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Complesso della Basilica di San Martino Maggiore a Bologna (BO): il Chiostro dei Morti e il teatro

Autore segnalazioneLa precedente segnalazione è stata effettuata il 16 settembre 2016 dalla Sezione di Bologna di Italia Nostra – bologna@italianostra.org
Data aggiornamento24/10/2021
Denominazione beneComplesso della Basilica di San Martino Maggiore a Bologna (BO): il Chiostro dei Morti e il teatro
RegioneEmilia-Romagna
ProvinciaBologna
ComuneBologna
LocalitàCentro storico
IndirizzoVia Guglielmo Oberdan, 25
Indirizzo di georeferenziazione (da Google MAPS) 44.49734254799064, 11.347031034590392
CategoriaBeni culturali
Categoria specialistica bene culturaleMonastero
Inserire immagine castel-sanmartino-maggiore-768x511-1.jpg
Descrizione immagineComplesso della Basilica di San Martino Maggiore a Bologna (BO): il Chiostro dei Morti
Inserire immagine castel-maggiore-bologna.jpg
Descrizione immagineComplesso della Basilica di San Martino Maggiore a Bologna (BO): il teatro
Descrizione generale del beneLa basilica e l’ex Convento di San Martino Maggiore a Bologna furono fondati dai Carmelitani Scalzi all’inizio del XIII secolo e poi rimaneggiati, in varie fasi e periodi storici, a partire dalla prima metà del ‘400.

Tra i tanti ambienti che lo compongono uno dei più significativi è il cosiddetto “Chiostro dei Morti”, costruito a partire dagli inizi del ‘200 e fatto ampliare dai Carmelitani nel 1360 su progetto dei fratelli Jelmi. Un ulteriore ampliamento, verso via Mentana, avvenne, nella seconda metà del XV secolo, ad opera di Tommaso da Imola. Il suo aspetto attuale è stato, però, impresso dai lavori effettuati agli inizi del XVI secolo su progetto dell’architetto Giovanni da Brensa il quale costruì l’intero secondo piano, composto da un loggiato caratterizzato da una sequenza di archi a tutto sesto poggianti su colonne di ordine ionico. Questo si imposta su un portico che si sviluppa su quattro lati e, i suoi archi, risultano avere un diametro doppio rispetto a quelli del piano superiore. Il nome “Chiostro dei Morti” deriva dalla sua antica funzione cimiteriale la quale, ancora oggi, si rilegge grazie alle diverse lapidi e iscrizioni funerarie conservate al  piano terra.

Sempre all’interno di questo complesso si trova il cosiddetto “Teatro di San Martino”, oggi in stato di abbandono, il quale occupava gli spazi dell’oratorio, adibito dai Carmelitani a biblioteca, costruito nella prima metà del XVII secolo su progetto dell’architetto Giovanni Battista Falcetti. Questo, sulla parete di fondo, conserva ancora quello che può essere considerato il più grande affresco di Bologna, raffigurante la disputa di San Cirillo di Alessandria e composto da circa 104 mq e sessante figure, opera di Lucio Massari, allievo di Passarotti e di Ludovico Carracci. L’intero ambiente è coperto da un soffitto ligneo a cassettoni risalente all’Ottocento.

In seguito alle soppressioni degli ordini religiosi portate avanti da Napoleone, quando parte del convento fu venduto a privati, la biblioteca subì varie trasformazioni, assumendo nel 1814 la funzione di cinema-teatro e divenendo, poi, tra il 1984 e il 1990, aula universitaria nelle quale tenne le sue lezioni, tra gli altri, Umberto Eco. Nel 1993 assunse nuovamente la funzione di teatro utilizzato fino a pochi anni.

Ad oggi, questo spazio è chiuso al pubblico e fortemente degradato mentre il chiostro, a partire dall’estate del 2020, ha ospitato diversi eventi di carattere teatrale e musicale.
Presenza di elementi di pregioI due ambienti dell’ex Convento di San Martino Maggiore qui analizzati presenta ancora una serie di pregevoli apparati decorativi.

Il "Chiostro dei Morti", con la sua sequenza di arcate a tutto sesto su due livelli, presenta ancora le colonna su cui esse si impostano. In particolare, al piano terra, l'ordine utilizzato è quello corinzio mentre, quello del secondo piano, è ionico. All'interno del portico sono ancora visibili molte delle antiche lapidi cimiteriali dotate di bassorilievi che ricordano i defunti.

Il teatro, invece, un tempo Oratorio del Monastero e, poi, biblioteca, conserva, sulla parete di fondo, il grande affresco tardo cinquecentesco opera di Lucio Massari e il soffitto ligneo a cassettoni, risalente al XIX secolo, finemente decorato. A questo si sommano le cornici e le paraste in stucco che caratterizzano l'intero spazio.
Interesse culturale del bene (c.d. vincolo)No
Tipo interesseI beni non presentano specifica dichiarazione di interesse (vincolo) ma presentano un interesse culturale secondo le disposizioni dell'art. 10 del D.Lgs 42/2004.
Interesse pubblico del beneIl bene manifesta un grande interesse pubblico poiché, con la sua grande estensione, che comprende l'intera area tra le vie Oberdan, Marsala, Mentana e Moline, è un complesso che molto ha condizionato e guidato lo sviluppo urbanistico all'interno di quest'area del centro storico. A questo si somma il grande valore artistico degli ambienti qui analizzati, basti pensare al fatto che, l'affresco presente sulla parete di fondo dell'Oratorio o Teatro San Martino, con i suoi 104 mq, è il più esteso di tutta Bologna.

Oltre a ciò non va trascurato il ruolo svolto proprio dal "Teatro San Martino" per lo sviluppo culturale della città. Esso, infatti, è stato sede di diversi eventi e rappresentazioni teatrali di grande rilievo e prestigio. Da non dimenticare, inoltre, è il fatto che, durante il periodo in cui questo ambiente fu aula universitaria, in esso ha tenuto lezione Umberto Eco.
Periodo di realizzazioneCHIOSTRO DEI MORTI: XIII-XVI secolo TEATRO: XVII secolo
Funzione in passatoI beni erano parte integrante del Convento di San Martino Maggiore. In particolare, il "Chiostro dei Morti" era uno dei cinque chiostri del grande complesso religioso mentre, quello che in tempi moderni è stato un teatro, nasce come Oratorio e, in seguito, Biblioteca dei Carmelitani Scalzi che abitavano il Monastero.
Elementi di rilievo dal punto di vista storico-documentaleIl bene era uno dei più importanti e estesi Monasteri bolognesi e rappresenta un esempio di architettura, più volte rimaneggiata, ma esistente fin del XIII secolo.

In particolare, il chiostro è un esempio di architettura cinquecentesca con elementi risalenti alla fase medievale mentre, l'Oratorio, costruito nel XVI secolo, è stato poi modificato nell'Ottocento quando, dopo il periodo napoleonico, divenne un importante teatro cittadino. Tra gli eventi che hanno avuto luogo nell'allora Teatro Cinema Contavalli si rammentano i festeggiamenti per l'ingresso di Giocchino Murat in città (2 aprile 1815) e la prima rappresentazione del "Barbiere di Siviglia" a Bologna (1816). Inoltre, quando divenne aula universitaria, tra il 1984 e il 1990, fu sede delle lezioni di Umberto Eco.
Sito/URLhttp://vincoliinrete.beniculturali.it
Sito/URLhttps://www.cooperazione.net/monumentale-san-martino
Sito/URLhttps://facciamoungiroincentro.blogspot.com/2017/02/basilica-di-san-martino-santuario-della.html
Sito/URLhttps://www.ansa.it/emiliaromagna/notizie/2020/06/25/riapre-chiostro-san-martino-bologna-con-musica-e-comicita_f16ee76e-a5b1-4b83-b69b-683925c1f973.html
Stato di conservazioneMediocre
Descrizione dello stato di conservazioneIn generale i due ambienti presentano un mediocre stato di conservazione legato essenzialmente alla mancanza di manutenzione. Il Chiostro, restaurato nel 1939, necessita oggi di nuovi interventi dato il manifestarsi di un forte degrado superficiale legato alla caduta di intonaco e a fenomeni di risalita capillare.

Il teatro, invece, è ormai chiuso da diverso tempo a causa di dissesti statici. L'affresco, inoltre, appare fortemente compromesso.
Funzione attuale del beneIl "Chiostro dei Morti" è utilizzato, in occasioni speciali, sia dal parroco di San Martino Maggiore che, a partire dall'estate 2020, come sede di eventi teatrali all'aperto.

Il teatro, invece, è chiuso e in stato di abbandono.
E’ raggiungibile da una strada?
E’ raggiungibile da un sentiero?No
E’ possibile avvicinarsi?
IndicazioniIl complesso dell'ex convento di San Martino Maggiore si colloca nel centro abitato di Bologna, all'angolo tra via Guglielmo Oberdan e via Marsala.

Il "Chiostro dei Morti" è utilizzato come luogo di passaggio per accedere agli altri spazi interni al convento e, talvolta come teatro all'aperto, quindi, è avvicinabile e accessibile al pubblico.

L'accesso al teatro è, invece, interdetto a causa delle sua condizioni di degrado.
Altre notearch. Angela Lato

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