Preveniamo lo scempio di un territorio di alto valore ambientale e paesaggistico
L’associazione Italia Nostra non è pregiudizialmente e ideologicamente contraria all’eolico.
E’ contraria all’eolico selvaggio, al colonialismo eolico, che arreca una permanente offesa al paesaggio a fronte di un insignificante contributo alla risoluzione del problema energetico.
E’ contraria in nome dell’art. 9 della Costituzione che recita: “La Repubblica tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della nazione”.
Beni culturali e paesaggio sono un patrimonio da tutelare in modo rigorosamente unitario.
Questa funzione identitaria del patrimonio culturale e del paesaggio è esplicitata ulteriormente nel “Codice dei beni culturali e del paesaggio” del 2004. Il patrimonio culturale, artistico e storico e il paesaggio sono visti come l’impronta della memoria, della storia e dell’essenza stessa della nazione. Il paesaggio – come ha scritto Benedetto Croce – è “il volto della patria”.
Un amministratore pubblico non può sottrarsi a questo obbligo costituzionale che impone di preservare la memoria e l’identità della Nazione e di tutti i nostri paesi. Quanto appena detto sul Codice rispecchia una sentenza della Corte Costituzionale dell’ottobre 2007.
L’art. 9 della Costituzione e il Codice dei beni culturali, nell’affermare che la Repubblica “tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”, confermano un rapporto di supremazia rispetto agli altri interessi, pubblici o privati.
Essi indicano uno speciale ‘status’ del patrimonio culturale e del paesaggio, eredità di affetti e di memoria pari a lingua e storia, parte integrante ed irrinunciabile dell’identità nazionale, termine di riconoscimento di questa identità.
Italia Nostra ritiene difficile che gli amministratori non si rendano conto del grave ed irreparabile danno che si provocherebbe al paesaggio nel pregevole territorio di Cerisano e di Marano Principato se questo fosse devastato da centinaia di torri alte fino a 150 metri circa, macro impianti industriali realizzati senza il consenso dei cittadini e senza un’accorta valutazione degli impatti ambientali e delle convenienze economiche.
Tale paesaggio offeso sarebbe un’eredità davvero pesante da tramandare alle future generazioni.
Questi amministratori non possono disconoscere che nel Codice del 2004 la tutela del paesaggio è priorità assoluta rispetto anche alla gestione del territorio. Sostengono questa tesi insigni giuristi, paesaggisti, scrittori, personalità del mondo della cultura, scienziati oltre che associazioni ambientaliste nazionali quali Italia Nostra che, con la LIPU ed Altura, sostengono le iniziative del comitato civico contro il progetto di impianto eolico “Serra Pizzuta ” della Enel Green Power da 62 MW sulla catena costiera nel territorio dei comuni di Cerisano e di Marano Principato.
Lì, 13 dicembre 2012
Teresa Liguori
Vice-presidente nazionale
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Italia Nostra aderisce alla petizione contro l’impianto eolico “Serra Pizzuta”
Italia Nostra, insieme a Lipu rende ed Altura, aderisce alla petizione contro il progetto di impianto eolico della Enel Green Power da 62 MW sulla catena costiera dei comuni montani di Cerisano e Marano Principato in provincia di Cosenza, in una zona di grande valore paesaggistico e naturalistico e con preesistenze archeologiche
Premesso
Che la Società Enel Green Power si accinge ad installare un impianto eolico da 62 MW in località Serra Pizzuta, in territorio montano dei comuni di Cerisano e Marano Principato, in provincia di Cosenza;
Che il progetto di che trattasi prevede un complesso di interventi diretti e di corredo così riassumibile:
installazione di 31 pale eoliche di altezza pari a 146,65 metri; interventi di ampliamento di superfici stradali per circa 17,5 km, con un movimento terra quantificabile in circa 57.000 m3; realizzazione di piazzole su cui installare gli aerogeneratori (pale) con impiego di 132.000 m3 di cemento; utilizzo di 1.334.550 kg di acciaio armato per le fondazioni; realizzazione di cavidotto per una lunghezza complessiva di 20 km, con un movimento terra di 130.000 m3; messa in posa di 990.000 m di cavi; realizzazione di 5208 m3 di pali trivellati per le pale, che ricadono in un area dove sono presenti 16 sorgenti, col rischio concreto di inquinamento delle falde acquifere;
Che l’area di sedime occupata dall’impianto si estende per circa 125 Ha, mentre la superficie realmente occupata dalle opere di cui al progetto è pari 5,7 Ha… (continua a leggere la petizione)
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Per approfondimenti:
Scarica il pdf sulle problematiche causate alle falde acquifere (NB. il file è di 4 MB)
Leggi gli articoli:
“Parco eolico, Cerisano si mobilita”
“Parco eolico sotto processo”. I cittadini vogliono chiarezza” da Calabria Ora del 02.12.2012
“Crociata di cittadini e amministratori contro le pale eoliche” da Gazzetta del Sud del 04.12.2012
“Parco eolico, il comitato si attiva” da il Quotidiano Cosenza del 05.12.2012
Gazzetta del Sud e Quotidiano della Calabria
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