Italia Nostra

Data: 14 Maggio 2018

Pescara, Convegno “Riscoprire la Città scomparsa”

Convegno “Riscoprire la Città scomparsa” che si terrà mercoledì 16 maggio alle ore 16.00 presso l’Auditorium “Petruzzi” del Museo Genti d’Abruzzo di Pescara. Consulta il programma Pescara Scomparsa 16 maggio 2018

Nella città di Pescara si registra un’attenzione  costante sul tema della città storica: pubblicazioni, cicli di conferenze, questioni di attualità (si pensi all’irrisolta questione  del mosaico romano rinvenuto sulla golena sud del fiume) testimoniano dell’interesse diffuso per le tracce  degli insediamenti antichi; tuttavia perdura la tendenza all’oblio nelle azioni di trasformazione urbana che investono ormai anche la storia recente, non appena  il rapporto funzionale con la città mostra segni di obsolescenza, senza che intervenga uno scatto di progettualità volto a reimmettere l’esperienza dell’antico nel flusso vitale della fruizione urbana, mediante il recupero di quelle tracce, anche all’interno del progetto contemporaneo. E’ opportuno che il tema venga proposto organicamente in sede pubblica combinando la riaffermazione del suo valore con la prospettazione di linee di azione su cui innestare la progettualità pubblica.

Il livello degli studi e delle conoscenze sulla Pescara antica  è sufficientemente maturo per trattarli sistematicamente, come nelle sedi deputate già avviene, ancorché con taglio necessariamente settoriale e specialistico ;mentre del tutto insufficiente appare il livello di consapevolezza sulla presenza “urbanistica” delle relative vestigia in città e sulla possibilità di metterle in valore, sia sul piano di una  conoscenza dei singoli oggetti più estesa rispetto agli specialismi, sia per riconoscerne spazialmente la presenza  (anche, ove del caso, con  interventi di riuso e/o integrazione con elementi di  moderna progettazione). Analoga disattenzione si registra su altri elementi caratterizzanti la città ed il paesaggio storici come le fontane suburbane e la vegetazione originaria.

Riteniamo opportuno presentare in un piano progressivo e graduale una strategia che riporti all’esperienza della vita urbana quotidiana alcune significative tracce della storia. Le stagioni della città possono ritrovare una loro leggibilità  attraverso le pietre, se la città stessa le riconosce, le mostra, ne usa i manufatti.

La presentazione di una sintesi delle stato delle conoscenze della città romana, medioevale, sette/ottocentesca e novecentesca e degli elementi ambientali storici da parte di studiosi qualificati costituisce premessa e fondamento di una proposta che vada in tal senso.

Di seguito si elencano  gli elementi principali che possono costituire  la base di tale strategia che definiremmo di recupero della città scomparsa all’esperienza quotidiana; essa andrà presentata unitariamente, come disegno da compiere per fasi, nel quale inserire le singole azioni. Naturalmente essi potranno essere integrati e/o riformulati, sulla base del procedere di conoscenze e di nuovi contributi

– definizione operativa del Parco archeologico (e non solo) di Colle del Telegrafo con la messa in valore dei reperti preromani e suo inserimento nel sistema del verde di Pescara Nord. L’apertura parziale dell’ area va in questa direzione, ma essa deve essere integrata da esaurienti sussidi conoscitivi e le sue modalità d’uso  compatibili con la presenza/ricerca archeologica.

-scavo ed opere per la  fruizione di una “Stanza della storia”: un’area significativa intorno al mosaico che contenga gli elementi della stratificazione storica presenti nelle sue adiacenze ( tratti murari, fondazioni di varie epoche, ecc.) , da proteggere con un ambiente vetrato praticabile, connesso al muro delle Caserme ( e attraverso questo alla struttura museale retrostante), sorvegliato, illuminato e visitabile

– spostamento del distributore di benzina sul ponte, scavi relativi al bastione sottostante e riconfigurazione di uno spazio pubblico che ne recuperi e/o evochi la antica presenza.

– recupero dell’area “caserma Rampigna” a nord del fiume, con lo spostamento della Questura, l’apertura dell’area alla città pensando ad una funzione pubblica compatibile (ad es. la Biblioteca provinciale), l’accessibilità per la chiesa storica, per la tratta di mura della fortezza ivi rimasta e per la piscina/palestra ora di uso esclusivo paramilitare; a ciò potrebbe integrarsi la creazione di orti didattici o di un piccolo giardino botanico urbano.

L’area, con la eliminazione (questa volta virtuosa) della cinta muraria, si integrerebbe al tessuto circostante e, sul lato del fiume, costituirebbe la maggiore zona pubblica ad esso connesso; una significativa premessa ad una nuova configurazione del lungofiume, con, tra l’altro, la significativa presenza dell’ex circolo Canottieri.

– programma di scavi e ricerche dei sotterranei della fortezza segnalati dal pittore Baldacci e da altre fonti, soprattutto a ridosso del tracciato ferroviario per verificare la possibilità di un’accessibilità aperta e/o comunque, di una mappatura scientifica.

– progetto di messa in evidenza dell’area della ex fortezza, mediante un lavoro sulle pavimentazioni che ne ricostruisca il perimetro nell’attuale città, per restituire all’esperienza quotidiana la sua memoria in termini fisico/spaziali, lavorando sull’ espressione del limite/attraversamento; un’opportuna cartellonistica illustrativa sarebbe di complemento.

–  Verifica della possibilità di una parziale “emersione” delle opere portuali antiche, individuate nelle campagne di scavi, da integrare ad un nuovo assetto delle rive fluviali che le riporti allo stato pregresso di superfici inerbite, integrando gli eventuali ritrovamenti ad un nuovo spazio per il tempo libero nel centro della città che le due rive potrebbero costituire.

– creazione del primo nucleo del “museo della città” dove esporre i reperti, raccogliere le   testimonianze documentali  e, soprattutto, costituire un centro di continua illustrazione del divenire storico urbano anche mediante ricostruzioni informatiche, plastici, ecc. A tal fine si può indicare l’ala delle Caserme ora occupata dal Genio Militare, in via di acquisizione dal Demanio. Questa soluzione si segnala per essere  relativa a un edificio storico, nell’area  interessata dal progetto in questione; in alternativa più ambiziosa si possono proporre l’edificio dell’ ex stazione  FEA o dell’ex caserma Di Cocco.

-ipotesi di recupero per i principali edifici in area centrale otto/ novecentesca, promuovendone politiche di riuso e la preservazione dei caratteri architettonici, come capisaldi degli stessi necessari processi di riqualificazione urbana.

-Individuazione della vegetazione storica residua e illustrazione delle prospettive di suo restauro e/o riproposizione in interventi di valore paesistico; censimento e valorizzazione delle fontane.

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