Italia Nostra

Data: 6 Luglio 2017

Torre del Salto d’Angiò ad Aragona (Agrigento): Segnalazione per la Lista Rossa

Indirizzo/Località: long. 37.456903, lat.13.636190 Contrada Salto d’Angiò – Aragona (Agrigento)

Tipologia generale: area archeologica e opere difensive di incastellamento

Tipologia specifica: sito archeologico romano/bizantino e successivamente appartenente al feudo di Muxaro della famiglia normanna dei Chiaramonte

Configurazione strutturale: la sua imponente mole si erge al centro di tre cortili, dove un tempo si trovavano gli ambienti della masseria e la parte centrale termina con merli rettangolari e presenta tre ordini finestrati di gusto gotico

Epoca di costruzione: sec. XIV

Uso attuale: abbandonato all’incuria da parte dei proprietari ma anche dalle istituzioni pubbliche

Condizione giuridica: proprietà privata – vincolato ai sensi dell’art. 1 e 3 della legge n°1089 del 1939

Segnalazione: del luglio 2017 – segnalazione del Presidio Italia Nostra ValPlatani – Sezione di riferimento Sciacca – sciacca@italianostra.org

Motivazione della scelta: La Torre del Salto d’Angiò, costruita su un banco di arenaria, è situata in posizione strategica sulla sommità di una collina che domina l’intera vallata del feudo Muxaro dove, proprio sotto, vi scorre il suggestivo fiume Platani.

La sua storia è legata alla potente famiglia normanna dei Chiaramonte, proprietari anche dell’antico feudo Muxaro, ma forse la sua storia potrebbe essere ancora più antica e risalire a un insediamento romano o bizantino. In passato il feudo Muxaro faceva parte del territorio di Sant’Angelo Muxaro; gli antichi feudi di Aragona erano invece Diesi, confinante con il feudo Muxaro e su cui si affaccia anche la Torre, Ranciditi e Maccalube. La Torre è attualmente di proprietà privata. La struttura, dalla forma rettangolare, è inglobata in un casale costruito alla fine del XVIII sec. dalla famiglia Morreale. La sua imponente mole si erge al centro di tre cortili, dove un tempo si trovavano gli ambienti della masseria e la parte centrale termina con merli rettangolari e presenta tre ordini finestrati di gusto gotico: il primo e il terzo con finestre bifore a tutto sesto ed il secondo con monofore a sesto acuto. Nella zona, secondo quanto riportato dalle Linee Guida del piano paesistico regionale (approvato con D.A. n.6080 del 21 Maggio 1999 su parere favorevole reso dal comitato tecnico scientifico del 30 Aprile 1996), sono stati individuati anche frammenti ceramici di età romana.

La Torre del Salto d’Angiò si erge a soli 8 Km dal centro di Aragona. Partendo da Agrigento, si percorre la SS 189 (Palermo – Agrigento); dopo circa 25 Km si imbocca il bivio “Muxarello”, strada che costeggia il fiume Platani e conduce a Santa Elisabetta. Si percorre tale strada per circa 2 Km e sulla sinistra è presente un sentiero che conduce direttamente alla Torre. L’arrivo al sito non è segnalato da nessun pannello informativo, nonostante l’importanza del bene e il sentiero che permette l’accesso risulta essere un po’ pericoloso.

L’accessibilità può, dunque, essere definita scarsa e la fruizione è solo per i normodotati.

Nonostante il bene architettonico riveste interesse storico – artistico e architettonico particolarmente importante ai sensi degli art. 1 e 3 della legge n°1089 del 1939 in quanto costituisce un significativo esempio di architettura chiaramontana del XIV secolo, esso risulta abbandonato all’incuria da parte dei proprietari ma anche dalle istituzioni pubbliche. Vi è il dovere da parte di entrambi impegnarsi per la salvaguardia e la tutela per l’evidente importanza che possiede sia il bene architettonico stesso sia il sito in cui esso sorge.

Eventuali possibili progetti finalizzati al recupero/usi possibili:

  • messa in sicurezza della struttura, anche per coloro che effettueranno le opere di restauro, attraverso puntellatura, armature e centinature provvisionali. Queste sono appunto delle strutture da carattere temporaneo, in attesa del loro consolidamento;
  • pianificazione di un progetto di restauro: il restauro è un mezzo per la conservazione: lo scopo del restauro è di conservare l’essenza e i significati di un bene artistico, eliminando le patologie di degrado e le loro cause, “in vista della sua trasmissione al futuro”. Qualsiasi bene artistico è un monumento e i monumenti sono dei documenti del passato, per tale motivo dobbiamo conservarli: un monumento è una singola opera del patrimonio culturale, riconosciuto come portatore di valori e costituente un supporto della memoria;
  • accordi tra pubblico e privato al fine di rendere concreti eventuali restauri e pianificazione di progetti;
  • tutela e valorizzazione: promuovere una campagna di sensibilizzazione per una migliore tutela e conservazione del bene architettonico.

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