Italia Nostra

Data: 20 Gennaio 2017

Salvare il Palazzo Sirena di Francavilla al Mare dalla demolizione e restituirlo alla sua funzione sociale

L’attuale Palazzo Sirena è stato ricostruito nel secondo dopoguerra sullo stesso sito dell’originario Kursaal ottocentesco , su disegno tardo razionalista dall’ingegnere Vittorio Ricci, proprio per riconfermare la continuità della funzione aggregativa e rappresentativa che quell’organismo svolgeva, divenendo nella percezione popolare un vero e proprio simbolo della ripartenza, dopo le distruzioni belliche, dell’intero centro cittadino, come molti documenti dell’epoca attestano.  L’edificio ha poi svolto effettivamente, con continuità , il ruolo di centro propulsore e di riferimento vitale dello sviluppo sociale e urbanistico di Francavilla al Mare. Per decenni la struttura, gestita prima dalla locale Azienda di Soggiorno e poi dal Comune, ha ospitato iniziative di rilievo che hanno caratterizzato la vita sociale, culturale e mondana della località turistica, facendole vivere nei momenti del suo sviluppo e nella trasformazione del centro all’interno del sistema di relazioni territoriali che si modificava; lo ha accompagnato, pur con i  caratteri contraddittori ed incontrollati dei suoi assetti urbanistici, costituendo sempre (con pochi altri elementi urbani) uno dei capisaldi della sua struttura insediatava.
Negli anni ’90, l’edificio è stato ampliato sul fronte mare, a seguito di un concorso di idee, e ha assunto l’attuale composita conformazione. Gli anni più recenti  sono purtroppo stati caratterizzati da sottoutilizzazione, trascuratezza e abbandono.

L’attuale amministrazione comunale ha reiteratamente espresso la volontà di demolire la parte originaria del Palazzo – oggi  in uno stato di degrado che, tuttavia, non vede compromessa  la sua stabilità –  al fine di ampliare la piazza  antistante. A riguardo è si sviluppata da tempo  un’animata discussione, favorita soprattutto dal comitato cittadino Risorgi Sirena, dibattito che assume però oggi una valenza che va ben oltre la dimensione locale, supera i confini comunali di Francavilla e assume, per il merito e il senso dell’intervento che ci si accinge a realizzare, un valore emblematico per la cultura regionale mentre si registrano, in sede di dibattito nazionale, qualificate posizioni sempre più allarmate sulle difficoltà di difendere le testimonianze della città novecentesca, di fronte all’attenuarsi degli strumenti ,anche normativi, per la sua salvaguardia.

A nostro avviso il Palazzo Sirena non va demolito. Esso va riconosciuto quale elemento significativo del Patrimonio Architettonico della nostra regione, un bene culturale, testimonianza materiale con valore di civiltà e, in senso ancor più ampio, quale bene comune; un Patrimonio che va al più presto riconosciuto e tutelato nei numerosi esempi che le nostre realtà urbane presentano e di cui Palazzo Sirena è  importante esempio.

Italia Nostra e i sottoscrittori del presente appello ritengono che l’edificio, la sua collocazione nel paesaggio litoraneo, il rapporto con il contesto edificato,  costituiscano elementi significativi di identità urbana, e che, per l’interazione fra comunità e luogo realizzata negli anni della sua piena attività, tale manufatto rappresenti un’eredità culturale da non cancellare e da trasmettere alle generazioni  future. Esso è uno degli episodi architettonici cittadini   riconosciuti , dotati di qualità  e portatori della comune storia  ai quali ancorare  l’opportuno ripensamento del tessuto urbano, nel quale introdurre gerarchie e relazioni, dopo la fase dell’espansione indistinta. Da problema esso può diventare risorsa.

E’ possibile, infatti, recuperare l’edificio  in coerenza con le sue caratteristiche più peculiari, con  destinazioni funzionali attuali, mediante  interventi volti ad una nuova significazione delle sue articolazioni spaziali; si potrà  così restituire alla città una importante testimonianza storico architettonica e, nello stesso tempo,  mantenere e consolidare il senso di appartenenza e coesione sociale sempre più minati dai processi di frammentazione e omologazione sociale in corso.

Pertanto, Italia Nostra e i sottoscrittori dell’appello:

  • invitano la Soprintendenza all’Archeologia, Belle Arti e Paesaggio dell’Abruzzo a procedere con tempestività al riconoscimento dell’interesse culturale del Palazzo Sirena , coerentemente con il ruolo istituzionale che l’organismo di tutela del patrimonio storico artistico è chiamato a svolgere;
  • sollecitano il Sindaco e il Consiglio Comunale di Francavilla perché sia scongiurata la demolizione dell’edificio e sia realizzato un progetto di conservazione/trasformazione innovativa del manufatto che restituisca ai cittadini una struttura pubblica rinnovata, più funzionale e  rappresentativa della sua identità sociale.

 

La presidente della sezione I.N. di Chieti                                                   Il presidente della sezione I.N. di Pescara

Giancarla Armidi                                                                                                        Domenico Valente

Hanno aderito all’Appello:

  • Adriana Gandolfi, antropologa
  • Adriano Ghisetti, Professore Ordin. di Storia dell’architettura, Università “ G. D’Annunzio”, Chieti – Pescara
  • Alessandra Broccolini, Professore di Antropologia Culturale, Università “La Sapienza”, Roma
  • Antonello Alici, Architetto, Università Politecnica delle Marche
  • Carlo Fonzi, Presidente dell’Istituto Abruzzese per la Storia della Resistenza e dell’Italia contemporanea
  • Carlo Pozzi, Professore Ordinario di Composizione architettonica e urbana, Università G. D’Annunzio, Chieti – Pescara
  • Claudio Varagnoli, Professore Ordinario di Restauro, Università “G. D’Annunzio”, Chieti – Pescara
  • Costantino Felice, storico, già Professore di Storia Economica, Università “G .D’Annunzio”, Chieti – Pescara
  • Eide Spedicato Iengo, Professore di Sociologia, Università “G. D’Annunzio”, Chieti – Pescara
  • Emiliano Giancristofaro, etnologo, già Presidente regionale di Italia Nostra Abruzzo
  • Enzo Fimiani, storico, Direttore della Biblioteca dell’Università “G. D’Annunzio”, Chieti – Pescara
  • Gentucca Canella, Professore di Composizione architettonica e urbana, Politecnico di Torino
  • Giovanni D’Alessandro, scrittore
  • Giulio De Collibus, Vice Presidente dell’Archeoclub d’Italia
  • Guido Alferj, Giornalista, già Direttore de “Il Messaggero” ed. Abruzzo
  • Lia Giancristofaro, Professore di Antropologia Culturale, Università “G. D’Annunzio”, Chieti – Pescara e Direttore della “Rivista Abruzzese”
  • Marco Fumo, musicista, già Docente Conservatorio di Musica “L. D’Annunzio” – Pescara
  • Maria Rosaria La Morgia, giornalista
  • Mario Centofanti, Professore di Restauro architettonico, Università degli Studi dell’Aquila
  • Massimo Palladini, Vice Presidente Regionale Abruzzo e Molise dell’I.N.U.
  • Nerio Rosa, critico d’arte, già Preside del Liceo Artistico di Teramo
  • Paola De Sanctis Ricciardone, antropologa, Università di Cosenza
  • Paolo Muzi, Presidente regionale Italia Nostra Abruzzo
  • Raffaele Colapietra, storico, già Docente presso l’Università degli Studi di Salerno
  • Raffaele Giannantonio, Professore di Storia dell’Architettura, Università “G. D’Annunzio”, Chieti – Pescara
  • Walter Capezzali, Presidente della Deputazione Abruzzese di Storia Patria

 

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