CAMPAGNA VIRTUALE BENI IN PERICOLO: LA LISTA ROSSA – MURO LUCANO (PZ)
Costruita a partire dal 1915, contestualmente alla Diga, rappresenta il fulcro del progetto di sviluppo economico che Francesco Saverio Nitti intendeva perseguire nel meridione. Costato 900.000 lire, l’impianto, alimentato dall’acqua defluita attraverso la diga, riforniva di elettricità diversi comuni del potentino. L’impianto, composto da due gruppi di 750 HP, entra a pieno regime nel 1920, e funzionò correttamente fino al 1970, anno in cui, in seguito alla ricognizione di danni strutturali nella diga, la produzione di energia venne sospesa e, poco dopo, l’impianto venne definitivamente bloccato. Ad oggi, nonostante progetti di recupero, la centrale è in disuso, ed in pessime condizioni. Si tratta di un importante bene pubblico che, oltre a rappresentare un complesso di archeologia industriale tra i primi in Europa, ha un forte significato legato all’acqua e al suo utilizzo rispettoso e consapevole. La Centrale idroelettrica di Muro Lucano è il cuore pulsante di un importante progetto energetico collegato ad una diga artificiale, ad una torre idrometrica e a tutto il sistema congiunto di cunicoli e tubazioni. Oggi il sito potrebbe essere recuperato come Museo dell’acqua, riportando in loco gli oggetti, le attrezzature e gli arredi, tutti sottratti e ubicati altrove. Un luogo da restituire ai Lucani e a quanti vorrebbero ammirare uno dei più grandi e importanti progetti energetici europei di inizio secolo scorso. La zona di Muro Lucano, inoltre, custodisce un importante acquifero carsico, per il quale è iniziato l’iter di tutela attraverso una proposta di legge. Da sempre quest’area è stata legata con un filo diretto all’acqua e al suo uso consapevole e rispettoso.