Indirizzo/Località: Pompignano SP 363 – Sanarica (Lecce)
Tipologia generale: edificio di culto
Tipologia specifica: chiesa
Configurazione strutturale: Chiesa Bizantina, ormai ridotta a rudere
Epoca di costruzione: sec. XIV
Comprende: edificio con facciata molto lineare, con un grande arco a sesto acuto; la planimetria è estremamente semplice ed è composta da due ambienti. l’ingresso con copertura a crociera ed un vano retrostante di cui si conservano solo le murature
Uso attuale: edificio pericolante
Uso storico: chiesa rurale, sorge probabilmente sui resti di un tempio pagano più antico
Condizione giuridica: proprietà privata
Segnalazione: del 11 febbraio 2019– listarossa@italianostra.org
Motivazione della scelta: La cappella di Santa Maria di Pompignano è una chiesa rurale risalente al XIV secolo e in parte crollata. L’edificio ha una facciata molto lineare, con un grande arco a sesto acuto; la planimetria è estremamente semplice ed è composta da due ambienti: l’ingresso con copertura a crociera ed un vano retrostante di cui si conservano solo le murature. A destra della parete absidale è riconoscibile un cippo di età romana.
Di proprietà privata, la chiesa è situata lungo l’antica strada che dal Centro Messapico presente nell’antichità presso l’attuale abitato di Muro Leccese, portava ad Otranto.
Edificio pericolante, anche se di grande suggestione, urge di interventi per salvare la parte architettonica ancora in piedi.
Sorge probabilmente sui resti di un tempio pagano più antico.
EVENTUALI RIFERIMENTI STORICO-BIBLIOGRAFICI
Luigi Maggiulli – Monografia di Muro Leccese, Santo Patella-Studio su Muro Leccese, Antonaci – Arte a Muro Leccese, Italia Nostra sezione di Muro Leccese – Guida a Muro Leccese
Santa Maria di Pompignano
Sono solo alcuni cenni storici a preservare la memoria di questo edificio religioso, non ancora consegnato all’oblio della memoria. Poche menzioni nelle visite pastorale del XVI secolo, periodo durante il quale la chiesa sfoggiava ancora un aspetto degno di un qualsiasi luogo di culto. Pochi possedimenti fondiari, costituiti da piccoli appezzamenti di terreno, alcuni alberi di ulivo, ed un cappellano, Palmerius Gramalatius, uno dei presbiteri della chiesa matrice.
Un grande edificio a pianta rettangolare di cui oggi rimangono solo pochi resti. Solo poche mura rimaste in piedi, le quali sembrano tenute insieme da un grande arco ogivale che ne segna l’ingresso all’unico “ambiente”, con volte a crociera, rimasto integro, anche se segnato da crepe e offeso da piccoli animali e dalla vegetazione. Labili tracce di decorazione pittorica, segni di crolli (uno dei quali ha evidenziato la presenza di una stele, forse di epoca romana, sul lato destro della zona absidale), porte che si aprono ovunque.
Originaria del X-XI secolo, unica navata, rimaneggiata più volte nel corso dei secoli, principalmente nel ‘400, periodo a cui risalirebbe il grande arco ogivale e le due finestre ellittiche poste sulle due pareti laterali. Probabilmente ricadente tra le strutture di competenza del prestigioso Monastero di Casole, ha conosciuto una fine comune a quelle di molti altri edifici religiosi del suo tempo: venne abbandonato a se stesso per poi essere interdetto al culto.
da: http://www.salogentis.it/2013/12/14/la-chiesa-di-santa-maria-di-pompignano/