Autore segnalazione | La precedente segnalazione è stata effettuata nel maggio 2020 dalla Sezione di Palermo di Italia Nostra – palermo@italianostra.org |
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Data aggiornamento | 27/09/2021 |
Denominazione bene | Palazzo dell'Uscibene a Palermo (PA) |
Regione | Sicilia |
Provincia | Palermo |
Comune | Palermo |
Località | Quartiere Altarello |
Indirizzo | Fondo De Caro |
Indirizzo di georeferenziazione (da Google MAPS) | 38.10673951715545, 13.328308837741778 |
Categoria | Beni culturali |
Categoria specialistica bene culturale | Palazzo |
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Descrizione immagine | Palazzo dell'Uscibene a Palermo: vista del prospetto principale |
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Descrizione immagine | Palazzo dell'Uscibene a Palermo: vista di uno dei prospetti laterali |
Descrizione generale del bene | Il Palazzo dell’Uscibene, collocato nel quartiere Altarello di Palermo, insieme a quello di Maredolce, di Altofonte, la Cuba Sottana, la Cuba Soprana, la Piccola Cuba e la Zisa, rappresenta uno degli antichi solatium normanni sorti nell’area del Parco del Genoardo, il giardino reale che circondava la città. Questo, così come le altre costruzioni nate per svolgere la sua stessa funzione, era utilizzato dai re come luogo di riposo e di svago per i periodi caldi. L’edificio in oggetto, secondo alcune ricostruzioni stilistiche, fu edificato, forse su di una preesistenza di fondazione araba, durante il regno di Ruggero II (XII secolo) e, nel 1177, donato da Guglielmo II alla Chiesa. Da questo momento in poi fu residenza estiva degli arcivescovi di Palermo fino al 1499, quando il palazzo e il fondo ad esso annesso furono frazionati e ceduti in enfiteusi prima a varie famiglie aristocratiche palermitane e poi, alla fine del XVII secolo, all’Ordine dei Gesuiti di Messina. Nel 1786 l’intero fondo fu acquistato dalla famiglia De Caro. Da un punto di vista architettonico si presenta, all’esterno, come un edificio su due livelli con paramento in blocchi di pietra a vista apparecchiato in filari regolari e caratterizzato da una sequenza di archi ciechi a sesto acuto. All’interno, il piano terra, presenta un iwan a pianta quadrata all’interno del quale si aprono tre nicchie, coperte da semicalotte, che ancora manifestano tracce di muqarnas (decorazione architettonica di gusto arabo). Accanto a questi ambienti se ne accostano altri tipicamente normanni, come la torre e la piccola cappella gentilizia di Santa Maria del Sipene (quest’ultima collocata al piano superiore). Ad oggi, questo imponente edificio, è, in parte, ancora di proprietà privata ed, in parte, della Regione Sicilia, che nel 2016 ne ha espropriato una porzione (la cappella, l'iwan e il piccolo giardino esterno limitrofo) al fine di mettere in atto alcuni interventi di recupero e di messa in sicurezza. Nonostante i tentativi di recupero e valorizzazione del bene questo risulta in stato di abbandono e fortemente degradato. |
Presenza di elementi di pregio | Il palazzo presenta una serie di apparati decorativi in cui il gusto normanno si affianca ad elementi tipicamente caratterizzanti dell'architettura di matrice islamica. In particolare, il paramento esterno in blocchi di pietra piuttosto regolari è caratterizzato da una sequenza di grandi archi a sesto acuto. L'interno presenta al piano terra un iwan a pianta quadrata nel quale si aprono tre nicchie coperte da semi calotte decorate con un motivo a muqarnas. Il piano superiore, invece, completamente coperto con volte a crociera, presenta elementi più tipicamente legati alla tradizione normanna. Qui si colloca anche la piccola cappella di Santa Maria, ormai quasi completamente stravolta da un restauro effettuato negli anni '20 del secolo scorso, ma che conserva ancora un affresco risalente al XV secolo. |
Interesse culturale del bene (c.d. vincolo) | No |
Tipo interesse | Il bene non presenta una specifica "dichiarazione di interesse", ma possiede un interesse culturale secondo l'art. 10 del D.Lgs 42/2004. Inoltre, il bene è soggetto ad un vincolo apposto con Decreto Regionale n. 2160 del 22 luglio 1991. |
Interesse pubblico del bene | Il bene presenta un grande interesse storico, architettonico e culturale poiché rappresenta, nonostante i vari stravolgimenti subiti nel corso dei secoli, un validissimo esempio di architettura "arabo-normanna" e, insieme ad altri palazzi come quello di Maredolce, la Cuba e la Zisa, è parte di un più ampio circuito composto dai cosiddetti "Sollazzi" del Parco del Genoardo, ossia luoghi di riposo e di svago immersi nel verde, utilizzati dai re soprattutto durante il periodo estivo. |
Periodo di realizzazione | XII secolo |
Funzione in passato | Il palazzo dell'Uscibene fu edificato, probabilmente per volere di Ruggero II nel XII secolo, ed utilizzato come sua residenza estiva. Successivamente subì una serie di passaggi di proprietà ma continuò a mantenere la sua funzione originale almeno fino all'età moderna, quando è iniziato il suo declino ed è stato abbandonato e più volte occupato con usi impropri. |
Elementi di rilievo dal punto di vista storico-documentale | Il bene documenta in maniera chiara e pregevole lo stile architettonico ed artistico della Sicilia medievale rappresentando, allo stesso tempo, una tipologia edilizia molto diffusa e il tipico stile "arabo-normanno" che contraddistingue molti monumenti del XII secolo. |
Sito/URL | http://vincoliinrete.beniculturali.it |
Sito/URL | https://www.palermoviva.it |
Sito/URL | https://www.balarm.it |
Sito/URL | https://palermo.gds.i |
Stato di conservazione | Mediocre |
Motivazioni del degrado | Aspetti strutturali (crolli), Generali (abbandono), Uomo (finestre rotte) |
Descrizione dello stato di conservazione | Il bene manifesta un mediocre stato di conservazione legato alle diverse manomissioni avvenute nel corso dei secoli e ad alcuni crolli che si riscontrano, in particolare, sul paramento esterno. Mancano, inoltre, le finestre e questo provoca, in determinati periodi, l'ingresso di acqua piovana all'interno dell'edificio con la conseguente compromissione di questi spazi. |
Proprietà | Soggetto pubblico |
Tipologia soggetto pubblico | Regione |
Funzione attuale del bene | Il bene è, attualmente, in stato di abbandono. |
Eventuali progetti finalizzati al recupero/riutilizzo: | La Regione Sicilia, proprietaria a seguito di un esproprio di parte del complesso, ha elaborato un progetto di recupero volto all'inserimento di tale bene all'interno del percorso "Palermo arabo-normanna e le cattedrali di Cefalù e Monreale" nominato, nel 2015, patrimonio UNESCO. A tal proposito, anche grazie all'aiuto di Italia Nostra Onlus, si sta cercando di reperire tutti i fondi necessari ad effettuare tutte quelle opere di restauro e valorizzazione necessarie affinché anche il Palazzo dell'Uscibene venga riconosciuto come uno dei più importanti esempi di architettonica risalenti a questo periodo storico che ha segnato il volto di molte aree della città. |
E’ raggiungibile da una strada? | Sì |
E’ raggiungibile da un sentiero? | No |
E’ possibile avvicinarsi? | Sì |
E’ possibile accedere all’interno? | No |
Indicazioni | Il palazzo si colloca all'interno del quartiere Altarello di Palermo, in un'area un tempo ricoperta da verde e, ad oggi, fortemente urbanizzata. In particolare, è posizionato a pochi metri dalla fermata della linea tramviaria "Uscibene", lungo via Tasca Lanza ed è raggiungibile attraverso le due strade parallele che su essa si affacciano, ossia via Nave e via Fondo De Caro. |
E' aperto al pubblico? | No |
Altre note | arch. Angela Lato |
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Palazzo dell’Uscibene a Palermo (PA)
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