Dati ISPRA consumo di suolo confermano rischio Transizione Ecologica incontrollata
L’annuale rapporto ISPRA sul consumo di suolo in Italia conferma, inesorabilmente, quanto Italia Nostra denuncia da tempo: la transizione ecologica rischia, se non accompagnata da adeguate normative di indirizzo, di produrre ulteriore consumo di suolo. Il fenomeno è dovuto principalmente all’installazione di impianti fotovoltaici su suolo agricolo, anziché – come chiesto dalla “Coalizione Articolo 9” che riunisce circa una ventina di sigle ambientaliste – su sedime e capannoni industriali o edifici delle periferie urbane. Il suolo perso in un anno a causa dell’installazione di questa tipologia di impianti sfiora i 180 ettari. Se non si ferma questo uso, ISPRA prevede un aumento al 2030 compreso tra i 200 e i 400 kmq di nuove installazioni a terra che invece potrebbero essere realizzate su edifici esistenti.
Questo stato di cose ha portato la “Coalizione Articolo 9” a denunciare sulla stampa il caso dellaTuscia, minacciata da impianti di centinaia di ettari a Tarquinia, Montalto di Castro e Pian di Vico. Ma a preoccupare è anche la situazione della Sardegna, dove sono stati ricoperti più di un milione di mq di suolo, (il 58% del totale nazionale dell’ultimo anno, come nota ISPRA) e laPuglia, che consuma in un anno per i pannelli fotovoltaici su terreni agricoli 66 ettari, ubicati nel piccolo comune della Daunia di Troia (FG), che così si è classificato secondo comune italiano per consumo di suolo del 2020, dopo Roma.
Per questo Italia Nostra chiede alla Camera dei Deputati e al Senato della Repubblica di individuare le aree idonee e non idonee alla localizzazione degli impianti eolici e fotovoltaici nei territori agricoli, collinari e montani, secondo l’art. 5 della legge delega europea n. 53/2021, che ne fissa i criteri. Questi prevedono, oltre alle tutele del paesaggio e delle aree agricole e forestali, l’utilizzo di superfici di strutture edificate quali capannoni industriali, parcheggi e aree non utilizzabili per altri scopi. Si ricorda inoltre che il decreto Semplificazioni deve uniformarsi all’art. 5 del Regolamento UE 2021/241 che stabilisce che il PNRR finanzi unicamente le misure che rispettano il principio “di non arrecare un danno significativo” agli obiettivi ambientali, compresa la biodiversità.
ITALIA NOSTRA