Italia Nostra

Data: 5 Giugno 2018

Castel Lercaro ad Ovada (AL): segnalazione per la Lista Rossa

Indirizzo/Località: Strada Lercaro, 3 / Strada Novi, 3 – località La Lercara – Ovada (Alessandria)

Tipologia generale: villa

Tipologia specifica: ripetere lo schema delle numerose ville genovesi erette alla fine del ’500

Configurazione strutturale: Castel Lercaro, imponente struttura tardo-rinascimentale con grande torre quadrangolare di spigolo, è vincolato da più di un secolo (Notifica Min. 03/6/1908), anche l’area di rispetto al Castello dei Lercaro è sottoposta a vincolo (D.M. 19/5/1977).

Epoca di costruzione: sec. XVI

Uso attuale: intero bene: abitazione – stato di abbandono – bene messo all’asta per il fallimento della proprietà.

Uso storico: intero bene: abitazione/luogo di villeggiatura

Condizione giuridica: proprietà privata. In seguito al fallimento dell’ultima proprietà venne posta in liquidazione coatta e nel 2011 l’immobile fu messo all’asta per 412 mila euro, asta che andò deserta.

Segnalazione: del 25 marzo 2018 – segnalazione della sezione di Aqui Terme di Italia Nostra – aquiterme@italianostra.org

Motivazione della scelta: A poca distanza dal confine tra Silvano d’Orba (già Silvano Adorno) ed Ovada, il confine è quello stesso che secoli addietro divideva la Repubblica di Genova dal Marchesato di Monferrato del quale Silvano Adorno era un feudo. Castel Lercaro o più semplicemente “La Lercara” fu fatto costruire dal patrizio genovese Franco Lercaro q. Nicolò detto “il ricco” nel 1570 quale luogo di villeggiatura della famiglia in mezzo ad una vasta proprietà terriera già in suo possesso. […] Il passaggio dai Lercaro agli Imperiale – Lercaro avviene alla morte di Franco Lercaro che con testamento del 27 febbraio 1583 nominava erede del suo immenso patrimonio (nel quale era compresa “La Lercara” di Ovada) il cugino Giovan Carlo Imperiale e la sua discendenza primogenita con l’obbligo di assumere il cognome Lercari. […] Gli Imperiale – Lercaro (cui appartenne Francesco Maria, Doge della Serenissima nel 1683 – 85) continuarono a possedere “Castel Lercaro” fino a che dall’ultima della casata Giovanna sposata al Marchese Matteo Franzoni passò alla figlia Marchesa Battina Franzoni […].

Come costruzione “La Lercara” non fa che ripetere lo schema delle numerose ville genovesi erette fra il 1560 e la fine del ’500: pianta rettangolare (talvolta con ali per servizio), torretta su uno degli angoli del fabbricato, un salone da ricevimento coperto a volta vera o finta e di grande altezza, facciate ad intonaco liscio senza pitture e senza aggetti. La Lercara assomiglia moltissimo alla villa “Della Chiesa” a Pegli (della famiglia che ebbe il Papa Benedetto XV) dello stesso periodo e con identica torretta. Molte sono le ville costruite in quegli anni nel Genovesato simili a Castel Lercaro; si possono ricordare: Villa Spinola di San Pietro in Sampierdarena (seconda metà del ’500) con alto salone a volta e torre; […]. Villa Doria in Sampierdarena […] con torre; villa Centurione in Sampierdarena con torre; villa Rostan già Lomellini […] con una massiccia torre su un angolo; altre ville di Cornigliano, sempre con torre, (Gentile poi Bicley, Spinola poi Muratori, Spinola poi Dufour, Asplanati).» Giorgio Oddini, Palazzo Lercari ad Ovada, Urbs settembre 1999.

L’ultima discendente la marchesa Battina Franzoni Lercaro vedova Nossardi (1814 – 1883) lo lasciò alla città di Ovada affinché fosse adibita a casa di riposo: « Sarà nel Palazzo della mia tenuta, la Lercara, situato nel Comune di Ovada, eretto un Ospizio sotto il nome Ospizio Lercaro, per ricoverarvi i vecchi e i cronici di ambo i sessi, inabili al lavoro, nativi del Comune e Mandamento di Ovada e dei luoghi di Rocca Grimalda e di Silvano.»

Attualmente la sua fruibilità è impossibile causa il degrado delle strutture.

In anni recenti, dopo la costruzione dell’attuale Ipab, il “Palazzo” non più in uso venne ceduto – a saldo di un debito pregresso – alla Cooperativa Servizi Alessandrina che vi aveva svolto i servizi di lavanderia e mensa. In seguito a fallimento quest’ultima venne posta in liquidazione coatta e nel 2011 l’immobile fu messo all’asta per 412 mila euro, asta che andò deserta.

 

 

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