Giorgio Todde è morto all’età di 68 anni dopo avere combattuto lungamente contro un tumore. Oculista di professione, aveva dedicato anche molte energie all’arte del narrare. Con il suo personaggio, l’imbalsamatore detective Efisio Marini, aveva dato vita ad una serie di romanzi che gli avevano valso un posto di primo piano tra gli esponenti della nouvelle vague della letteratura sarda. L’esordio nel 2001 con “Lo stato delle anime”, al quale erano seguiti i successivi romanzi “Paura e carne”, “L’occhiata letale”, “E quale amor non cambia” e “L’estremo delle cose”. A questa serie Todde aveva poi affiancato romanzi improntati a un noir metafisico ed esistenziale, come “La matta bestialità” ed “Ei”. Dopo il suo ultimo libro “Il mantello del fuggitivo”, era stato definito ‘Il più originale dei ‘noiristi’ italiani’ da Goffredo Fofi. Sempre attento alla vita culturale della Sardegna, Todde è stato uno dei fondatori del Festival letterario di Gavoi “L’isola delle Storie” insieme a Giulio Angioni, Michela Murgia e Marcello Fois.
Todde aveva impugnato la penna anche per denunciare la mala gestione della cosa pubblica, l’uso spregiudicato del territorio a fini speculativi e le aggressioni al patrimonio ambientale, collaborando con giornali cartacei e online.
La difesa dell’ambiente e del paesaggio e la sua passione per la bellezza della Sardegna lo accomunavano alla visione di Italia Nostra della quale era socio onorario.
Da ricordare la sua collaborazione, al fianco di Edoardo Salzano, alla stesura del piano paesaggistico della Sardegna nella giunta Regionale con Renato Soru Presidente di Regione.