Italia Nostra

Data: 8 Settembre 2014

Gargano sott’acqua

Questa volta è toccato al Gargano, ma ormai la cadenza degli eventi alluvionali ci spingono a sostituire il Gargano con Liguria, Calabria, Marche, Abruzzo, Molise, Lazio, Trentino, Toscana. Il risultato non cambia, morti e distruzioni immani si ripetono con sistematica ripetitiva cadenza. Questa volta è toccato al Gargano e alle sue belle strutture ricettive ricavate negli alveoli dei torrenti o sulle loro immediate sponde, gli stabilimenti balneari con il loro costruito sugli sbocchi dei canaloni, i valloni “messi in sicurezza” con soldi pubblici e trasformati in strade per raggiungere le, altrimenti, inaccessibili spiagge, le abitazioni addossate alle pendici delle montagne. Il costruito dove non si potrebbe e dovrebbe costruire.

La natura si ribella chiede il suo spazio vitale e noi,dopo aver snaturato e deturpato i suoi luoghi, siamo qui a piangere i morti e ad elencare i danni subiti e, magari, a richiedere la ennesima calamità naturale. L’Enciclopedia Treccani della Scienza e della Tecnica, descrive così la calamità naturale”…. ogni fatto catastrofico, ragionevolmente imprevedibile, conseguente a eventi determinanti e a fattori predisponenti tutti di ordine naturale, e a loro volta ragionevolmente imprevedibili” (Franceschetti, 1973).

Ma si può ancora, dopo quest’ennesima annunciata catastrofe ambientale, parlare di calamità naturale quando la “ragionevolezza dell’imprevedibilità” è stata annullata nel tempo da tutta una serie di inascoltati appelli e denunce da parte delle numerose associazioni ambientaliste? Dovremmo noi, operatori d’interesse pubblico, chiedere i danni per “inascoltato allarme” e per “accondiscendenza” delle amministrazioni pubbliche verso soggetti portatori di singoli interessi. E in un circolo ormai divenuto vizioso: la quantificazione dei danni porterà all’esborso di denaro pubblico che nell’intento di arginare, creerà ulteriori danni al territorio, tanto nessuno controlla,  con la cementificazione degli argini e dei greti dei valloni, le muraglie di contenimento dei declivi montani, gli alveoli costretti da muri di  cemento, e ironia della sorte invece che riconsegnare i luoghi a madre natura, gli stessi saranno ulteriormente sacrificati alla logica del profitto e visto che ci siamo agli interessi particolari di alcuni… in attesa del prossimo nubifragio o calamità. E, nell’attesa il governo vara lo “Sblocca Italia”.

Ercole Guerra

Consigliere nazionale di Italia Nostra

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Leggi la nota della Vice-Presidente Teresa Liguori: 

“Quale prevenzione dei dissesti idro-geologici? Nel 1954 U.Zanotti Bianco chiedeva al governo seria manutenzione per il mezzogiorno…” (clicca qui)

 

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