Italia Nostra

Data: 12 Giugno 2013

Consumo di suolo: consumo di paesaggio

Occorre dare atto alla  “Associazione Stop al  Consumo di territorio”,  fondata da Domenico Finiguerra e Sandro Mortarino, ed al neonato Forum “Salviamo il Paesaggio Difendiamo i territori” di aver finalmente invertito una tendenza culturale ventennale che stava portando l’Italia a disinteressarsi del grande problema dell’urbanistica e del  governo del territorio.

Un problema che riguarda oggi, diversamente dal passato, contemporaneamente città e campagna. Un problema drammatico che oggi vede un Paese in cui convivono 60 milioni di persone in un territorio estremamente fragile, delicato, limitato e per di più cosparso, in ogni dove, di straordinari Beni Culturali. Con la peculiarità, di recente evidenziatasi, di un uso improprio, di una speculazione e di un abusivismo che dilagano ormai dalle città nelle campagne. Oggi grazie alla martellante azione dei citati Forum ed Associazione, la prepotenza espressa da una coalizione di unità nazionale, per la gran parte schierata con l’industria edilizia, pronta a consentirle tutto, non potrà facilmente vincere sulla pressante esigenza di conservare integro quanto rimane del suolo agricolo e naturale della Nazione.

Italia Nostra è ontologicamente, cioè sin dal suo concepimento, schierata sulla questione. E’ da sempre per una rigorosa pianificazione urbanistica, e per una prassi ed una normativa che consenta anche l’intervento diretto dell’Ente pubblico  sull’acquisizione e urbanizzazione dei suoli.  Cederna direbbe che questo è il modo di agire di una “Europa democratica e liberale”. Le norme approvate con la riforma costituzionale del 2001 prevedono la competenza concorrente sulla pianificazione del territorio. Allo Stato quindi il compito di dettare le regole generali. Agli enti territoriali quello di applicarle. La legge quindi può prevedere l’intervento diretto dell’Ente pubblico sull’acquisizione e urbanizzazione dei suoli. E questa per noi rimane la strada maestra.

Italia Nostra poi con la campagna Paesaggi sensibili, dedicata negli ultimi anni al paesaggio agrario ha rafforzato e specializzato la sua azione nella direzione della strenua difesa di quanto rimane di non urbanizzato del suolo italiano. Qui la tutela dello Stato può essere esclusiva, se un paesaggio rurale è individuato come bene culturale. Tale era l’impostazione del progetto De Petris al Senato del 2007, che occorre riprendere.

Oggi Italia Nostra insieme a tutte le Associazioni che stimiamo deve purtroppo fronteggiare i pericoli insiti nella “legge Realacci”:

  1. attribuzione ad ogni suolo di una cubatura quasi che essa fosse incamerata nel terreno fin dai tempi della Creazione;
  2. previsione cha la mera iscrizione in un Piano regolatore, addirittura prima della formazione di qualsivoglia piano Attuativo approvato, generi diritti acquisiti ed intoccabili: tesi aberrante che si è consolidata nella Roma di Rutelli e Veltroni;
  3. mancata individuazione di regole generali, obbligatorie per gli enti territoriali. Nel “testo Realacci” le parole: “può” e “possono” riferite ad essi, ricorrono 20 volte e l’unico obbligo reale è la monetizzazione dell’occupazione dei suoli. Le leggi, riteniamo, dovrebbero disporre, non argomentare.

Non basta, però, all’Italia solo chiudere una stagione di sprechi di territorio. Si tratta di tutelare i connotati della sua residua bellezza. Si tratta di tutelare terreni agricoli, che sono tra i migliori al mondo: l’export agroalimentare italiano da due anni supera l’export della meccanica. Si tratta di impedire che nelle campagne dilaghino non solo le “villettopoli”, ma anche un casuale spontaneo ed incontrollato uso dei suoli come parcheggi, depositi, attività commerciali, da quelle più minute agli abnormi centri, discariche più o meno abusive, apertura di strade nei modi più brutali, palificazione selvaggia delle reti elettriche e telefoniche, immane presenza di tecnologie per le fonti rinnovabili elettriche, che di “verde” avranno le modalità di produzione, ma non certo gli impatti sul territorio.

Su questo Italia Nostra farà sentire la propria voce, mostrerà le aberrazioni cui si è giunti e le azioni necessarie per la difesa di quel che resta del Belpaese.

Non solo consumare il suolo, ma difendere  strenuamente la “bellezza del paesaggio”.

12 giugno 2013

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Comunicato per la stampa del 7 giugno 2013

Consumo di suolo: il nostro dissenso alla proposta di legge n. 70

“Norme per il contenimento dell’uso di suolo e la rigenerazione urbana”: totale dissenso dal presidente di Italia Nostra, Marco Parini, per la proposta di legge n.70 del 13 maggio 2013, primo firmatario On.le E. Realacci

Italia Nostra, presa visione della proposta di legge presentata dal presidente della Commissione Ambiente alla Camera On.le Ermete Realacci, che ne è il primo firmatario, esprime totale dissenso per i contenuti in essa espressi che rischiano di compromettere definitivamente la concezione pubblica e programmata della pianificazione urbanistica italiana. Giudica la proposta non indirizzata alla vera tutela del territorio ancora non urbanizzato. Per Italia Nostra è l’ennesimo tentativo di avallare definitivamente a livello normativo nazionale i danni provocati dall’urbanistica contrattata utilizzata da Regioni e Comuni. Non è un caso che vi ritroviamo i punti contestati e bloccati nel 2008 della proposta di legge Lupi e che, per esempio, si rendono applicabili i diritti edificatori  fino ad oggi non ammessi dallo Stato (art.7 della proposta di legge n.70 E. Realacci).

Italia Nostra sostiene con forza la necessità di tutelare non solo le aree agricole ma l’intero territorio non ancora urbanizzato, incardinando la legge alla tutela dell’Ambiente che è ancora di pertinenza dello Stato come recita l’articolo 117, comma 2, lettera s.

Consideriamo necessario anche recuperare gli articoli più validi del disegno di legge presentato dall’ex ministro alle politiche Agricole del Governo Monti, Mario Catania.  In tutti i documenti mancano invece proposte che realmente sostanzino un contributo dello Stato per incentivare le attività agricole nel nostro Paese.  Per Italia Nostra, il demanio agricolo non va venduto ma assegnato a cooperative di giovani agricoltori che in Italia, come in tutta Europa, stanno aumentando.

Il Presidente

Marco Parini

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