupero dei luoghi culturali dimenticati, la torre di Bosco Minniti

Acerra e Maiolino: “La Torre considerarsi è da considerarsi fra le più antiche risalenti al secolo XIV”

La sezione siracusana d’Italia Nostra ha segnalato, tramite una mail inviata all’indirizzo bellezza@governo.it  la Torre di Bosco Minniti nell’ambito del progetto, voluto dal Governo Italiano, per recuperare i luoghi culturali dimenticati da poter restaurare con la somma di 150 milioni di euro.

“Italia Nostra – dichiarano Lucia Acerra e Alessandro Maiolino, rispettivamente presidente e socio di Italia nostra Siracusa – ha colto l’occasione dell’iniziativa promossa dal Governo nazionale per cercare di puntare i riflettori su un monumento poco conosciuto in città e che versa in una condizione di estremo degrado. Si tratta della Torre di Bosco Minniti, una torre di avvistamento di epoca medievale risparmiata dalle ruspe negli anni della foga edilizia, e inglobata nel cortile di un condominio. Faceva parte del numeroso gruppo delle torri costiere disseminate lungo la zona litoranea per segnalare le incursioni delle navi corsare. Queste erano, in prevalenza, torri di avvistamento dette “torrispecula” custodite da guardiani armati che avvertivano del pericolo col suono di “buccine”. La torre di Bosco Minniti aveva funzione segnaletica e distava dal mare circa 1 km e comunicava con le altre con segnali di fumo durante il giorno e di fuoco nella notte. Può considerarsi una delle più antiche, risalenti al secolo XIV con peculiarità stilistica affine a Palazzo Montalto e a coevi edifici Chiaramontani. La sua struttura architettonica è di estrema semplicità: severa massa cubica, chiusa dentro con una cinta muraria di perfetta struttura, misura metri 6.70 x 5,80, altezza non va oltre i 6 metri.

La torre è composta da un archivolto ogivale a doppia modonatura che racchiude il portale e si conclude all’imposta dell’arco con una piccola voluta. In alto, al centro della facciata vi è un piccolo rosone a cinque fori disposti in croce con tracce di un ulteriore elemento lapideo inserito nel parlamento murario eroso in vari punti. Le merlature angolari a tra gradoni segnano la linea ascensionale dei quattro cantonali. L’interno è costituto da un vano chiuso da una poderosa volta a botte, solido supporto al terrazzo, al quale si accedeva da una scala a pioli appoggiata ad una botola che all’occorrenza fungeva da caditoia per colpire i possibili assalitori. Severe monofore fortemente strombate davano luce all’interno, mentre le aperture poste in ogni lato del terrazzo, lungo i parapetto di coronamento, garantivano punti di osservazione protetti”.

Ricorda la professoressa Lucia Acerra che negli anni 90 la torre, sconosciuta ai più, venne studiata dagli alunni della scuola media “G. Mazzini”, nell’ambito del progetto “La scuola adotta un monumento”, affidato dalla fondazione Napoli99 a Italia Nostra.

“Ci auguriamo – concludono Lucia Acerra e Alessandro Maiolino – che finalmente grazie a questa segnalazione la torre possa essere restaurata e resa fruibile con un accesso indipendente, infatti, attualmente per poterla visitare occorre avere il permesso dei condomini dei complessi all0intenro dei quali è venuta a trovasi per una dissennata autorizzazione edilizia”.

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