Sebbene la nostra specie stia dimostrando di essere in grado di realizzare delle cose meravigliose, da cinque decenni siamo incapaci di gestire il modello di sviluppo che abbiamo creato senza danneggiare il supporto vitale che ci fornisce la sopravvivenza biologica. Al di là di tutti i buoni propositi, al di là dei convegni e dei trattati internazionali, indicatori ambientali cruciali quali la scomparsa della biodiversità e l’aumento delle emissioni climalteranti continuano inesorabilmente a peggiorare. Mentre la nostra economia tenta ancora di crescere, l’ambiente intorno a noi sta smettendo di sostentarci. Ciò nonostante, non siamo mettendo in atto dei significativi cambi di rotta. Come è potuto accadere che una specie così intelligente come la nostra si trovi oggi sulla soglia di una catastrofe ambientale, e come è possibile che non stia accennando a mettere profondamente in discussione i presupposti che l’hanno condotta in questa situazione estrema? Se osserviamo il nostro passato, possiamo accorgerci che stiamo commettendo gli stessi errori di tutte le civiltà che ci hanno preceduto. L’unica differenza è che questa volta, gli errori li abbiamo fatti e continuiamo a farli molto più in grande. Dobbiamo forse dedurre che siamo in grado di mandare delle sonde spaziali su Marte, ma non siamo capaci di imparare dalla nostra storia, facendo tesoro degli errori commessi?
Incontro presso la Sede Nazionale di Italia Nostra (viale Liegi 33 a Roma) con due classi del Liceo-Ginnasio “Giulio Cesare”: “Benvenuti nell’Antropocene” dialogo con Gabriele Poratti