Si è concluso con successo il webinar di Italia Nostra dedicato alle politiche di sviluppo dei borghi. Il 28 gennaio, gli esperti, le istituzioni, le organizzazioni e gli esponenti politici si sono confrontati e hanno condiviso proposte e strategie per mettere i Borghi e le Aree Interne al centro delle Politiche Territoriali.
Hanno partecipato al dibattito i deputati Flavia Piccoli Nardelli, della Commissione Beni Culturali e Silvia Fregolent, della Commissione Ambiente e Lavori Pubblici, Margherita Eichberg, Soprintendente SABAP Etruria meridionale, Roma e Viterbo; Lino Gentile delegato politico ANCI alle Aree Interne, Sindaco di Castel del Giudice; Rosanna Mazzia, Presidente Associazione Borghi Autentici d’Italia, Sindaco di Roseto Capo Spulico; Roberto De Marco, già Direttore SSN Servizio Sismico Nazionale; Raffaello Fico, Responsabile USRC Ufficio Speciale per la Ricostruzione Comuni del Cratere 2009; Maurilio Cipparone, Consorzio Universitario CURSA, Commissione Mondiale WCPA Parchi IUCN; Carmine Marinucci, Presidente DiCultHer Digital Cultural Heritage; Enzo Siviero, Rettore Università Telematica e-Campus; Ginevra D’Agostino, MIT Massachusetts Institute of Technology; Umberto Stegher, architetto esperto e Donato Carlea, già Presidente del Consiglio Superiore LL.PP.
Per contrastare lo spopolamento dei Borghi, Italia Nostra propone un nuovo “contratto sociale” tra le aree densamente popolate e quelle “interne” che garantiscono alle prime i servizi ecosistemici che gli consentono di prosperare. Le aree interne custodiscono un patrimonio culturale di enorme pregio, oltre a un territorio in cui sgorgano le fonti che dissetano le città, nascono i fiumi che irrigano i campi delle pianure, crescono i boschi che purificano l’aria che respiriamo e le colture che arricchiscono l’agroalimentare biologico. La proposta di Italia Nostra si chiama Piano Borghi: è un documento che propone interventi legislativi per migliorare e rendere più efficaci i provvedimenti che vengono varati dal Parlamento o dalle Autorità Locali e ovviare così ad alcune incongruenze che affossano, più che aiutare, le popolazioni dei borghi.
Coordinati da Giandomenico Cifani, di Italia Nostra L’Aquila, dopo i saluti di Ebe Giacometti, Presidente Italia Nostra e l’introduzione del Consigliere nazionale Luigi Fressoia, tutti i presenti hanno convenuto sulla necessità di fare un “ticket” alle varie strategie elaborate negli ultimi anni. Utilizzare in maniera orientata e coordinata i canali di finanziamento esistenti, come il Sisma Bonus, consentirebbe infatti di mettere a sistema le tante linee di intervento e ottenere risultati più consistenti e coerenti.
Uno dei primi interventi proposti riguarda la messa in sicurezza del patrimonio edilizio degli oltre 6000 borghi e stabilisce che tutti i progetti e gli interventi edilizi e urbani siano soggetti ad autorizzazione di legge previo esame e approvazione da parte di una Commissione Integrata che comprenda esperti di ingegneria sismica e funzionari del MiBACT dotati di potere di veto, che operi come “sportello unico” per tutte le competenze deputate ad esprimersi. La finalità è ovviamente quella di garantire la qualità architettonica degli interventi sul patrimonio edilizio, l’eliminazione, sostituzione o mitigazione per quanto possibile di elementi o edifici deturpanti inseriti dal dopoguerra nel corpo e nel contesto paesaggistico dei borghi e allo stesso tempo la sua messa in sicurezza antisismica.
Proprio sul versante sicurezza, gli interventi hanno messo in evidenza le distorsioni del Sisma Bonus che rischiano di produrre effetti controproducenti. Per rendersi conto della rilevanza della questione sismica in Italia bisogna ricordare che il costo dei terremoti che si sono succeduti dal Belice del 1968 all’Emilia del 2012 sono stati valutati in 122 miliardi. Per superare la distanza che esiste tra un “inaccettabile disastro”, come ad Amatrice, o le “inevitabili perdite” di Norcia (per limitarsi al terremoto del 2016) occorre concentrare le risorse sulle aree a più forte sismicità del Sud e della dorsale appenninica. L’allargamento del Sisma Bonus anche alle aree a bassa sismicità (Z3) di fatto drena risorse che sarebbe stato meglio concentrare solo sulle zone uno e due, a elevata sismicità. Fatto ancora più inquietante, negli ultimi anni abbiamo assistito alla migrazione di 1300 comuni del nord Italia dalla Zona 4, sismicità inesistente, alla Zona 3, con un’ulteriore sottrazione di risorse ai territori più soggetti ai terremoti. Do fatto, il Sisma Bonus viene erogato a Milano, a rischio molto basso, come a Catania, uno dei centri a maggior rischio d’Italia.
Il Super Eco/Sisma Bonus al 110% è inoltre concepito per fare quantità – l’80% del territorio nazionale, 14 milioni di unità immobiliari di tutte le tipologie, dal castello al rudere – e per consentire interventi come la demolizione e la ricostruzione o l’incappottamento che avranno effetti negativi sulla tutela dei valori architettonici dei centri storici e dei borghi. Infine, per la particolare conformazione urbanistica, morfologica e tipologica del costruito dei borghi e dei centri storici e degli edifici complessi, il Sisma e l’Eco bonus non sono applicabili efficacemente. Il Sisma Bonus può funzionare per i condomìni (edifici singoli) mentre nei borghi, essendo uno strumento indifferente alla pericolosità del territorio e casuale – in quanto casuali sono le domande di erogazione – non risolve efficacemente i problemi della vulnerabilità urbana e delle “vie di fuga”.
Correggere queste distorsioni è una delle priorità del Piano Borghi di Italia Nostra.
ITALIA NOSTRA
Per rivedere il webinar basta collegarsi al canale You Tube di Italia Nostra. Ecco i link:
Prima parte webinar BORGHI E AREE INTERNE AL CENTRO DELLE POLITICHE TERRITORIALI (28 gennaio 2021) – I parte – YouTube
Seconda parte webinar BORGHI E AREE INTERNE AL CENTRO DELLE POLITICHE TERRITORIALI (28 gennaio 2021) – II parte – YouTube
Terza parte webinar BORGHI E AREE INTERNE AL CENTRO DELLE POLITICHE TERRITORIALI (28 gennaio 2021) – III parte – YouTube
Flavia Corsano
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