Italia Nostra

Data: 5 Maggio 2017

Valorizzazione dei tesori naturalistici e archeologici della vallata di Bega

Per la giornata dei Beni Comuni, cadente il prossimo venturo 14 maggio 2017, la Sezione di Sassari propone un’escursione alla vallata di Bega, posta nel territorio comunale di Bonnanaro, paese della provincia di Sassari posto a circa 30 km a sud del capoluogo, presso il tracciato della Strada Statale 131, cosa che ne rende assai facile il raggiungimento. Il territorio comunale di Bonnanaro, avanzo storico dell’antico Marchesato di Torralba o Valdecalzana, ha forma grosso modo di quadrilatero con lato minore orientato a nord e vertice sud-orientale eccentrico.

Il paese di Bonnanaro si trova sulla falda meridionale del monte Pelao (caratteristico rilievo tavolare calcareo e basaltico posto al centro geografico del Logudoro). Il paese siede sotto la sporgenza chiamata Sa Rocca ’e sa Niera (ossia “La roccia della neviera”): altimetricamente è posto a 399 m. s.l.m., quota misurata in corrispondenza della piazza della chiesa parrocchiale, presso la casa del parroco. Il centro abitato si allunga verso sud seguendo in parte il declivio che tende verso libeccio e con l’espansione avuta nell’ultimo sessantennio l’area dell’abitato è più che raddoppiata con la costruzione di nuove case che hanno raggiunto e reso urbano il tratto della vecchia Carlo Felice che dal 1827 agli anni ’30 del ’900 lambiva il paese.

Meta dell’escursione che caratterizzerà la giornata sarà la particolare vallata di Bega, valle nascosta alla vista dei territori circostanti dalla particolare morfologia della falda nord-orientale del Pelao, Il punto di partenza sarà presso la struttura recente realizzata dalla Regione Sardegna per le ippovie sarde: si tratta di una passeggiata di circa un chilometro, con punto di arrivo al proto-nuraghe di Bega, in località Alvuratolu, toponimo che ricorda una sorella (“Salvatorica Tolu”, che là aveva una proprietà) del bandito Giovanni Tolu, originario del non lontano villaggio di Florinas e figura di spicco del banditismo logudorese nella seconda metà del XIX secolo.

Si percorre un’antica mulattiera usata fino ai primi del ‘900 dai carbonai e che è stata ripulita recentemente con il progetto “Sentieri”, promosso  dell’Unione dei Comuni del Meilogu.

L’ambiente naturale è di grande suggestione con la vista delle colate di basalto colonnare di Bega, pareti a strapiombo dove nidificano il Corvo imperiale, il Nibbio reale e recentemente è stata segnalata la nidificazione di una coppia di Aquile. Segnalata poi presenza di Martore e Donnole.

La mulattiera conduce quasi fino al nuraghe detto Bega, struttura a corridoio, quindi definibile “proto-” o “pseudo-nuraghe”, come Giovanni Lilliu chiamava questo genere di costruzione anteriore all'”invenzione” della Tholos. Gli spazi interni sono costituiti da corridoi architravati, (in questo caso, perfettamente conservati). Un nuraghe che meriterebbe un accurato scavo archeologico per gettare luce su un periodo oscuro della preistoria sarda: l’inizio dell’età del Rame.

Alla base delle “colonne” di basalto, si trova una sorgente ed una grotta conosciuta come Su Roccone, attualmente riconoscibili nel folto di un fitto bosco di lecci e roverelle. Intorno al nuraghe si individuano una fonte monumentale e alcune capanne nuragiche, a testimoniare un abitato ed un uso anche agricolo del territorio all’inizio del secondo millennio avanti Cristo.

 

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