Italia Nostra

Data: 12 Luglio 2017

Sicilia devastata dagli incendi

Sicilia devastata dagli incendi. Al presidente Crocetta e all’assessore Croce possiamo soltanto rivolgere un caloroso, ardente invito alle dimissioni

Un vero e proprio bollettino di guerra quello che si regista da una parte all’altra della Sicilia, in questi giorni, in queste ore. Nel Trapanese, nel Nisseno, nel Catanese, nell’Agrigentino, nel Siracusano, nel Ragusano (https://www.italianostra.org/?p=53516). Fiamme sono divampate soprattutto a Messina ed Enna. La morsa degli incendi nelle colline e nelle pinete che sovrastano la città dello Stretto, nelle frazioni di San Michele e Annunziata, continua inesorabilmente. Per tutta la giornata di ieri (10 luglio) sono continuate le operazioni di spegnimento delle squadre dei Vigili del Fuoco, supportate dagli interventi dei canadair. Ma continuano anche oggi. Una situazione gravissima. Almeno 14 roghi sulle colline che circondano la città dello Stretto: canadair in azione, strade chiuse, sgomberata la Cittadella universitaria dell’Annunziata e non poche abitazioni. In diverse zone manca l’acqua, segnalati anche distacchi dell’energia elettrica.

«L’autocombustione non esiste, abbiamo la certezza che dietro questi atti ci sia la mano dell’uomo, che causa danni irreparabili e rischi incalcolabili», ha detto  il sindaco di Messina Renato Accorinti. «Mi auguro che si prenda coscienza della gravità di tali comportamenti. Posso intanto assicurare la cittadinanza sulla tempestività degli interventi e sull’attività di prevenzione che, con forte impegno dell’Amministrazione, ha fatto grandi passi avanti. Sono già stati finanziati progetti per diversi milioni di euro per i torrenti, per l’erosione delle coste e per altri temi relativi alla prevenzione. Per quanto possibile, poiché non si tratta di eventi prevedibili, il cittadino deve sentirsi protetto e l’Amministrazione lavora in questa direzione. Tuttora – continua – gli interventi della Protezione Civile, d’intesa con Azienda Forestale, Vigili del Fuoco e Volontariato, sono stati immediati; esiste un’organizzazione collaudata che lavora con serietà e professionalità per il bene della collettività evitando sicuramente conseguenze peggiori».

Roghi anche al di fuori della città di Messina. «Un Inferno dantesco. Il fuoco a pochi centimetri dalle auto, tamponamenti a catena davanti ai miei occhi. Il fumo era così denso che era difficoltoso anche respirare». E’ la testimonianza di Milena Romeo, rimasta intrappolata ieri pomeriggio (10 luglio 2017) con la sua vettura mentre stava percorrendo l’autostrada A/18 nel messinese, rimasta per ore chiusa per i roghi.

Dall’altro versante, nel centro della Sicilia, la situazione non è affatto migliore. Un incendio di vaste dimensioni è divampato sopra la galleria Fortolese, sulla A/19 Palermo-Catania, nei pressi dello svincolo per Enna, ha risalito il costone roccioso della cittadina di Calascibetta e si è propagato fino a raggiungere il cimitero di Enna. Alcuni residenti nella vallata sono stati costretti ad abbandonare precipitosamente le loro abitazioni e gli animali di alcune fattorie. Altri sono stati fatti evacuare dai soccorritori. Stamani si è dovuta costatare una situazione di totale disastro nella vallata di Scaldaferro, tra Enna e Calascibetta, area paesaggisticamente vincolata, ridotta in cenere: abitazioni, aziende, animali, linee elettriche e telefoniche. Durante l’incendio i Vigili del fuoco, la Forestale, i Carabinieri, la Polizia hanno dovuto non solo lottare contro le fiamme altissime e il denso fumo, ma altresì salvare decine di persone intrappolate nelle loro case. Ancora sospesa la circolazione ferroviaria fra Villarosa e Enna (linea Catania – Fiumetorto – Palermo), per il danneggiamento di alcune traverse in legno a seguito di un incendio divampato nei pressi dei binari. Tra Caltanissetta Xirbi ed Enna istituito servizio sostitutivo con autobus. Anche nel Palermitano sono divampati roghi in contrada Costa Vuturo a Torretta e nel territorio di Petralia Sottana e Soprana.

Insomma: la Sicilia intera brucia. Nessun territorio provinciale è stato risparmiato. Martedì 11 luglio, il presidente della Regione Siciliana Rosario Crocetta sarà a Messina, mentre l’assessore al Territorio e Ambiente Maurizio Croce continua a sostenere che «finora non vi è stato pericolo per la gente». Che dire? Anche quest’anno l’Isola pagherà un prezzo rilevantissimo a causa della criminalità organizzata e non. Anche quest’anno la Sicilia pagherà un prezzo rilevantissimo per la mancanza di programmazione e organizzazione. Per la mancanza di adeguate politiche ambientali. Un prezzo probabilmente ancora più alto di quello degli anni scorsi. Al presidente della Regione Crocetta e all’assessore Croce possiamo soltanto rivolgere un caloroso, ardente invito alle dimissioni.

Oggi, mercoledì 12 luglio, mentre il fronte del fuoco continua a bruciare ettari di patrimonio boschivo siciliano, gli incendi scoppiati in questi giorni finiscono nel mirino della magistratura. Due le inchieste aperte al momento: una dalla Procura della Repubblica di Palermo che, come riporta il quotidiano Repubblica, punta a verificare «eventuali inadempienze della Regione siciliana nel sistema della prevenzione».  L’altra è stato aperta contro ignoti dalla Procura della Repubblica di Enna sull’incendio che ha distrutto la vallata di Scaldaferro. Le fiamme risalite fino alla pendici di Calascibetta hanno bruciato più 400 ettari, dei quali una quindicina di boschi. Per fronteggiare l’emergenza sono arrivati nell’Isola 36 uomini con 18 mezzi tra autobotti e automezzi antincendio boschivo inviati dal Veneto, dalla Lombardia, dal Piemonte e dall’Emilia Romagna.

Leandro Janni
Presidente del Consiglio Regionale di Italia Nostra Sicilia

POSTILLA

Leonardo Sciascia diceva che «la Sicilia non ha speranza perché qui le idee non contano nulla».

A proposito di emergenza incendi in Sicilia, scrive il prof. Giuseppe Barbera :  «Dal 1990 l’Università di Palermo ha un corso di laurea magistrale in Scienze Forestali. Diverse centinaia di laureati (e dottori di ricerca) sanno come gestire un bosco per renderlo più resistente agli incendi. Sanno quindi come respingere o diminuire i danni del fuoco causati da incompetenza, inefficienza, corruzione, clientelismo, illegalità, criminalità, abbandono dell’agricoltura, cambiamenti climatici… Sapete quanti dottori forestali da allora sono entrati in organico al Corpo Forestale o all’Azienda Foreste Demaniali (o come oggi si chiamano) in Sicilia? 0 (ZERO). In 28 anni. Brucia Sicilia, brucia».

 

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