“La nostra città mette periodicamente alla prova i suoi abitanti, chiedendo loro di offrire una testimonianza di civiltà e di confermare, al passo con i tempi, l’identità culturale dei luoghi della loro convivenza ed il senso di appartenenza a questa comunità. La nostra stessa Sezione, rinata proprio in seguito al terremoto, è un piccolo esempio di risposta a questo appello: sensibili per vocazione ai temi della salvaguardia e della tutela del patrimonio culturale, era infatti impensabile per molti di noi rimanere indifferenti ed inattivi di fronte a questa prova.
Oggi, dopo l’abbandono iniziale, la ricostruzione del centro storico è definitivamente avviata, nel bene e nel male, e le linee di tendenza di questa ricostruzione sono ormai chiaramente individuabili e, forse, temiamo, difficilmente modificabili. Noi vogliamo giudicare la qualità di quanto già fatto dal nostro punto di vista, al quale, speriamo, possa essere attribuito quel minimo di autorevolezza che deriva alla nostra Associazione dall’aver compiuto in questo anno 2015 sessanta anni di impegno nella difesa del patrimonio italiano, ed alla nostra Sezione da oltre cinquanta anni di vita.
Questo piccolo “dossier” e l’incontro del 25 novembre a cui esso è stato preliminare, sono due modesti, incompleti ed ancora parziali contributi alla precedente domanda di fondo: L’Aquila “bella” o L’Aquila “nuova”?, ora da limitare coerentemente al solo centro storico, perché la periferia è forse perduta, se non investita da volontà e finanziamenti impensabili nell’attuale situazione”.
Paolo Muzi
Presidente Italia Nostra Abruzzo e Sezione de L’Aquila