Autore segnalazione | La precedente segnalazione è avvenuta il 28 agosto 2016 ad opera del Consiglio Regionale Sardegna di Italia Nostra sardegna@italianostra.org |
---|---|
Data aggiornamento | 16/06/2021 |
Denominazione bene | Torre di Cala Domestica |
Regione | Sardegna |
Provincia | Carbonia Iglesias |
Comune | Buggerru |
Località | Cala Domestica |
Indirizzo di georeferenziazione (da Google MAPS) | 39.375171, 8.375392 |
Categoria | Beni culturali |
Categoria specialistica bene culturale | Torre |
Inserire immagine | ![]() |
Descrizione immagine | La Torre di Cala Domestica: vista dal sentiero che conduce al fortilizio |
Inserire immagine | ![]() |
Descrizione immagine | La Torre di Cala Domestica: dettaglio delle feritoie e di una parte di muratura in stato di crollo |
Descrizione generale del bene | La Torre di Cala Domestica, situata su una delle alture che caratterizzano il territorio della Baia da cui prende il nome, si colloca, così come la Torre di Ischia Ruja e di Columbargia, all’interno di quel sistema difensivo ideato dagli spagnoli nella seconda metà del XVI secolo. In particolare, quando nel 1572 il capitano di Iglesias don Marcantonio Camos, a seguito di una ricognizione operata a nome di Filippo II di Spagna, stila una lista delle torri da costruire al fine di rafforzare le difese costiere, Cala Domestica è indicata come uno dei luoghi designati. La baia è, infatti, un luogo fortemente strategico e costituisce un approdo utilizzato come punto di stoccaggio dei minerali estratti nelle numerose miniere. Tuttavia, nonostante un presidio sia menzionato all’interno dei rilievi effettuati dall’architetto Rocco Cappellino nel 1577, probabilmente la costruzione della torre fu iniziata solo in epoca sabauda. I lavori prendono avvio intorno al 1765 ma, a causa di alcuni crolli verificatisi già in corso di costruzione, non terminarono prima del 1785. L’anno successivo si insediò la prima guarnigione, mentre nel 1798 fu regolarmente inscritta nel bilancio e nelle spese della “Reale Amministrazione delle Torri”, così come riportato da un rapporto del Vicerè Vivalda. Nel 1820 ed ancora nel 1831 le strutture della torre furono interessate da lavori di restauro. Nel marzo del 1843 risultava ancora armata dagli uomini del Corpo Reale di Artiglieria. Dismessa nella seconda metà del XIX secolo, fu nuovamente utilizzata durante la Seconda Guerra Mondiale per ospitare il personale della rete d’avvistamento costiero della Regia Marina. La struttura è in bozze di calcare e presenta un diametro di circa 12 m e un’altezza, dallo zoccolo basamentale al coronamento, pari a 11 m. L’ ingresso, posto a circa 6 m da terra, presenta un architrave in pietra sorretto da due piedritti dello stesso materiale. Da qui si entra in una camera voltata a cupola di diametro pari a circa 7 m su cui, oltre all’apertura di accesso, si aprono sei feritoie. All’interno si riscontra la presenza di un caminetto e di una botola che copriva la cisterna, la quale era accessibile anche da un’apertura posta sul basamento. Esternamente si conservano ancora, all’altezza della copertura, alcune mensole in tufo utilizzate per sostenere l’impalcatura di difesa. La “piazza d’armi” fu rimaneggiata durante la Seconda Guerra Mondiale, fase di cui rimane traccia delle cannoniere e di quattro garitte. Sempre a questo periodo risale la scala esterna a pioli in metallo la quale, ancora oggi, funge da collegamento verticale tra il piano di campagna e l’ingresso. Dal fortilizio è possibile vedere le torri di Porto Paglia, il Forte di San Vittorio, l'isola Piana e capo Pecora, dove si trovava la cosiddetta "guardia morta" (ossia una vedetta mobile priva di torre). |
Presenza di elementi di pregio | La Torre, attualmente, non presenta particolari apparati decorativi. Si riscontra, però, la presenza di alcuni particolari elementi tipologico-strutturali come la cupola posta a copertura dell'unica stanza che costituisce l'interno e il sistema di architrave e piedritti, composti da un unico blocco in tufo, che segnano le sette aperture costituite rispettivamente dall'ingresso e dalle sei feritoie. Sono, inoltre, presenti elementi tipici dell'architettura fortificata, come ad esempio i mensoloni in tufo che servivano a sorreggere l'impalcatura di difesa e la copertura piana utilizzata come "piazza d'armi". |
Interesse culturale del bene (c.d. vincolo) | No |
Tipo interesse | Il bene culturale non risulta essere soggetto a specifica "Dichiarazione di interesse" (c.d. vincolo), ma possiede un interesse culturale così come previsto dall' art. 10 del D.Lgs 42/2004. Il bene rientra, inoltre, nelle aree di interesse paesaggistico tutelate secondo l'art. 142, comma 1, lettera a del D.Lgs 42/2004 ("territori costieri compresi in una fascia della profondità di 300 metri dalla linea di battigia") |
Interesse pubblico del bene | La Torre di Cala Domestica è parte di un complesso più ampio che coinvolge numerosi tratti delle coste della Sardegna. Tale sistema rappresenta, al contempo, sia un patrimonio culturale di ingente valore sia un elemento imprescindibile all'interno del litorale sardo. Ha, inoltre, un ingente valore storico poiché ha assunto una funzione rilevante durante diversi avvenimenti legati anche alla storia recente, basti pensare alla suo riuso durante la Seconda Guerra Mondiale. |
Periodo di realizzazione | XVIII secolo |
Funzione in passato | L'idea di costruire tale torre prende avvio dal disegno di rafforzamento delle difese sarde messo in atto da Filippo II. L'opera fu, però, costruita solo a partire dal 1765, ma assolse alla sua funzione almeno fino alla seconda metà del XIX secolo quando iniziò la sua dismissione a seguito di un Regio Decreto che prevedeva la definitiva soppressione della " Regia Amministrazione della Torri". La torre fu poi nuovamente armata ed utilizzata durante la Seconda Guerra Mondiale per ospitare il personale della rete d’avvistamento costiero della Regia Marina. |
Elementi di rilievo dal punto di vista storico-documentale | La Torre di Cala Domestica non solo testimonia la presenza della dominazione spagnola, periodo in cui fu programmata la sua edificazione ma, essendo stata costruita durante il periodo sabaudo, è anche testimonianza dell'architettura difensiva di quel tempo. Sono, infatti, evidenti le differenze con le sue omologhe presenti, ad esempio, nel territorio di Tresnuraghes (Ischia Ruja e Columbargia). Un ulteriore valore storico deriva dal suo riutilizzo durante la Seconda Guerra Mondiale, il quale la rende testimone attiva di un altro periodo che ha segnato la storia dell'Italia. |
Nome autore | Gian Giacomo |
Cognome autore | Ortu |
Titolo | Il sistema di torri costiere in Sardegna (XVI-XVII secolo) |
Anno | 2017 |
Casa editrice | L'Erma di Bretschneider |
Codice ISBN | 978-88-913-1270-9 |
In | Storia della tecnica edilizia e restauro dei monumenti |
Nome autore | Foiso |
Cognome autore | Fois |
Titolo | Torri spagnole e forti piemontesi in Sardegna |
Anno | 1981 |
Casa editrice | La Voce Sarda |
Nome autore | Gianni |
Cognome autore | Montaldo |
Titolo | Le torri costiere in Sardegna |
Anno | 1992 |
Casa editrice | Carlo Delfino editore |
Codice ISBN | 978-88-713-8059-9 |
Nome autore | Flavio |
Cognome autore | Russo |
Titolo | La difesa costiera del Regno di Sardegna dal XVI al XIX secolo |
Anno | 1992 |
Casa editrice | Stato maggiore dell'Esercito |
Nome autore | Massimo |
Cognome autore | Rassu |
Titolo | Guida alle torri e forti costieri |
Anno | 2000 |
Casa editrice | Artigianarte |
Sito/URL | http://www.sardegnacultura.it/ |
Sito/URL | https://www.sardegnaturismo.it/ |
Sito/URL | https://parcogeominerario.sardegna.it/ |
Stato di conservazione | Pessimo |
Motivazioni del degrado | Aspetti strutturali (crolli), Superficiali (mancanza di intonaco.), Generali (abbandono) |
Descrizione dello stato di conservazione | Il bene, abbandonato per la prima volta nella seconda metà del XIX secolo, fu poi parzialmente recuperato per essere riutilizzato durante la Seconda Guerra Mondiale. Alla fine del conflitto la torre fu definitivamente abbandonata e, ad oggi, la muratura appare come estremamente fragile e presenta diverse porzioni in stato di crollo, soprattutto nella parte del coronamento. In particolare, in questo punto, non solo, come già accennato, mancano porzioni di muratura, ma anche alcune delle mensole in tufo che servivano a sorreggere l'impalcatura utilizzata per la difesa. L'accesso appare difficoltoso sia per i problemi statici che coinvolgono la struttura sia per l'instabilità del sistema di collegamento verticale risalente al periodo del Secondo Conflitto Mondiale. |
Proprietà | Soggetto pubblico |
Funzione attuale del bene | Il bene culturale in oggetto risulta essere in stato di abbandono. |
E’ raggiungibile da una strada? | No |
E’ raggiungibile da un sentiero? | Sì |
E’ possibile avvicinarsi? | Sì |
E’ possibile accedere all’interno? | No |
Indicazioni | La Torre è raggiungibile attraverso un sentiero dalla spiaggia di Cala Domestica e dalla Strada Provinciale 83. E' possibile avvicinarsi al bene poiché l'area non risulta essere recintata o interdetta, ma l'accesso al suo interno appare difficoltoso a causa dei forti dissesti statici e del precario collegamento verticale. |
E' aperto al pubblico? | No |
Annotazioni aggiuntive scheda | Non si registra la presenza di progetti di restauro e valorizzazione. |
Altre note | Arch. Angela Lato |
LISTA ROSSA ITALIA NOSTRA
Torre di Cala Domestica
Ci daresti una mano?
Regalati la tessera di Italia Nostra e donala ai tuoi amici per proseguire una storia lunga oltre 65 anni di iniziative, progetti e battaglie per il Paese.