Due iniziative per valorizzare le linee storiche e l’idea di treno come mezzo di scoperta del paesaggio. Si potrà andare da Rimini a Lecce nel maggior tempo possibile, o pedalare dove c’erano i binari
Tra borghi e villaggi rurali, ponti, viadotti e gallerie si snoda in Italia un patrimonio prezioso, in larga parte abbandonato: sono le vecchie linee ferroviarie dismesse, costruite tra Ottocento e Novecento. Migliaia di chilometri di ferrovie nate per far uscire dall’isolamento le piccole realtà italiane ma che da mezzo secolo dormono in attesa di una rinnovata sensibilità: alcune sono state abbandonate negli anni ’40-50, con lo sviluppo dell’industria automobilistica, altre più tardi, in seguito alle realizzazione di varianti del tracciato. Si trovano in zone del nostro Paese che restano fuori dall’asse ferroviario principale che va da nord a sud.
Per scoprirle e rivivere, nella natura, un pezzo della nostra storia, si stanno sviluppando iniziative interessanti che mirano a trasformare le vecchie ferrovie in percorsi verdi per viaggiare in modo slow, nelle campagne fuori dai grandi centri abitati. Un viaggio lento e meditativo dalle Api al Po e poi giù fino agli Appennini ed al mare, lungo le ferrovie costruire nell’Ottocento e nel Novecento per togliere dall’isolamento pezzi del nostro Paese… (continua a leggere l’articolo di Anna Maria De Luca da Repubblica.it del 25.02.2015)