Italia Nostra

Data: 6 Marzo 2017

Lettera ai Comuni: “Salento Riciclo srl”

La Sezione di Sud Salento ha inviato una lettera ai Comuni di Galatina, Galatone, Aradeo e Seclì in relazione al procedimento di V.I.A. per la costruzione di compostaggio in Galatina, S.P. Galatina – Galatone, sollecitando ad intervenire. 

La scrivente Associazione, presente ed operante in provincia di Lecce nel rappresentare gli interessi diffusi concernenti la tutela del territorio e dei suoi beni ambientali e culturali, ha preso in esame l’impianto in oggetto presentando le proprie osservazioni presso gli Uffici competenti della Provincia di Lecce in relazione al relativo procedimento di V.I.A. in corso di istruttoria. L’evoluzione del procedimento in oggetto, ed in particolare la Conferenza dei Servizi del 14/02/2017, mostra in modo chiaro che l’impianto non è in realtà un “impianto di compostaggio con produzione di compost di qualità”, come riporta il progetto presentato inizialmente, ma un “impianto di trattamento di rifiuti speciali”, con esclusione dei rifiuti urbani provenienti dalla raccolta differenziata. A conferma della funzione dell’impianto non più al servizio delle Comunità locali, l’area di riferimento si allarga dalla provincia di Lecce ed in particolare dall’ATO 2, come era previsto nella precedente versione della proposta insediativa, ad “altre province vicine alla Puglia e non solo” (Relazione tecnica integrativa del dicembre 2016, pag. 3). In altri termini, si andrebbe ad autorizzare un impianto privato e marcatamente speculativo, che non servirà in alcun modo a coprire il fabbisogno impiantistico pugliese in relazione al trattamento della frazione organica della raccolta differenziata dei rifiuti urbani (FORSU), ma è destinato esplicitamente al trattamento di rifiuti organici speciali della più svariata composizione e provenienza.
Un’attenta lettura del progetto porta a conclusioni ancora più inquietanti sull’effettivo funzionamento dell’impianto. Infatti, le percentuali delle “sostanze di disturbo” ammesse nei materiali in ingresso sono decisamente alte:
sostanze pesanti (sabbia, vetro, sassi, metalli): non più del 5%;
sostanze leggere (materie plastiche ecc.): non più del 5%.
Con queste percentuali di impurezze, pur considerando le operazioni di deferrizzazione e vagliatura previste nel ciclo dei trattamenti, sarà praticamente impossibile rispettare i criteri previsti per legge per l’ammendante compostato verde e per l’ammendante compostato misto, che devono avere un tenore massimo di materiali plastici, vetro e metalli (frazione di diametro maggiore o uguale di 2 mm) dello 0,5%; per non parlare del “compost di qualità”, i cui requisiti, pur in una normativa regionale lacunosa, risulterebbero altrettanto se non più stringenti. Con siffatti parametrici, l’impianto rischia di diventare, in al di là della qualificazione ecologica che si tenta di conferirgli, un ulteriore impianto produttore di rifiuti destinati alla discarica.
Un ulteriore elemento di riflessione è dato dal fatto che lo stesso proponente (Relazione tecnica versione 2/2015,pag 18), con ammirevole lungimiranza, prevede che “il compost non rispondente alle specifiche di cui sopra sarà smaltito ove possibile nella adiacente discarica per rifiuti speciali di previsione sulla stessa area della Salento Riciclo srl, il cui iter autorizzativo è in itinere”; una citazione inquietante che denota un interesse diretto del proponente allo smaltimento del prodotto fuori specifica.
Inoltre, altri fattori rendono necessario ed urgente un intervento delle SS. LL.:
– la conversione da “impianto di compostaggio” a “impianto di trattamento di rifiuti speciali” appare dettato, più che da ragioni di carattere tecnico o imprenditoriale, dall’intento di eludere il vincolo “escludente”, contenuto nel Piano Regionale dei Rifiuti Urbani, della presenza di case sparse nel raggio di 300 metri dall’insediamento. In tal modo, la presenza di insediamenti residenziali nelle vicinanze, impossibile per le norme che regolano lo smaltimento dei rifiuti urbani, sarà possibile in presenza di ben più impattanti rifiuti speciali !
– la proposta di insediamento è in contrasto con le previsioni urbanistiche del Comune di Galatina; l’area interessata, come attestato dagli stessi Uffici comunali, è tipizzata dal vigente PUG come area industriale D5 “Cave e relativa industria di trasformazione” e prevede la realizzazione di edifici “strettamente connessi alla lavorazione e trasformazione del prodotto lavorato” (relazione tecnica, pag. 5)”, risultando pertanto le attività incompatibili con quelle previste di trattamento rifiuti. Tale difformità, lungi dall’essere una mera formalità burocratica, costituisce oggi un baluardo ad un paventato stravolgimento urbanistico dell’area, costellata di insediamenti residenziali e di ricettività turistica, verso le attività di ben altra natura connesse al trattamento dei rifiuti.

Per quanto sopra riportato, si chiede:
– al Commissario prefettizio del Comune di Galatina, di prendere gli opportuni provvedimenti tesi ad evitare la realizzazione di un impianto marcatamente speculativo ed avulso dalla realtà locale, ponendo mano alla modifica delle NTA;
– ai Sindaci dei Comuni in indirizzo, di porre in campo efficaci iniziative di contrasto sia in sede di Conferenza dei Servizi sia in ambito delle proprie realtà comunali, per scongiurare un insediamento che determinerebbe evidenti e rilevanti danni territorio, all’ambiente e alle comunità locali già penalizzate da una serie di criticità sanitarie e alle risorse primarie, già accertate dalla comunità scientifica.
Restando disponibili per ogni iniziativa e/o collaborazione in merito, porgiamo distinti saluti.

Marcello Seclì
Presidente Italia Nostra Sud Salento

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