Italia Nostra

Data: 16 Marzo 2017

Ferrara: Edifici monumentali e funzioni compatibili

Il Palazzo dei Diamanti non è adatto ad ospitare le grandi mostre di Ferrara Arte? Non c’è problema: basta ampliarlo! Questa la sorprendente logica che emerge dal bando per il “Concorso di progettazione per ampliamento della galleria d’arte moderna di Palazzo dei Diamanti a Ferrara”. Anziché valutare, attraverso una analisi approfondita, dettagliata e lungimirante, quali possono  essere le funzioni compatibili con la struttura morfologica e tipologica di uno degli edifici più noti e più importanti del Rinascimento italiano, si decide a priori la funzione che deve ospitare e ad essa di adatta la consistenza dell’edificio.

Non si tratta, come ci si sarebbe potuto aspettare e come sarebbe stato, in questa fase, comprensibile, di proporre una soluzione meno provvisoria dell’attuale per collegare tra loro gli ambienti al piano terra del palazzo, oggi utilizzati per ospitare mostre. Il bando prevede la progettazione di un ampliamento di quasi 500 metri quadri verso il giardino ed invita ad “immaginare come questo elemento di collegamento possa essere declinato come una nuova area espositiva e/o polifunzionale”. Il nuovo edificio, si legge ancora nel bando, dovrà assolvere a più funzioni: “passaggio-collegamento coperto”, “area polifunzionale da destinare a concerti, conferenze, proiezioni, rinfreschi” e “area espositiva per mostre di varia natura e ambito (archeologia, arte antica, moderna e contemporanea”. In altre parole si decide di manomettere Palazzo dei Diamanti per continuare a svolgere il più a lungo possibile le grandi mostre della città negli angusti locali del piano terra dell’edificio, la cui inadeguatezza è evidente ormai da decenni.

Italia Nostra ritiene, in presenza di una enorme quantità di edifici monumentali di grande pregio non utilizzati, sotto-utilizzati o utilizzati in modo improprio da recuperare, che la costruzione di nuovi volumi in ampliamento ad essi, oltre ad essere in generale non condivisibile dal punto di vista disciplinare (se non per casi particolari e per modesti adeguamenti funzionali) costituisca  uno spreco assurdo di risorse economiche.

Per quanto riguarda, nello specifico, la ricerca di spazi adeguati allo svolgimento di iniziative espositive di ampio respiro, nel solco della tradizione instaurata nella città fin dagli anni sessanta dello scorso secolo, si ritiene che sia giusto cercare di mantenere la funzione collegata al luogo, ormai storico, delle grandi mostre in città, ma che la soluzione vada ricercata nella programmazione adeguata dell’utilizzo delle enormi potenzialità offerte dai quattro splendidi palazzi che caratterizzano il “quadrivio dei Diamanti” (palazzo dei Diamanti, palazzo Prosperi Sacrati, palazzo Pallavicino e palazzo Turchi-Di Bagno), potenzialità tali da rendere evitabile anche il discutibile progetto di trasferimento nel Castello Estense della Pinacoteca Nazionale.

Il Consiglio Direttivo della sezione di Italia Nostra di Ferrara

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