Italia Nostra

Data: 18 Settembre 2017

Chiesa di San Rufo Martire a Piedimonte di Casolla (Caserta)

Indirizzo/Località: via Parrocchia – Piedimonte di Casolla (Caserta)

Tipologia generale: architettura religiosa

Tipologia specifica: chiesa

Configurazione strutturale: sorge su un banco di tufaceo secondo la classica disposizione medioevale oriente-occidente, in modo che il sole tramontando vada a posare i suoi ultimi raggi sul tabernacolo

Epoca di costruzione: sec. XII

Uso attuale: aperta solo una volta a settimana, la chiesa necessita di urgenti lavori di restauro. Gli affreschi sono in avanzato stato di decomposizione.

Uso storico: chiesa medioevale con tracce lasciate da pittori ed artisti bizantini nell’intera zona, chiamati dall’abate di Montecassino Desiderio

Condizione giuridica: proprietà dell’Istituto Diocesano Sostentamento Clero di Caserta

Segnalazione: del 2 settembre 2017 – segnalazione della sezione di Caserta di Italia Nostra – caserta@italianostra.org

Motivazione della scelta: Il primo documento in cui è stato riportato il nome della chiesa di San Rufo è la bolla del vescovo metropolita Senne del 1113. Essa viene citata dopo quella di San Lorenzo di Casolla e del Salvatore di Staturano e prima di quella di San Vitaliano di Carzano e di Sant’Angiolillo: “…di Santa Barbara al Monte, di San Salvatore di Staturano, di San Lorenzo, di San Rufo di Piedimonte, di San Vitaliano di Carzano, di Sant’Angelo ad Pinos…”. Successivamente la troviamo citata nelle Rationes Decimarum ed in altri atti notarili.

La chiesa è dedicata a San Rufo. La leggenda ci racconta che San Rufo era un militare romano originario di Ravenna e che, essendosi convertito al cristianesimo, fu condannato a morte proprio perché fu molto attivo nell’opera di apostolato che svolgeva nel comprensorio capuano. Pertanto, dedicargli la chiesa di Piedimonte significava esaltare il suo martirio, indicandolo come esempio di vita da seguire.

La chiesa sorge su un banco di tufaceo secondo la classica disposizione medioevale oriente-occidente, in modo che il sole tramontando vada a posare i suoi ultimi raggi sul tabernacolo. Originariamente era composta di una sola navata. E’ solo nel corso del XVIII che furono aggiunte le due cappelle laterali a destra e quella a sinistra. A quel periodo risale anche l’ampliamento del campanile. Il tutto si deve all’opera del parroco don Nicola Iannelli.

La semplicità della facciata è la sua ricchezza artistico-architettonica. Si può ben dire che la chiesa di San Rufo rappresenti lo stilema tipico delle chiese medioevali. La facciata presenta elementi romanici, come il portale, al di sopra del quale si notano le tracce di una finestra tompagnata.

Le pareti della navata centrale presentano brani di affreschi, purtroppo, in avanzato stato di decomposizione. Continua ad essere evidente il Cristo Pantocratore nell’abside, seppur coperto da stucchi per gli interventi modificativi del XVIII secolo. Occorre evidenziare come il Cristo Pantocratore nell’intero territorio comunale e limitrofo sia presente solo nella chiesa di San Rufo. La sua presenza testimonia le importanti tracce lasciate da pittori ed artisti bizantini nell’intera zona, chiamati dall’abate di Montecassino Desiderio.

A cura dell’Associazione San Rufo Rinasce onlus (associazione che è nata con lo scopo di raccogliere fondi per il restauro e recupero funzionale della chiesa) sono stati restaurati ben quattro affreschi risalenti ai lavori promossi da don Nicola Iannelli nel XVIII sec.

Nel muro sinistro è incastonata una pietra tombale che ricorda come colà dovrebbero essere tumulati Gian Francesco Alois e sua moglie Isabella Caracciolo. In effetti, l’Alois, vissuto nella prima metà del Cinquecento, fu umanista ed eretico, essendo un fervente seguace del valdesianesimo, e morì giustiziato a Napoli nel 1564.

Don Nicola Iannelli è stato senz’altro il parroco più importante della chiesa di San Rufo. A lui si devono non soltanto i lavori di restauro dell’intero complesso ecclesiastico nel corso del XVIII secolo, ma anche e soprattutto la redazione della “Nota delli beni della Chiesa Parrocchiale di S. Rufo M.”. Si tratta di un documento unico nel suo genere per la parrocchia di San Rufo perché ricapitola e specifica i restauri di cui prima, nonché opera una menzione certosina di tutto il patrimonio della chiesa e di tutte le persone che hanno rapporti con la stessa. L’importanza del documento è, inoltre, molto rilevante per quanto concerne la toponomastica del comprensorio casollese.

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