Italia Nostra

Data: 13 Luglio 2016

Palazzo Chigi – Albani (Soriano nel Cimino): segnalazione per la Lista Rossa

soriano

Indirizzo/Località: adiacente al centro storico di Soriano nel Cimino

Tipologia generale: architettura civile con giardino storico

Tipologia specifica: palazzo gentilizio

Configurazione strutturale: palazzo rinascimentale con giardino

Epoca di costruzione: secolo XVI

Comprende: terrazza di accesso e di due corpi di costruzioni appoggiati al monte e giardino con la fontana allegorica di Papacqua o Regina delle acque

Uso storico: residenza extraurbana

Condizione giuridica: Proprietà: parte della Provincia di Viterbo e parte del Comune di Soriano nel Cimino (Viterbo).

Segnalazione: del 12 giugno 2016 – sezione di Viterbo – viterbo@italianostra.org

Motivazione della scelta: il Palazzo Chigi-Albani e l’adiacente Fonte Papacqua costituiscono un bel complesso architettonico di età rinascimentale caduto purtroppo nell’abbandono e che è possibile visitare solo in particolari occasioni. Il palazzo fu ideato e parzialmente realizzato negli anni in cui il feudo di Soriano appartenne ai Madruzzo, una nobile famiglia del Trentino che ottenne nel 1560 da papa Pio IV il feudo di Soriano come ricompensa per aver ospitato il Concilio di Trento nella loro città.

Al feudo di Soriano nel Cimino furono annesse poco dopo le terre di Gallese e Bassano. Subito la famiglia Madruzzo iniziò i restauri della Rocca di Soriano e l’edificazione di villa Papacqua che doveva mettere la famiglia al livello di magnificenza di Alessandro Farnese e di Vicino Orsini che stavano costruendo a Caprarola e a Bomarzo le loro residenze extraurbane. Nel 1715 la Rocca e gli annessi diritti feudali, furono acquistati dagli Albani i quali provvidero ad ultimare la costruzione del Palazzo di Papacqua ed al restauro di numerosi altri monumenti. Durante la prima metà del XIX secolo il feudo di Soriano fu assegnato ad Agostino Chigi, discendente degli Albani. Nel 1848 i Chigi, pur rimanendo proprietari del Palazzo di Papacqua, rinunciarono ai loro diritti feudali in favore della Santa Sede.

Iniziato su disegni del Vignola nel 1562 e in parte completato nel ‘700. Si compone di una terrazza di accesso e di due corpi di costruzioni appoggiati al monte. Lo si raggiunge per una porta a bugne; si percorre la terrazza che fiancheggia la prima costruzione e conduce all’ingresso della costruzione posteriore: a sinistra e sul lato di fronte si svolge la fontana Papacqua o Regina delle acque, una delle più fantasiose creazioni del genere del manierismo cinquecentesco; dopo una serie di 15 mascheroni si apre una nicchia con il gruppo di Mosè che fa scaturire le acque; il lato breve ha in basso personaggi scavati nella roccia e in alto un elegante prospetto architettonico. L’acqua che ne scende, convogliata in un cunicolo, precipita con una cascatella in una grande vasca posta ai piedi del pendio su cui si erge il palazzo. Di fronte alla fontana è l’accesso alla seconda costruzione, la più interessante, eretta su alte scarpate e corsa da fasce di lesene, tra cui si aprono grandi finestre e nicchie decorate da anfore e sculture. L’interno del palazzo, spogliato delle sue ricche suppellettili originarie, conserva ora solo un camino ideato dal Vignola.

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