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Il Quartiere dei Liparioti o degli Schiavi Battezzati a Caserta

Autore segnalazioneLa precedente segnalazione è avvenuta il 25 maggio 2018 ad opera della Sezione di Caserta di Italia Nostra – caserta@italianostra.org.
Data aggiornamento14/06/2021
Denominazione beneIl Quartiere dei Liparioti o degli Schiavi Battezzati a Caserta
RegioneCampania
ProvinciaCaserta
ComuneCaserta
IndirizzoVia dei Passionisti, 7
Indirizzo di georeferenziazione (da Google MAPS) 41.078836, 14.321309
CategoriaBeni culturali
Categoria specialistica bene culturaleEdificio residenziale
Inserire immagine Caserta-1.jpg
Descrizione immagineIl Quartiere dei Liparioti o degli Schiavi Battezzati: vista del fronte su Via dei Passionisti
Inserire immagine Caserta1.jpg
Descrizione immagineIl Quartiere dei Liparioti o degli Schiavi Battezzati: vista della corte interna e della Cappella degli Schiavi o di Santa Maria de’ Sette Angeli
Descrizione generale del beneIl cosiddetto “Fabbricato della Cappella degli Schiavi”, così definito in una rappresentazione planimetrica dell’area risalente al 1826 custodita presso l’Archivio Storico della Reggia, è parte integrante del vasto progetto vanvitelliano volto alla costruzione della Reggia di Caserta. In particolare, si tratta di una delle costruzioni poste ai margini del Parco, lungo la strada che portava al Borgo di Ercole (oggi Via dei Passionisti), la cui funzione era quella di fungere da quartiere residenziale per tutti coloro che erano impegnati nei lavori di edificazione del palazzo reale e nel mantenimento dei vari apparati di corte.

Il complesso in oggetto fu edificato nei primi anni ’70 del Settecento e fu, con buona probabilità, opera di uno dei più stretti collaboratori di Luigi Vanvitelli, ossia Francesco Collecini, a cui era stata affidata anche la direzione dei lavori di costruzione della “Grande Peschiera” durante il periodo di assenza dell’architetto napoletano (Vanvitelli nel 1769 era stato chiamato a Milano dal conte Carlo Firmian per il restauro del Palazzo Ducale). Questo era un quartiere residenziale assegnato al “Real Corpo dei Volontari di Marina” detti Liparioti, poiché in gran parte provenienti dall’isola di Lipari, il cui compito era quello di assistere il re Ferdinando IV nelle attività di pesca e di caccia e di sorvegliare il parco e le sue ricchezze.

Il progetto prevedeva la realizzazione di una grande corte le cui ali laterali erano costituiti dagli ambienti destinati ad alloggi. Queste si sviluppavano, in origine, su di un unico piano e, ancora oggi, rappresentano le quinte di un grande cortile rettangolare sul cui lato est si erge il fulcro dell’intera composizione. Si tratta di una piccola chiesetta, collegata ai corpi laterali, dove l’essenzialità dei suoi apparati decorativi richiama quella dell’intero complesso in cui l’unico elemento di pregio è rappresentato dalle cornici che riquadrano le finestre. In particolare, la piccola facciata risulta essere sormontata da uno sporgente timpano sorretto da un ordine gigante di quattro paraste che inquadrano il portale di accesso con terminazione ad arco. Il corpo della chiesa, sul cui retro fuoriescono due campanili simmetrici, è racchiuso esternamente da un muro di forma semiellittica, mentre il suo interno è composto da una piccola navata unica con terminazione absidale.

L’intero complesso si affacciava sull’odierna Via dei Passionisti attraverso la presenza di un corpo trasversale che fungeva da fronte principale.

Nel 1786 il “Real Corpo dei Liparioti” venne sciolto, ma i suoi alloggi continuarono ad essere utilizzati come edifici di pertinenza della Reggia. Si segnala la loro ultima destinazione d’uso come locali ad uso abitativo destinati agli schiavi, provenienti prevalentemente da Costantinopoli, impegnati nella costruzione del palazzo reale (da qui il nome “Cappella degli Schiavi” risalente ad un documento datato 1826).

Questo quartiere residenziale, nel cuore del parco della Reggia, fu restaurato nel 1853, momento in cui, ai corpi che affacciavano su Via dei Passionisti, fu annesso un fronte simmetrico, integrato con la preesistenza, e caratterizzato da un doppio ordine di finestre di cui, quelle del secondo piano, presentano una forma ad arco sottolineata da una cornice su capitelli. Accanto a questi rimaneggiamenti, subiti nel corso della sua vita, si registra una sopraelevazione del braccio nord che, di fatto, ha rotto la simmetria che caratterizzava il cortile interno.

In seguito ai lavori di restauro, il 21 Febbraio 1856, il complesso divenne sede dei Padri della Congregazione della Passione di Gesù Cristo, fondata nel 1720 da San Paolo della Croce. Da questo momento in poi la Cappella assunse il titolo di Santa Maria de’ Sette Angeli e continuò ad essere utilizzata fino 1866 quando, in seguito alle direttive del Regio Decreto 3036, il Ritiro fu soppresso.

Il Quartiere dei Liparioti o degli Schiavi Battezzati, dopo un restauro condotto dalla Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio di Caserta e Benevento, dal 1997, è divenuto sede della Società di Storia Patria di Terra di Lavoro. Ad oggi, però, nonostante la sua destinazione d’uso, la maggior parte del complesso si presenta fortemente degradato. In particolare, l’ala nord e il fronte ottocentesco sono fortemente degradati, con una forte presenza di fenomeni di umidità legati a risalita capillare e infiltrazioni, mancanza di intonaco e infissi danneggiati.

Appare opportuna, quindi, un’ azione di restauro delle superfici anche degli spazi non utilizzati dalla Società al fine di restituire una giusta dignità ad un edificio che è parte integrante di una delle più importanti residenza reali d’Europa.
Presenza di elementi di pregioGli edifici che costituiscono il complesso presentano ancora, seppur con qualche lacuna, gli originali apparati decorativi di gusto vanvitelliano. In particolare, si fa riferimento alle cornici in stucco che inquadrano le aperture delle ali a destinazione residenziale e all'ordine che caratterizza la facciata della cappella. Questo è costituito da quattro paraste che sorreggono una cornice aggettante su cui si imposta un alto timpano, mentre il portale di accesso, anch'esso marcato dalla presenza di una cornice, presenta una terminazione ad arco.

Ulteriori apparati in stucco si riscontrano nel fronte ottocentesco in cui le sette campate sono segnate da un doppio ordine di paraste su cui poggiano cornici aggettanti. Di queste quelle del piano terra presentano una finitura a bugnato. Tra le paraste si aprono grandi finestrature di cui, quelle del primo ordine, presentano una forma quadrangolare segnata da una spessa e liscia cornice che richiama quelle della struttura originale. Il secondo ordine, invece, è costituito da finestre con terminazione ad arco sottolineate, nella parte superiore, da una cornice poggiante su piccoli capitelli decorati.
Interesse culturale del bene (c.d. vincolo)
Tipo interesseIl bene non è interessato da una specifica "Dichiarazione di interesse culturale" ma, essendo parte integrante del complesso del Palazzo Reale, è sottoposta ad una provvedimento di tutela indiretta. Quest'ultimo è, infatti, sottoposto a "Dichiarazione di interesse culturale" secondo quanto prescritto dalla Legge 1089/1939 (ID 386928).

Inoltre, in quanto parte del Parco della Reggia, presenta anche un interesse culturale secondo l'art. 136 del D.Lgs 42/2004.
Interesse pubblico del beneIl complesso del Quartiere dei Liparioti o degli Schiavi Battezzati, in quanto parte integrante della Reggia di Caserta, conserva un enorme interesse storico e culturale poiché, insieme all'intero Palazzo Reale e al suo Parco, costituisce la più grande opera urbanistica caratterizzante il tessuto della città di Caserta. Di conseguenza, lo stato di degrado che si riscontra sulle sue facciate, con particolare riferimento a quella su Via dei Passionisti, non va solo considerata uno stato di danno che potrebbe portare alla distruzione di un edificio settecentesco, ma anche come la possibilità di veder persa per sempre una porzione della Reggia e, quindi, come una possibile lacuna all'interno di un bene molto più vasto, il cui valore è inestimabile.

Inoltre, non va dimenticato che, lungo questa stessa strada che conduce al Borgo di Ercole, si riscontra la presenza di altre pertinenze del Palazzo Reale che vertono in uno stato di degrado e abbandono simile a quello del bene in oggetto.
Autore/iFrancesco Collecini
Periodo di realizzazioneXVIII secolo
Funzione in passatoIl complesso nasce come pertinenza della Reggia di Caserta.

In particolare, tra le sue principali funzioni si riscontra quella residenziale. Qui hanno, infatti, abitato, in una primo momento, i membri del “Real Corpo dei Volontari di Marina” detti Liparioti, poiché in gran parte provenienti dall’isola di Lipari, il cui compito era quello di assistere il re Ferdinando IV nelle attività di pesca e di caccia e di sorvegliare il parco e le sue ricchezze. In seguito allo scioglimento di questo corpo militare fu anche alloggio per gli schiavi impiegati nella costruzione del Palazzo.

Dopo il restauro del 1853 il complesso divenne sede dei Padri della Congregazione della Passione di Gesù Cristo, fondata nel 1720 da San Paolo della Croce e la Cappella assunse il titolo di Santa Maria de’ Sette Angeli.

Continuò ad essere utilizzato fino 1866 quando, in seguito alle direttive del Regio Decreto 3036, il Ritiro fu soppresso e i Passionisti abbandonarono Caserta.
Elementi di rilievo dal punto di vista storico-documentaleIl bene rappresenta un interessante esempio di architettura del tardo settecento ed è uno dei pochi edifici, facenti parte del complesso della Reggia, interamente progettato da Francesco Collecini, considerato uno dei maggiori collaboratori di Vanvitelli durante i lavori di progettazione del Palazzo Borbonico di Caserta.
Caricamento elaborati Caserta-2.jpg
Fonte elaboratoPlanimetria del Quartiere dei Liparioti, Archivio Storico della Reggia (da F. CAPANO, 2011, p. 71)
Nome autoreFrancesca
Cognome autoreCapano
TitoloCaserta. La città dei Borbone oltre la Reggia (1750-1860)
Anno2011
Casa editriceEdizioni Scientifiche italiane
Codice ISBN978-88-495-2198-6
Sito/URLhttps://www.academia.edu/
Sito/URLhttp://vincoliinrete.beniculturali.it/
Sito/URLhttp://www.storiapatriacaserta.it/
Sito/URLhttp://monumenti.altervista.org/
Stato di conservazioneMediocre
Motivazioni del degradoSuperficiali (umidità), Superficiali (mancanza di intonaco.), Generali (abbandono), Uomo (finestre rotte)
Descrizione dello stato di conservazioneLa porzione del complesso occupata dalla Società di Storia Patria di Terra di Lavoro, ossia l'ala sud e la cappella, appaiono in discrete condizioni. Di contro l'ala Nord e l'edificio ottocentesco che costituisce il fronte su Via dei Passionisti sono fortemente degradati. Molti degli infissi risultano essere danneggiati e, quindi, gli spazi interni sono, in alcuni punti, soggetti all'azione degli agenti atmosferici. Inoltre, l'intonaco e gli apparati decorativi in stucco manifestano lacune in più punti, mentre si riscontra una diffusa presenza di umidità dovuta alla risalita capillare e alle infiltrazioni che si verificano a causa dei danni a cui sono soggette le coperture.
ProprietàSoggetto pubblico
Tipologia soggetto pubblicoStato
Funzione attuale del beneA partire dal 1997 il bene è in parte occupato dalla Società di Storia Patria di Terra di Lavoro. In particolare, risultano utilizzate l'ala sud e la Cappella degli Schiavi adibita a biblioteca.

Il resto del complesso è, invece, in stato di abbandono.
E’ raggiungibile da una strada?
E’ possibile avvicinarsi?
E’ possibile accedere all’interno?
IndicazioniIl complesso è situato lungo il margine ovest del Parco della Reggia di Caserta ed è raggiungibile da Via dei Passionisti su cui è collocato l'accesso principale. Tuttavia, una porzione di edifici non è visitabile poiché in stato di abbandono, mentre la restante parte è accessibile solo per coloro che appartengono alla Società di Storia Patria di Terra di Lavoro o che fanno richiesta per la consultazione della loro biblioteca.
Altre notearch. Angela Lato

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