L’art. 260 della legge finanziaria della regione Campania modificando la legge regionale del 1 settembre 1993 ha abolito i consigli direttivi dei parchi regionali, prevedendo solo una giunta dove tre membri su due saranno di nomina politica.
Di fatto è il via libera ad una gestione “partitica” e lottizzata, e sempre meno rispondente alle finalità previste dalla legge 394/91 istitutiva dei parchi nazionali.
La Giunta ha enormi poteri: delibera in merito a tutte le questioni generali dell’ente, in particolare adotta, il piano per il parco e predispone un piano pluriennale economico e sociale dell’area.
Il Consiglio direttivo, dove erano rappresentate le comunità locali, le associazioni ambientaliste e professionali del territorio, garantiva una partecipazione democratica dei residenti e il confronto sulle scelte e sulla gestione delle aree protette,
Invece di eliminare gli sperperi di danaro pubblico là dove palesemente ci sono, si è preferito ancora una volta tagliare in maniera indiscriminata, riducendo al minimo la partecipazione democratica alla gestione del “bene comune”.