Italia Nostra

Data: 17 Settembre 2020

Torre d’Ammonte – Marino (RM): segnalazione per la Lista Rossa

foto di Ugo Onorati

Indirizzo/Località: Via Ferentum – Marino (Roma)

Tipologia generale:  opera difensiva e di incastellamento

Tipologia specifica: torre

Configurazione strutturale: torre di guardia denominata Torre d’Ammonte, dal vocabolo medievale Turris amonte, situata lungo l’antica via di accesso al castello edificato sulla rocca della collina durante il possesso della famiglia Frangipane. Il manufatto era parte di un sistema di fortificazioni murarie a valle, di cui restano numerosi resti visibili o inseriti nell’attuale tessuto edilizio

Epoca di costruzione: sec. XII

Comprende: nella stessa area insistono un antico fontanile mulierum e il santuario della Madonna dell’Acqua Santa del XII sec. su preesistenze antiche e altomedievali

Uso attuale: al momento la torre appare erosa di molto anche la sua parte acuminale, ribassata di almeno due piani, così come alla base la caduta della cortina di tufelli mette in mostra la struttura cementizia delle fondamenta, il tutto in uno stato di pericoloso abbandono

Uso storico: torre quadrata edificata nel 1200 posta a guardia dell’ingresso al castello su una primitiva cinta muraria e a presidio di quell’antico tracciato viario. Per questa sua funzione è stata chiamata Torre di guardia, altrimenti denominata localmente Torre d’Ammonte, a motivo di un trascorso vocabolo catastale, che ne definiva la posizione: Turris a monte, cioè posta alla base dell’altura montuosa

Condizione giuridica: di proprietà privata la torre non risulta vincolata

Segnalazione: del 18 agosto 2020 – segnalazione della Sezione Castelli Romani di Italia Nostra – castelliromani@italianostra.org

Motivazione della scelta

La torre si evidenzia all’ingresso di Marino, giungendovi da Castel Gandolfo, per la sua imponenza e per la caratteristica cortina a tufelli di peperino. Presenta al momento una grande pericolosa fenditura nella parte posteriore. Si può considerare un simbolo della Marino medievale, anche per le numerose testimonianze artistiche di un luogo dove l’opera della natura si fonde romanticamente con l’opera dell’uomo.

Nella stessa area insistono un antico fontanile mulierum e il santuario della Madonna dell’Acqua Santa del XII sec. su preesistenze antiche e altomedievali. In fondo alla vallata, suggestiva perché esente da insediamenti abitativi, nonostante la vicinanza del centro storico, percorsa da una marrana riferibile al Caput aquae di liviana memoria, sono visibili sulla sinistra gli antri giganteschi delle antiche cave di peperino, mentre sulla destra è il binario della linea Roma-Albano. La Torre insiste su un piccolo appezzamento ortivo abbandonato di privati.

Più in particolare: la torre si può raggiungere uscendo da piazza Matteotti nel centro storico di Marino dalla parte di via Cesare Battisti, e attraversata via Ferentum, si prosegue in ripida discesa lungo un’antica via medievale di accesso al castello. Sul percorso di questa profonda vallata (Valle del Barco), ai piedi della collina su cui sorge il paese ci troviamo immersi in un paesaggio fatto di boschi e di corsi d’acqua non molto cambiati, rispetto ai secoli scorsi. Lungo un sentiero che costeggia a destra incontriamo prima la suggestiva chiesa della Madonna dell’Acqua Santa, poi più giù il Fontanile mulierum, cioè il luogo dove per tante generazioni le donne marinesi andavano a lavare i panni, che è della fine del 1500. Infine, dopo altri 50 metri, incontriamo una torre quadrata edificata nel 1200 posta a guardia dell’ingresso al castello su una primitiva cinta muraria e a presidio di quell’antico tracciato viario. Per questa sua funzione è stata chiamata Torre di guardia, altrimenti denominata localmente Torre d’Ammonte, a motivo di un trascorso vocabolo catastale, che ne definiva la posizione: Turris a monte, cioè posta alla base dell’altura montuosa.

Nella descrizione fatta dal Tomassetti nel 1910, quando la torre ancora era più integra e visibile, si contavano sette ordini di fori di travature, corrispondenti ad altrettanti piani interni di abitazione, e un coronamento di merlatura guelfa. Sui fianchi, costruiti con mattoncini piatti di peperino, si vedevano distintamente le feritoie dei difensori in caso di assedio. All’interno la torre è completamente cava e vi si accede attraverso una postierla situata al termine di una stretta scalinata laterale incassata nel ripido pendio sul lato destro. Di dietro la torre presenta uno spacco verticale molto ampio da cima a terra, che pregiudica la sua stabilità. Affacciandosi all’interno si nota in basso una vasca circolare ampia quanto il basamento quadrangolare, nel quale è incamerata. Questo vano, fornito di acqua sorgiva, servì nel 1600 per un’industria di concia delle pelli, che durò per un secolo e mezzo. Dal 1773 la torre non fu più mantenuta per gli usi industriali e da allora risulta abbandonata a se stessa. Al momento appare erosa di molto anche la sua parte acuminale, ribassata di almeno due piani, così come alla base la caduta della cortina di tufelli mette in mostra la struttura cementizia delle fondamenta. A partire dalla fine del 1700, fino a tutto il 1800 e oltre con l’invenzione della fotografia, questa torre con l’adiacente lavatoio appaiono in molte stampe da incisione, disegni e dipinti di molti artisti viaggiatori del Grand Tour, essendo questo luogo particolarmente suggestivo per l’intreccio dell’opera della natura con quella dell’uomo.

La Torre è raggiungibile facilmente, scendendo lungo il sentiero che parte dal santuario dell’Acqua Santa, dopo un cammino di 200 metri su questa strada pubblica. Una piccola scalinata immette poi all’ingresso della torre, completamente cava all’interno, circondata da arbusti di un orto abbandonato. La fruibilità al momento è nulla, considerato il suo stato di pericoloso abbandono.

Il crollo rovinoso di questo manufatto medievale sarebbe una grave perdita per il patrimonio archeologico medievale di Marino e una ferita alle memorie identitarie della comunità. Oltretutto la precarietà del manufatto rappresenta anche una questione di sicurezza pubblica più volte segnalata alle autorità amministrative locali.

Le condizioni statiche della torre sono progressivamente peggiorate da 15 anni in qua. Il rischio concreto di un crollo imminente può essere scongiurato soltanto se si fa un lavoro di messa in sicurezza immediatamente e poi il restauro.

PROGETTO FINALIZZATO AL RECUPERO E USI POSSIBILI.

La realizzazione di un percorso naturalistico di un km. da realizzarsi lungo il corso d’acqua, che attraversa la valle dell’antica Selva Ferentina (oggi Barco Colonna) con le sue suggestioni mitologiche, naturalistiche e archeologiche. Crearvi un inedito “parco artistico-letterario” rievocante le innumerevoli illustri presenze dei viaggiatori del Grand Tour, attraverso la riproposizione delle loro testimonianze artistiche, mediante visite guidate, paline didattiche. In ogni caso, prima di un eventuale intervento di recupero e di restauro della Torre, occorre immediatamente porre in atto una messa in sicurezza del manufatto e dell’area interessata.

RIFERIMENTI STORICO-BIBLIOGRAFICI

Giuseppe e Francesco TOMASSETTI, La Campagna Romana antica, medioevale e moderna, vol. Quarto, Via Latina, ed. 1910, pp. 239 – 240 e 255 – 257.

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