Le associazioni ambientaliste nazionali e i comitati spontanei locali del Triveneto, hanno presentato in anteprima il dossier che sarà recapitato alla sede UNESCO di Parigi.
Il documento, suddiviso in 9 capitoli, ripercorre la storia del successo di Siviglia del 26 giugno 2009 iniziata da Mountain Wilderness, Legambiente e SOS Dolomites nel 1993 a Cortina e poi coltivata con un rigoroso impegno durato 26 anni: un impegno di proposta e critica teso alla conservazione di uno dei più importanti siti naturalistici e paesaggistici del mondo. Dopo anni di tentativi falliti di interlocuzione con la Fondazione, le Associazioni, loro malgrado, hanno deciso di presentare un dossier dettagliato degli impegni non rispettati direttamente alla Sede Centrale di Parigi.
Scarica il pdf con il dossier: 1.Dossier Dolomiti UNESCO_def
Nella conferenza stampa le associazioni firmatarie hanno illustrato gli obiettivi condivisi della Fondazione, la preoccupante assenza di iniziativa realizzativa, le diffuse incoerenze fra quanto scritto nell’atto programmatico di gestione e le scelte politiche attuate nei territori.
Aree sciabili, recupero dei paesaggi, gestione della mobilità e degli accessi in zone delicate (passi dolomitici, mobilità pubblica, ferrovie, accessi in zone fragili, parcheggi in quota), fauna selvatica, alpeggi e selvicoltura, manifestazioni turistiche e sportive aggressive, eliturismo sono tutti temi divenuti un miraggio da libro dei sogni. La Fondazione sembra investa in un unico settore: la promozione di manifestazioni che abbiano un immediato ritorno di promozione turistica evitando di affrontare la complessità di quanto UNESCO ha richiesto fin dall’accettazione della candidatura nel 2009 e ha poi ribadito nel dettaglio con la visita commissariale del 2011.
Le Associazioni unite hanno chiesto alla Fondazione Dolomiti UNESCO e ai soci fondatori, Regioni e Province autonome, di riprendere le fila del progetto cominciando fin da subito a rendere esigibile quanto sottoscritto nel piano di gestione, rispettandone la tempistica e mantenendo coerenza con la conservazione dei beni nelle scelte dello sviluppo dei diversi territori.
La scelta della sede della conferenza stampa a Venezia ha confermato il lavoro svolto dalla associazione nel tentativo di tenere uniti questi due straordinari patrimoni UNESCO: Venezia monumento culturale e le Dolomiti monumento naturale. Due realtà estremamente fragili, due realtà che non ricevono dalle istituzioni, nazionali e locali, le dovute attenzioni tese alla conservazione di questi straordinari patrimoni.
Carmine Abate (Italia Nostra):
Sono qui oggi anche a nome della presidente di Italia Nostra Ebe Giacometti che da tanti anni in prima persona si interessa dei parchi in tutta Italia della loro costituzione, tutela e sensibilizzazione, per sostenere la presentazione del dossier Dolomiti Unesco e per ribadirne i contenuti espressi frutto di un intenso lavoro di approfondimenti, di valutazioni e di critiche.
Era da poco stato scritto l’art.9 della Costituzione che nasceva Italia Nostra che fin dall’inizio della sua storia si è impegnata in battaglie importanti per la tutela e la conservazione del patrimonio storico, artistico e naturale proprio in un momento in cui si stava ricostruendo, ma è meglio forse dire, nuovamente distruggendo l’Italia con interventi devastanti su tutto il territorio nazionale.
E Italia Nostra fin da subito riteneva invece che la democrazia di questa giovane nazione allora potesse essere promossa anche attraverso la tutela e la conservazione della “bellezza” dei tantissimi centri storici e luoghi naturali come quello delle Dolomiti.
Gli uomini hanno bisogno di storia e di bellezza ma anche di spazi e luoghi in cui riconoscersi, fare comunità, condividere le scelte.
Conoscenza e conservazione sono già essi stessi innovazione. Modificare con usi impropri questi luoghi di una bellezza infinita non è la strada giusta per una discussione per tutelarli e ridare loro un senso che già hanno! La mortificazione e lo snaturamento di questi importanti territori e paesaggi, trasformandoli in banali contenitori di beni di consumo, realizzano solo alterazioni e profonde manomissioni irreversibili.
Restituzione è la parola chiave di una consapevolezza per il recupero di un monumento patrimonio dell’umanità da mantenere, restituire e tramandare alla comunità intera.
Perciò il modello di sviluppo della montagna delle Dolomiti come fino ad oggi è stato attuato è un controsenso ed il dossier ne chiarisce bene le ragioni.
Sono qui anche per ribadire una nostra preoccupazione sulla richiesta di attribuzione alla Regione Veneto di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia in 23 materie istituzionali, soprattutto quando si parla praticamente di smantellare l’organigramma Ministeriale delle Soprintendenze attribuendo competenze e decisioni ad un apparato regionale, come a dire controllore e controllato una cosa unica!
Al contrario la sua “indipendenza” istituzionale ha fatto si che recentemente la Direzione Generale del MIBAC si sia espressa con fermezza sulla necessità vera e “non politica” dei vincoli apposti tra il Comelico e la Val D’Ansiel in contrasto con la Regione Veneto ed ai suoi piani turistici e sportivi per i prossimi anni.
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Conferenza stampa delle associazioni ambientaliste nazionali e dei comitati locali
DOLOMITI: nel decennale del riconoscimento UNESCO più ombre che luci. Dopo dieci anni di confronti il bilancio è negativo: prevalgono incoerenza e inefficienze. Tanto marketing e poca o nulla tutela del patrimonio dell’Umanità.
Le associazioni ambientaliste e i comitati locali presentano in anteprima alla stampa il dossier che verrà consegnato a Parigi alla sede dell’UNESCO.
Martedì 17 dicembre ore 11.00 Università Cà Foscari – Aula Magna S. Trentin
Ca’ Dolfin Dorsoduro 3825/e – 30123 (VE)
Le associazioni ambientaliste e i comitati locali presentano in anteprima alla stampa il dossier che verrà consegnato a Parigi alla sede dell’UNESCO:
Mountain Wilderness
Amici della Terra
Italia Nostra
Legambiente
Lipu
Federazione Pro Natura
WWF
Federazione Protezionisti Sudtirolesi Dachverband
Lia per natura y usanzes
Peraltrestrade (Cadore)
Ecoistituto del Veneto Alex Langer
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Le associazioni ambientaliste nazionali e i comitati spontanei locali del Triveneto, presentano in anteprima il dossier che sarà recapitato alla sede UNESCO di Parigi.
Il documento, suddiviso in 9 capitoli, ripercorre la storia del successo di Siviglia del 26 giugno 2009 iniziata da Mountain Wilderness, Legambiente e SOS Dolomites nel 1993 a Cortina e poi coltivata con un rigoroso impegno durato 26 anni: un impegno di proposta e critica teso alla conservazione di uno dei più importanti siti naturalistici e paesaggistici del mondo. Dopo anni di tentativi falliti di interlocuzione con la Fondazione, le Associazioni, loro malgrado, hanno deciso di presentare un dossier dettagliato degli impegni non rispettati direttamente alla Sede Centrale di Parigi.
Nella conferenza stampa le associazioni firmatarie illustreranno gli obiettivi condivisi della Fondazione, la preoccupante assenza di iniziativa realizzativa, le diffuse incoerenze fra quanto scritto nell’atto programmatico di gestione e le scelte politiche attuate nei territori.
Aree sciabili, recupero dei paesaggi, gestione della mobilità e degli accessi in zone delicate (passi dolomitici, mobilità pubblica, ferrovie, accessi in zone fragili, parcheggi in quota), fauna selvatica, alpeggi e selvicoltura, manifestazioni turistiche e sportive aggressive, eliturismo sono tutti temi divenuti un miraggio da libro dei sogni. La Fondazione sembra investa in un unico settore: la promozione di manifestazioni che abbiano un immediato ritorno di promozione turistica evitando di affrontare la complessità di quanto UNESCO ha richiesto fin dall’accettazione della candidatura nel 2009 e ha poi ribadito nel dettaglio con la visita commissariale del 2011.
Le Associazioni unite chiedono alla Fondazione Dolomiti UNESCO e ai soci fondatori, Regioni e Province autonome, di riprendere le fila del progetto cominciando fin da subito a rendere esigibile quanto sottoscritto nel piano di gestione, rispettandone la tempistica e mantenendo coerenza con la conservazione dei beni nelle scelte dello sviluppo dei diversi territori.
La scelta della sede della conferenza stampa a Venezia conferma il lavoro svolto dalla associazione nel tentativo di tenere uniti questi due straordinari patrimoni UNESCO: Venezia monumento culturale e le Dolomiti monumento naturale. Due realtà estremamente fragili, due realtà che non ricevono dalle istituzioni, nazionali e locali, le dovute attenzioni tese alla conservazione di questi straordinari patrimoni.
Alla Conferenza stampa saranno presenti i dirigenti nazionali delle Associazioni che hanno sottoscritto il documento, il Presidente onorario di Mountain Wilderness International Carlo Alberto Pinelli, la Vicepresidente di Mountain Wilderness International Gabriella Vanzan, il Presidente onorario di Mountain Wilderness Italia Luigi Casanova, il presidente di Mountain Wilderness Italia Franco Tessadri, altri dirigenti nazionali accompagnati dai rappresentanti dei comitati locali che hanno contribuito al percorso partecipativo di costruzione del Piano di gestione della Fondazione.
Il Presidente di Mountain Wilderness Italia onlus – Franco Tessadri
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L’invito