Italia Nostra

Data: 8 Settembre 2020

E’ corsa contro il tempo per il destino delle opere di Giueppe Cassioli nella cattedrale di Christchurch

Italia Nostra scrive alla Farnesina e al Mibact affinche’ il caso sia portato all’attenzione del governo neozelandese e si chiarisca il destino delle opere di Giueppe Cassioli detenute presso la cattedrale di Christchurch. E’ una storia che viene da lontano, nel tempo e nello spazio.

La decisione della demolizione della struttura risale a quasi un decennio fa ed è connessa al terremoto del 2011. Il sisma causo’ il danneggiamento di molti edifici in citta’, compresa la cattedrale cittadina, determinando crolli parziali o integrali. I morti registrati furono 185, più di 1000 i feriti. A fronte dei danni strutturali registrati, si decisero interventi piu’ o meno drastici. Nel caso della cattedrale fu stabilito l’abbattimento. Molte associazioni si schierarono in difesa del complesso ma il piano di demolizione della cattedrale sembra ormai giunto al punto di non ritorno.

Un punto nodale della questione sarebbe rappresentato dalla presenza in una piccola cappella del complesso, dell’altare realizzato dallo scultore fiorentino Giueppe Cassioli. L’artista, ben conosciuto nella cerchia degli scultori del suo tempo, grazie alla famiglia di appartenenza, il padre Amos fu pittore di buona fama e frequentatore anche di Edgar Degas e Jean-Jacques Henner, in Italia lascia molte tracce, tra le quali il monumento sepolcrale a Gioacchino Rossini in Santa Croce a Firenze.

Proprio quest’opera costituisce il modello di riferimento per l’altare della Cattedrale di Christchurch. Un modello che dialoga con riferimenti classici molto precisi. A fornire l’ispirazione all’artista sono infatti le opere della bottega dei fratellli Bernardo ed Antonio Rossellino per la bicromia dei materiali e l’impostazione generale che cita, per gli elementi scultorei, il tabernacolo di San Sebastiano ad Empoli. La conchiglia dell’abside deriva dall’analogo esempio del sepolcro di Filippo Lazzari in San Domenico a Pistoia, mentre le figure degli angeli sono ispirate alle cappelle del Cardinale di Portogallo in San Miniato al Monte a Firenze e la cappella Piccolomini nella Chiesa di Monteoliveto a Napoli. Per quanto riguarda la parte centrale dell’altare con il tabernacolo con gli angeli che reggono il trono, esso riprende due altre opere poco note dei fratelli Rossellino, il ciborio della chiesa di Sant’Egidio a Firenze e la cappella maggiore della distrutta chiesa di Santa Chiara a Firenze, attualmente ricomposta all’interno del Victoria and Albert Museum di Londra. La grande conoscenza e la capacita’ eclettica, permisero dunque a Cassioli di scegliere dei modelli che si inseriscono perfettamente all’interno degli interni della Cattedrale fino agli anni ’70 quando alterne vicende faranno in modo che l’altare trovi un’altra collocazione.

Oggi la corsa contro il tempo e’ volta a salvare gli elementi decorativi ancora presenti nella cattedrale, qualora non già oggetto di recupero, in quanto rappresentano un bene prezioso, volto a sottolineare la perizia e la grande conoscenza tecnica della quale si a’ avvalsa tutta una genia di pittori e scultori fiorentini, giunti con le loro opere ad animare una cattedrale nel cuore del nostro opposito geografico.

 

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