Italia Nostra

Data: 23 Giugno 2017

Italia Nostra Perugia, comunicato su: Arconi di Via della Rupe

Pur in attesa dei documenti da Comune e Soprintendenza, “Italia Nostra” non può non criticare fortemente quanto in essere presso gli Arconi di Via della Rupe, grande opera di ingegneria e architettura protrattasi per oltre due secoli fino a metà Quattrocento col fine di consolidare e ampliare l’acropoli cittadina, il cui valore monumentale non è inferiore a Palazzo dei Priori e gli altri innumeri del patrimonio storico-artistico nazionale. L’inserimento di strutture in cemento armato per di più aggettanti pesantemente fuori del profilo dell’edificio, fa carta straccia di ogni criterio culturale finora consolidatosi nel restaurare – e al caso riadattare – un edificio monumentale.

Fin dalla Carta di Atene del 1931 alle ultime Carte universalmente riconosciute (Dichiarazione di Whasington 1987), gli interventi sugli edifici monumentali dovrebbero presentare alcuni caratteri irrinunciabili tra cui la Reversibilità, la Compatibilità con l’identità del bene, non ultima la Collegialità ovvero adeguato approfondimento critico e partecipativo. Tutte cose che non sussistono. In particolare “Italia Nostra” Umbria, nel caso dai documenti richiesti dovesse risultare regolare approvazione, chiede soprattutto alla Soprintendenza motivo di cotanta arbitrarietà: compito specifico della Soprintendenza infatti è proprio il contemperare le esuberanze progettuali di altri (sempre in agguato) con i caratteri del bene monumentale e coi criteri consolidati di valutazione, qualunque sia il buon esito finale dell’aspetto complessivo del bene e suo contesto, nel nostro caso Via della Rupe.

Qual è il motivo che ha portato ad accettare abnormi escrescenze in cemento armato su un monumento? Non è notorio che qualora gli spazi per la nuova destinazione d’suo desiderata risultino insufficienti, non è il bene monumentale a doversi adeguare, bensì è quella e doversi ripensare? Tuttavia “Italia Nostra” Umbria si rivolge anche al Sindaco che rimane il primo responsabile del patrimonio cittadino e auspica un atto estremo di buon senso e consapevolezze imponendo la sospensione dei lavori, la rimodulazione del progetto e la demolizione delle strutture in cemento armato, non reversibili. “Italia Nostra” non può non esprimere preoccupazione per lo scadimento generale della pubblica amministrazione e ricorda che in altre epoche questo strappo sul corpo di un monumento sarebbe finito sulle pagine nazionali; appena negli anni ’90 un improprio progetto sulla Fontana Maggiore (peraltro non visibile) fu giustamente cancellato dalla soprintendenza e perfino dalla magistratura.

Italia Nostra Perugia – il Consiglio Direttivo

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