Indirizzo/Località: loc. Monte Castellone – Pietramelara (Caserta)
Tipologia generale: area archeologica
Tipologia specifica: complesso di ruderi
Configurazione strutturale: complesso di ruderi con mura megalitiche a vario livello, estese per 900 mq.
Epoca di costruzione: sec. II a.C.
Comprende: si evidenziano resti di due edifici rettangolari, probabilmente sacri e di gallerie in muratura
Uso attuale: lo stato di abbandono in cui versa l’area fa si che il bosco sta riconquistando il sito archeologico e le radici di alberi e cespugli disgregano le murature ed abbattono le stesse mura ciclopiche. Il degrado avanza rapidamente e compromette la statica della due volte, millenaria testimonianza archeologica
Uso storico: santuario sannitico del II sec. a.C., a terrazzo, distrutto in età sillana
Condizione giuridica: proprietà pubblica. Sito sottoposto a vincolo archeologico
Segnalazione: del 30 ottobre 2018 – listarossa@italianostra.org
Motivazione della scelta: Monumentale complesso di ruderi, santuario sannitico del II sec. a.C., a terrazzo, distrutto in età sillana. Sulla pendice del monte Castellone un quadrato di rifinite mura megalitiche di IVsec. che circonda un complesso sotterraneo (le Grotte di Seiano o della Fate) esteso 900 mq, articolato in nove gallerie realizzate in opera incerta. In superficie, a nord delle Grotte, si evidenziano resti di due edifici rettangolari, probabilmente sacri e di gallerie in muratura. Le mura megalitiche si rinvengono anche a vario livello a ovest del complesso principale. Conosciute dal ‘700 (l’abate Zona nella storia di Calvi ne parla come di orride spaventevoli grotte dove i Caleni si rifugiarono durante il Diluvio Universale), descritte nell’ 800, sono state pubblicate con piante sezioni nel 1995.
La nuda proprietà del suolo è del comune di Pietramelara, ma sul bene insiste un censo o livello, ovvero un diritto reale che comporta l’obbligo degli utilisti di coltivare e migliorare il fondo e manutenerlo in corrispettivo di un esiguo canone.
Trattandosi di cespite collinare con assai esiguo manto di humus sulla roccia calcarea affiorante da molti decenni, come tutte le cesine circostanti date dal comune a livello, la coltivazione è divenuta antieconomica e del tutto è cessata.
Il complesso archeologico è comodamente accessibile dalla strada Pietramelara Rocchetta e Croce che lo sfiora sul lato sud.
L’esame delle fotografie aeree del 900 dimostra il rapido avanzamento del bosco ceduo di querce, lecci e cespugli che disgrega con le radici le murature ciclopiche di opera incerta. Cessate dagli anni ‘60 le coltivazioni e manutenzioni di aree, un tempo coltivate, sono oggi invase da bassa fratta spinosa. Le grotte sono il più cospicuo complesso sacro del Montemaggiore e l’abbandono le disgrega.
Il sito è sottoposto a vincolo archeologico ma in completo abbandono.
Data la posizione eminente ed elevata, in un contesto boschivo esteso ed intatto, il collegamento ottico col tempio Teatro di Monte San Nicola di Pietravairano, e viario al Ponte Roma di Assano e all’antica Trebula Baliniensis, data l’unicità della testimonianza, il complesso, già di proprietà del Comune di Pietramelara, può con modeste risorse essere decespugliato, e, con l’eliminazione degli alberi che infestano le mura può essere messo in sicurezza e restaurato. Data la facile accessibilità e la monumentalità può costituire un punto nodale di turismo culturale e naturalistico. Siamo infatti sulla via che porta agli eremi montani del SS. Salvatore di Madonna di Fradeianne.
Il costo dell’intervento è esiguo poiché il bene è già di proprietà comunale mentre l’abbandono e la violazione dell’obbligo di migliorare legittimano la revoca del livello, il contenimento periodico del bosco può essere facilmente assicurato dalla comunità Montana Montemaggiore.
La protezione dall’aggressione del bosco e la riqualificazione archeologica naturalistica con conversione dal ceduo all’alto fusto pilotato è praticabile e va estesa all’area delle mura megalitiche che a cascata sono a valle del muto ovest.
Il complesso, di eccezionale rilevanza può costituire un caposaldo di turismo culturale nella natura in dialogo, oltre che con Ponte di Assano e col Parco di Trebula, col Borgo Medievale Fortificato di Pietramelara, con gli eremi montani.