Parma dedica una mostra a Luigi Magnani, uno degli uomini di cultura più grandi del suo tempo, proprio nell’anno in cui la città’ e’ Capitale Italiana della Cultura. «Luigi Magnani, l’ultimo romantico» sarà aperta al pubblico fino al 13 dicembre con orario 10.00-18.00.
Nato nel 1906, da un imprenditore agricolo dedito all’allevamento del bestiame, durante i suoi anni di studio divenne discepolo del grande storico dell’arte Adolfo Venturi e allievo del grande maestro Alfredo Casella. Amico di artisti come Giorgio Morandi, Giuseppe Ungaretti ed Eugenio Montale, l’arte, la musica e la letteratura, ma soprattutto l’accostamento tra le varie forme d’arte per rivelarne le reciproche affinità lo hanno appassionato per tutta la vita. A Roma insegnò a lungo. Collaborò con l’Enciclopedia Italiana Treccani e fu tra i fondatori di Italia Nostra.
“Luigi Magnani Rocca assumeva ed esercitava quei due aspetti della sua persona, di esteta e di storico, anche nei confronti della natura, intesa come l’ambiente da cui siamo circondati e in cui viviamo, naturale, domestico e urbano; e che questa è la ragione dell’essere egli stato uno dei fondatori di Italia Nostra. Poiché le ferite e le deturpazioni fatte al paesaggio e alle opere erano un oltraggio agli oggetti stessi dell’estetica e della storia; quindi paesaggio e opere dovevano essere in ogni modo e con ogni sforzo protetti, custoditi, salvati” (da “Ricordo di Luigi Magnani Rocca” di Roberto Tassi, dal Bollettino di Italia Nostra n. 231 del 1985).
Morì a 68 anni nel 1984, dopo avere costituito nel 1977 la «Fondazione Magnani-Rocca», con sede nella villa che suo figlio nel 1990 aprì al pubblico.
Alcuni cenni biografici:
Nasce a Reggio Emilia il 29 gennaio 1906 da Giuseppe Magnani, un imprenditore agricolo e titolare di un’industria casearia, ed Eugenia Rocca, di una nobile famiglia della Liguria.
Nel 1927, ancora studente universitario, gli viene conferito il premio “Campanini” della Regia Deputazione di Storia Patria per la memoria presentata su Gerolamo Toschi e l’Accademia Romana di Filosofia Naturale.
Nel 1929 si laurea in Lettere Moderne con una tesi in storia dell’arte sullo scultore modenese del Cinquecento Antonio Begarelli e nel 1938 si abilita alla docenza in storia dell’arte medioevale e moderna. Insegnerà storia delle arti decorative del manoscritto e del libro all’Università “La Sapienza” di Roma e storia della musica all’Università di Lecce.
Oltre alla storia dell’arte, la grande passione di Magnani è certamente la musica; uno dei suoi maestri fu Alfredo Casella. Per alcuni anni si dedica alla composizione (si ricordano ad es. Pavane, I Canti di Michelangelo, I Cori della Passione).
Nel 1950 diviene presidente dell’Associazione Italo-Francese Parma e organizza un Comitato per la commemorazione di Stendhal. Nel 1952 l’Accademia di Belle Arti di Parma lo nomina Accademico d’Onore per i suoi “riconosciuti meriti”.
Nel 1955 fonda Italia Nostra, della quale sarà anche consigliere nazionale dal 1957 al 1959.
Nel 1962 entra a far parte della Pontificia Accademia di belle arti e lettere dei Virtuosi al Pantheon di Roma e pubblica “I quaderni di conversazione di Beethoven”, contributo tra i più importanti per l’approfondimento dei taccuini redatti da Beethoven ormai quasi diventato sordo.
Nel 1964 cura per la Rai una serie di trasmissioni nel quarto centenario della morte di Michelangelo.
Nel 1972 vince il Premio selezione Campiello col romanzo Il nipote di Beethoven.
Nel 1977 costituisce giuridicamente la Fondazione Magnani Rocca, per ricordare i genitori.
Nel 1979 gli viene conferito il premio mondiale “Targa d’oro per l’Ecologia”.
Nel 1981 viene insignito del premio Otto/Novecento di critica letteraria per la sezione “Edito”.
Nel 1982 esce Il mio Morandi, opera che testimonia l’amicizia fra i due personaggi e ne raccoglie la corrispondenza.
Luigi Magnani muore nella villa di Mamiano il 15 novembre 1984.
per ulteriori approfondimenti: https://www.italianostra.org/il-29-gennaio-1906-nasceva-luigi-magnani-fondatore-di-italia-nostra/