LISTA ROSSA ITALIA NOSTRA

Rocca di Monte Varmine a Carassai (AP)

Autore segnalazioneLe precedenti segnalazioni sono avvenute ad opera della Sezione di Fermo di Italia Nostra – fermo@italianostra.org.

In particolare, si riscontra una prima segnalazione risalente al 14 Ottobre 2019 e una seconda datata Aprile 2020.
Data aggiornamento12/06/2021
Denominazione beneRocca di Monte Varmine a Carassai (AP)
RegioneMarche
ProvinciaAscoli-Piceno
ComuneCarassai
LocalitàMonte Varmine
IndirizzoStrada Provinciale 58/23
Indirizzo di georeferenziazione (da Google MAPS) 43.023913, 13.643172
CategoriaBeni culturali
Categoria specialistica bene culturaleCastello
Inserire immagine Monte-Varmine-ingresso-principale.jpg
Descrizione immagineRocca di Monte Varmine: vista dell'arco di accesso posto sul fronte meridionale
Inserire immagine Monte-Varmine-vista-del-fronte-orientale.jpg
Descrizione immagineRocca di Monte Varmine: vista del fronte orientale
Descrizione generale del beneLa Rocca di Monte Varmine, situata su di un’altura compresa tra i fiumi Aso e Menocchio, rappresenta un interessante esempio di fortificazione medievale. Questo, infatti, nonostante i numerosi cambi di proprietà che hanno segnato la sua storia, è uno dei castelli meno rimaneggiati e meglio conservati delle Marche.

I suoi possedimenti si estendono per circa 700 ettari sui terreni che la circondano e comprendono anche la vicina Chiesa di Sant’Angelo in Piano e il cimitero quattrocentesco di San Luca.

La fondazione della fortezza risale al IX secolo d.C., ossia all’epoca longobarda. Secondo lo storico Giuseppe Michetti, infatti, il toponimo Monte Varmine dovrebbe risalire al termine longobardo “ward”, ossia guardia ad indicare il suo carattere di luogo di controllo e protezione delle campagne circostanti.

Il primo signore del castello fu il longobardo Longino di Attone, ma la prima notizia certa riguardo i passaggi di proprietà di questa imponente costruzione risale al 1060, quando i due proprietari del tempo donarono la Rocca al Vescovo di Fermo Olderico. Da questo momento in poi la Diocesi fermana esercitò la sua piena potestà giudiziale nel controllo e nell’amministrazione del castello e dei territori sotto il suo controllo fino al 1290 quando il Vescovo Gerardo donò la Rocca Monte Varmine a suo fratello Guglielmo da Massa.

Durante questo periodo, che possiamo definire come la prima fase storica del castello, questo doveva fungere da “ricetto”, ossia da deposito fortificato di prodotti agricoli in cui i contadini che abitavano il latifondo potevano rifugiarsi, insieme al bestiame, in caso di pericolo e necessità. Accanto a tale ipotesi funzionale si accosta anche quella dell’utilizzo residenziale poiché, come tutti i castelli abitati dal signore era costruito su di un’altura, composto da cinte murarie, camminamenti di ronda, contrafforti, scuderie, magazzini, alloggi, prigioni, chiesa e la torre maestra. Si può, quindi, affermare che ad una prima vocazione funzionale di “castello di campagna” si affianca, nel tempo, una sempre più marcata vocazione difensiva.

La seconda fase storica della Rocca di Monte Varmine, che dal 1340 aveva assunto il titolo di “Castello minore” dello Stato Fermano, inizia nel 1397 quando fu interamente venduta al cavaliere fermano della contrada Campoleggio, Matteo Mattei. Questi, dopo aver ottenuto il permesso dal Papa, diede avvio ad una serie di lavori di restauro che videro la ricostruzione dalle fondamenta della torre maestra, al fine di rinforzare la difesa del fronte settentrionale, la costruzione dei grandi merli e, nei punti più esposti, la predisposizione di un fossato. Questa grande opera di fortificazione era resa ancora più efficace dall’uso di armi da fuoco così come testimoniato dalle cannoniere ricavate sotto i merli del mastio e la “bombardella manesca” rinvenuta sotto le mura del castello.

Nel 1417 la fortezza cambiò nuovamente la sua proprietà e, attraverso un atto testamentario, il Mattei donò i suoi possedimenti alla Confraternita di Santa Maria della Carità di Fermo, con l’intento di trasformarla in un luogo di ricovero per anziani e invalidi. Tale funzione è attestata dalla presenza di un bassorilievo raffigurante la Madonna con Bambino e di uno stemma dell’ospedale incastonati su uno dei portali del lato est.

Attualmente la Rocca, pur insistendo sui territori appartenenti al Comune di Carassai, è proprietà del Comune di Fermo che l’ha ereditata dall’ Opera Pia Brefotrofio, insieme ai suoi 700 ettari di terreno.

Da un punto di vista compositivo la fortezza è costituita da un robusto circuito murario disposto secondo un andamento quandrangolare. L’accesso avviene attraverso un arco ogivale posto al centro della cortina sud e da qui ci si immette direttamente all’interno della corte, la quale conserva ancora la pavimentazione originale. Al suo interno, in asse con l’ingresso principale, si colloca l’imponente mastio merlato a pianta quadrata che presenta, oltre alle già citate cannoniere, un basamento con terminazione a scarpata. A sinistra della torre si trova una piccola chiesa, con campanile a vela, dedicata a S. Pietro apostolo, all’interno della quale, un tempo, era custodita la Crocifissione di Vittore Crivelli, attualmente conservata nella Pinacoteca Civica di Fermo. Sul lato opposto, rispetto alla chiesa sono, invece, disposte le vecchie stalle, parte degli alloggi, la cappella e l’originale porta castellana in cui sono ancora visibili le scanalature per la saracinesca. Il fronte orientale risulta quasi interamente scarpato e contraffortato da cordoli in pietrame.

Ad oggi l’intero complesso risulta in stato di abbandono e fortemente degradato. Si riscontra la presenza di problemi strutturali legati alla torre maestra e una serie di crolli che interessano diversi punti del castello. Pertanto, al fine di restituire tale imponente opera alla popolazione di Fermo e Carassai si auspica la messa in opera di interventi di restauro in vista, anche, di una sua rifunzionalizzazione in accordo con i suoi caratteri tipologico funzionali.
Presenza di elementi di pregioAll'interno della Rocca si riscontra la presenza di un bassorilievo raffigurante la Madonna con Bambino e di uno stemma dell’ospedale incastonati su uno dei portali del lato est. Inoltre, all'interno della cappella posta lungo il fronte orientale si conserva ancora una porzione di affresco.

Particolarmente interessanti sono, inoltre, le grandi opere legate all'architettura militare, come le imponenti merlature ghibelline con apparato a sporgere sorrette da archetti.
Interesse culturale del bene (c.d. vincolo)
Tipo interesseIl bene presenta un interesse culturale dichiarato con apposita "Dichiarazione di vincolo" riconducibile alla L. 364/1909 art. 5 del 12 Dicembre 1912.
Interesse pubblico del beneIl Castello di Monte Varmine, oltre a rappresentare una delle fortezze meno rimaneggiate sull'interno territorio marchigiano, è anche un importante punto di riferimento per i cittadini di Carassai e di Fermo. Questo, infatti, fin dal IX secolo domina le campagne circostanti ed è elemento imprescindibile del paesaggio. Inoltre, fino a pochi anni fa era ancora fortemente utilizzata dagli abitanti di Carassai, da cui dista circa 4 km, come luogo di incontro, mentre la chiesa di S. Pietro era ancora aperta a celebrazioni religiosi.
Periodo di realizzazionePRIMA FASE IX secolo d.C. - SECONDA FASE XIV secolo d.C.
Funzione in passatoLa Rocca, nel corso dei secoli, ha subito una serie di cambi di proprietà e di destinazioni d'uso, pur non perdendo mai il suo carattere di fortificazione.

In particolare, in una prima fase fungeva da “ricetto”, ossia da deposito fortificato di prodotti agricoli in cui i contadini che abitavano il latifondo potevano rifugiarsi, insieme al bestiame, in caso di pericolo e necessità. Accanto a tale ipotesi funzionale si accosta anche quella dell’utilizzo residenziale poiché, come tutti i castelli abitati dal signore era costruito su di un’altura, composto da cinte murarie, camminamenti di ronda, contrafforti, scuderie, magazzini, alloggi, prigioni, chiesa e la torre maestra. Si può, quindi, affermare che ad una prima vocazione funzionale di “castello di campagna” si affianca, nel tempo, una sempre più marcata vocazione difensiva.

La sua funzione cambia radicalmente dopo il 1417, quando fu donata alla Confraternita di Santa Maria della Carità di Fermo, con l’intento di trasformarla in un luogo di ricovero per anziani e invalidi. Tale natura di luogo di rifugio per persone fragili continua fino alla sua dismissione poiché, per un certo periodo, passò dall'essere un ospedale all' ospitare un brefotrofio.
Elementi di rilievo dal punto di vista storico-documentaleLa fortezza è testimonianza di un vasto periodo storico che va dal IX secolo fino ai giorni nostri. In particolare, a differenza di molti edifici di questa tipologia, mantiene ancora inalterato il suo carattere difensivo e questo lo rende un importantissimo esempio di architettura militare medievale.
Nome autoreLuigi
Cognome autoreGirolami
TitoloIl Castello di Montevarmine
Anno1988
Sito/URLhttp://vincoliinrete.beniculturali.it
Sito/URLhttps://www.iluoghidelsilenzio.it/
Sito/URLhttp://www.beniculturali.marche.it/
Sito/URLhttp://www.terredelpiceno.it/
Sito/URLhttps://www.cronachefermane.it/
Stato di conservazioneMediocre
Motivazioni del degradoAspetti strutturali (crolli), Aspetti strutturali (mancanza di tetto), Superficiali (vegetazione), Uomo (finestre rotte)
Descrizione dello stato di conservazioneLa Rocca di Montevarmine risulta attualmente in stato di abbandono e presenta un forte stato di degrado. In particolare, si riscontra la presenza, soprattutto nell'ala est, di vegetazione infestante e segnali di dissesto statico che riguardano il mastio. Inoltre, alcune porzioni della copertura degli ambienti che costituiscono il fronte orientale risultano in stato di crollo, mentre molte delle finestrature appaiono rotte e, quindi, espongono gli interni del manufatto all'azione degli agenti atmosferici.
ProprietàSoggetto pubblico
Tipologia soggetto pubblicoComune
Funzione attuale del beneIl bene è in stato di abbandono.
Eventuali proposte di riutilizzo:Nel 2017 è nato un Comitato a tutela della Rocca di Monte Varmine il quale, anche grazie all'azione della Sezione di Fermo di Italia Nostra, si è posto l'obiettivo di sensibilizzare circa azioni di restauro e consolidamento dell'intero complesso, oltre che della Chiesa di Sant'Angelo in Piano e del cimitero di San Luca, entrambi collocati all'interno dei possedimenti della fortezza.

Oltre al restauro, si auspica un riuso della Rocca i cui termini sono stati discussi nel corso di una visita guidata organizzata proprio dalla sezione fermana di Italia Nostra nell'ambito della Settimana del Patrimonio Culturale 2019. In particolare, dal dibattito è scaturita una proposta di rifunzionalizzazione del castello come luogo per visite guidate e, quindi, come 'museo di se stesso', ma anche come una sorta di centro polifunzionale per incontri, conferenze e concerti, o come centro didattico-naturalistico per bambini e studenti.
E’ raggiungibile da una strada?
E’ raggiungibile da un sentiero?No
E’ possibile avvicinarsi?
E’ possibile accedere all’interno?No
IndicazioniLa Rocca di Monte Varmine sorge, su di un'altura, a circa 4 km dal centro abitato di Carassai. Risulta essere facilmente raggiungibile mediante la Strada Provinciale 58/23 ed è avvicinabile solo dall'esterno. La fortezza è, infatti, attualmente chiusa al pubblico e il suo unico punto di accesso non è valicabile.
E' aperto al pubblico?No
Altre notearch. Angela Lato

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