Si riporta integralmente l’articolo uscito oggi sulle pagine della cronaca di Napoli del quotidiano “La Repubblica”
La camorra un cancro connaturato a Napoli. Guido Donatone
Italia Nostra intende lanciare un allarme per contrastare la malavita organizzata nella drammatica vicenda Coronavirus. Le responsabilità dell’attuale insediamento della camorra nel centro storico risalgono alle decisioni della società Risanamento, a cui il Comune di Napoli affidò la gestione degli espropri per non accollarsi il problema di procurare nuove case ai residenti non abbienti dopo il colera del 1888. Il Risanamento mise sul lastrico 80.000 famiglie povere, che si dispersero perfino nelle caverne di Monte Echia, e ricorse agli sventramenti. Contro di essi insorse solo il grande poeta Ferdinando Russo, che scrisse la sconvolgente poesia O’ sventramento. Ma ad alcune famiglie consolidate il Comune fu costretto a concedere precise aree dei quartieri popolari: lo scrive Isaia Sales in “Le strade della violenza” (2006), un libro illuminante sulle cause e la storia della camorra: l’autore ha acutamente individuato tra le cause della più radicata organizzazione in società di camorra della plebe napoletana la sua espulsione coattiva dall’area interessata al Risanamento, e la “concessione”, quali “enclaves extralegem” di aree dei quartieri popolari del centro storico, dove risulta radicatamente insediata e non vi può entrare nemmeno la polizia. Da questi fortini incontrollati partono gli ordini delle “stese”, degli assalti selvaggi agli ospedali fino agli spari contro i carabinieri della Pastrengo, oltre le attività di “pizzo” eccetera. In qualche modo la classe politico-amministrativa napoletana ha di fatto autorizzato che la plebe – che non poteva fare diversamente – si trasformasse in malavita organizzata. La città ha un cancro connaturato. Vogliono prenderne atto le autorità di governo, quelle politico-amministrative, la polizia i carabinieri, la Finanza, l’Esercito?