Italia Nostra

Data: 19 Ottobre 2018

Condonite italiana: il lupo perde il pelo, ma non il vizio

L’art. 25 del DL 109 del 28 settembre 2018 su Genova sembra disciplinare una mera procedura per il recupero dell’abitato dell’isola d’Ischia danneggiato dal terremoto. È invece evidente che la norma varata sancisce l’ammissibilità al condono di tutte le istanze di sanatoria riguardanti le edificazioni abusive realizzate sull’isola nei 10 anni compresi tra il 1993 e il 2003, che non risultavano sino a ieri nemmeno proponibili secondo le prescrizioni delle leggi 724/94 e 326/03. Le limitazioni contenute nelle norme, di fatto cassate dal testo approvato, stabilivano espressamente l’inammissibilità di sanatorie nelle zone tutelate.

Come spiega l’architetto urbanista Luigi De Falco, delegato a seguire la vicenda ischitana per conto di Italia Nostra: «Tutti gli abusivi oggi beneficiati dalla norma del “nuovo condono”, vedranno legittimate le loro costruzioni illegali, godranno di forti riduzioni delle sanzioni previste dalle leggi, e beneficeranno pure dei contributi economici previsti per ricostruire quegli stessi immobili, danneggiati dal sisma, nelle zone gravate dai vincoli paesaggistici e nelle aree a rischio idrogeologico.»

Con il provvedimento varato, sperando di risolvere alla meglio il problema restituendo una casa “qualsiasi” ai terremotati, il Governo decide di rinunciare alla tutela del paesaggio, alla tutela idrogeologica, al diritto/dovere del ripristino della legalità violata sul territorio, all’obbligatoria acquisizione degli immobili abusivi al pubblico patrimonio e all’obbligatoria demolizione degli immobili realizzati in aree di tutela assoluta riconosciuta oramai solo sulle carte, decide di finanziarne la riparazione e la ricostruzione, legittimando quegli immobili e restituendoli ai loro abusivi costruttori.

Italia Nostra, nel porre in evidenza l’illegittimità costituzionale del predetto art. 25, il quale introduce una disposizione legislativa di favore per i residenti nei territori dei Comuni di Casamicciola, Lacco Ameno e Forio d’Ischia, confliggendo in particolare con i principi costituzionali di salvaguardia del paesaggio, auspica vivamente che il Parlamento vorrà cancellare con ferma determinazione il provvedimento e stimoli piuttosto il Governo a rimarcare il primato della pianificazione paesaggistica e territoriale. Infatti, soltanto attraverso i poteri commissariali sarà possibile accelerare l’approvazione della pianificazione di dettaglio prescritta dal Piano territoriale paesistico vigente, che verificherà la compatibilità dei volumi realizzati nelle aree sottoposte a vincoli di tutela, restituendo ai loro residenti quelli a pieno titolo sanabili.

Italia Nostra rivolge il proprio appello al Presidente della Repubblica e alle forze sane del Governo e del Parlamento affinché non vogliano perdere l’opportunità di trasformare una tragedia annunciata in una grande occasione per il riassetto razionale del territorio.

«Gli amministratori e i cittadini dovrebbero comprendere che costruire dove pare e piace, in barba alle buone regole edificatorie, non conviene, neanche agli speculatori,» dichiara la presidente nazionale Mariarita Signorini. «Lo stato comunque deve sempre garantire il rispetto della legalità, anche perché le norme su Ischia potrebbero valere anche per le altre aree terremotate del centro Italia, aprendo le porte a scenari inquietanti.»

 

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