Durante la giornata dedicata al decennale dalla riapertura dell’Archivio di Stato dell’Aquila, Mariarita Signorini, presidente nazionale di Italia Nostra, ha incontrato i vertici del MiBACT e dell’amministrazione cittadina, insieme agli attivisti della sezione dell’Aquila, per ricordare l’impegno comune profuso per la tutela degli archivi abruzzesi dopo il terremoto del 2009. E’ stata infatti l’occasione per ricordare il progetto di Servizio Civile “Gli Archivi storici d’Abruzzo. Recupero di memoria e identità” promosso da Italia Nostra immediatamente dopo il sisma, che ha permesso il censimento degli archivi comunali nei 54 Comuni del cratere. Italia Nostra, all’indomani del terremoto ha adottato l’Archivio di Stato dell’Aquila come simbolo per una ricostruzione di qualità dell’intero sistema territoriale. Il 31 luglio 2009 l’Archivio di Stato è stato tra i primi presìdi culturali a tornare operativo e diventare un prezioso contenitore degli archivi per la ricostruzione, dal Catasto all’archivio storico del comune capoluogo. La presidente ha anche ringraziato il Dott. Paolo Muzi per il costante e straordinario impegno profuso per l’Archivio e per la conservazione dei beni culturali del capoluogo abruzzese.
Nella speranza di poter continuare la proficua sussidiarietà tra istituzioni e associazionismo, le più rilevanti associazioni locali hanno recentemente diffuso un appello affinché si superi le persistente incertezza in merito all’assetto degli organi di tutela dei Beni culturali e paesaggistici in Abruzzo. La collaborazione tra pubblico ed associazioni ha dato infatti ottimi risultati (basti pensare al restauro di tele delle collezioni del Museo Nazionale d’Abruzzo, MuNDA) ma perché queste azioni possano proseguire è necessario un assetto stabile e coerente.
La visita della presidente è poi proseguita nel centro storico dell’Aquila per vederne lo stato di ricostruzione. “Accanto ai tanti palazzi privati splendidamente ricostruiti e restaurati – dichiara Mariarita Signorini – si deve purtroppo lamentare la lentezza delle ricostruzioni dei palazzi pubblici e di alcune chiese e l’esiguità della popolazione ritornata a vivere nella città storica.”
ITALIA NOSTRA