Fase 2 e mobilità. Per 4,5 milioni di italiani oggi si ritorna al lavoro. Su come raggiungere però il luogo di lavoro, c’è ancora moltissima disinformazione. Ne parliamo con Marco Gemignani, già vicepresidente FIAB.
D.) Gemignani, cosa si sta facendo in concreto nelle città per agevolare il ritorno al lavoro in sicurezza?
R.) Dalle notizie che abbiamo, a Milano stanno lavorando per nuove ciclabilli. A Roma, purtroppo, registriamo l’ennesima morte di un ciclista per la strada ad opera di un’auto pirata. Si ripropone quindi una situazione che già conosciamo bene e che di fatto, dopo il lock down e dopo le riflessioni conseguenti, ancora oggi vede una grande distanza tra le diverse realtà territoriali della penisola. A Roma, ad esempio, sono state tolte le ZTL ed è stato di fatto dato il via libera di nuovo alle automobili. C’è quindi una condizione di grande arretrattezza.
D.) Per quanto riguarda alcuni accorgimenti che possono essere facilmente posti in essere anche nel corso di questa emblematica FASE2, pensiamo alle zone 30. Cosa si può fare nel concreto?
R.) Un punto importante da affrontare, quando si tratta di interventi sulla mobilità, è quello relativo alla comprensione delle situazioni nella loro complessità. A Roma abbiamo un organico di polizia municipale sottostimato del trenta per cento, con un’età media piuttosto avanzata. E’ chiaro dunque in questa condizione diventa difficile poter attuare quegli interventi di repressione sulle condotte scorrette degli automobilisti. Si pensi che nella capitale il problema della sosta in seconda fila attanaglia tutte le aree della città ma non c’è personale di polizia municipale sufficiente per garantire un controllo specifico. Inoltre lo stesso problema riguarda gli orari di carico e scarico merci e il rispetto delle sedi per la fermata dell’autobus. Quindi uno dei primi punti sui quali intervenire sarebbe proprio quello delle assunzioni dei vigili nel corpo di polizia municipale. Ma bisogna tenere in conto che il comune dà anche messaggi contrastanti. Anziché investire decisamente su progetti di mobilità alternativa, predilige la Formula E all’Eur. Sempre la velocità anziche’ una mobilità su due ruote o alternativa.
D.) Sarebbe possibile attuare itinerari in sicurezza? Soprattutto bici e pedibus?
R.) Sarebbe possibile attuare molti progetti ma bisogna anche qui guardare la realtà nella quale siamo immersi. Anzitutto abbiamo difficoltà manutentive basilari. Basta guardare le condizioni nelle quali versano le aree attigue alle metropolitane romane e i servizi alle stazioni, tipo le scale mobili. Senza l’assunzione in carico di una manutenzione costante e seria non si possono prevedere innovazioni. Questo dimostra, ancora una volta, che si avverte l’esigenza di un coordinamento progettuale molto serio a livello istituzionale in primis.
D.) E pensare magari a piccoli interventi?
R.) Per quanto riguarda gli stalli, analizzando alcune fermate della metropolitana linea B della capitale, si notano discrepanze anche piuttosto evidenti. Abbiamo visto che a San Paolo il parcheggio coperto è sempre pieno e necessiterebbe anche di interventi ulteriori di ampliamento mentre a Laurentina (terminal della metro B n.d.r.) non abbiamo stalli coperti atti ad accogliere un’utenza vasta.
Se poi dovessimo paragonare i parcheggi di scambio di città diverse, basta assumere piccoli confronti. A Mestre c’è un biciparking da 600 posti. A Roma e’ in costruzione un parcheggio sopra i binari che prevede migliaia di posti per le auto, centinaia per le moto e nulla per le biciclette.
D.) Con la fase2 si possono prevedere ulteriori interventi migliorativi. Ad esempio per le metro?
R.) Ecco qui si può prevedere, dovendo attuare il distanziamento sociale, che si possa dare la possibilità di caricare la bici sui vagoni della metro. Al momento sarebbe una proposta sicuramente realizzabile.
D.) Concludendo, quali progetti si potrebbero mettere in campo nell’immediato, al fine di assicurare una mobilità dolce garantendo contestualmente il distanziamento?
R.) Sulle metropolitane si dovrà cercare un’implementazione della capacità di carico mantenendo sempre il distanziamento. Per quanto attiene invece i bus, si potranno garantire più corse grazie alla mole minore del traffico veicolare. L’esigenza di ripristinare le ZTL e di scongiurare l’invasione delle automobili in questo momento si rende ancor più stringente.