Il 14 dicembre a Roma si รจ svolto il convegno “Centri storici e futuro del Paese” per presentare la prima indagine conoscitiva sui centri storici dei 109 Capoluoghi di Provincia italiani realizzata da ANCSA – Associazione Nazionale Centri Storico-Artistici con la collaborazione del CRESME. Era presente il nostro Consigliere Luigi De Falco, del quale pubblichiamo un resoconto.ย L’indagineย “Centri storici e futuro del Paese”ย รจ disponibile sul sito di ANCSA:ย http://www.ancsa.org/admin/contents/it/archivio/news-e-iniziative/95_doc.pdf
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Il 14 dicembre lโANCSA ha presentato a Roma la pregevole indagine, svolta dal Cresme, sullo stato dei Centri storici delle cittร capoluogo delle 109 provincie italiane. Esso espone e mette a confronto i dati censimentali raccolti nel 2001 e nel 2011 utili per comprendere lโevoluzione decennale dello stato dei nostri principali centri storici, sotto i vari aspetti commisurati allโandamento demografico e generazionale, occupazionale e strutturale. Alla presentazione del lavoro illustrato dal presidente Bandarin, hanno preso parte il Ministro Franceschini, il presidente della Commissione Ambiente alla Camera, Realacci, quello della Commissione Cultura, Nardelli, i sindaci dei comuni di Gubbio, Savona, Bergamo, Palermo, Lecce, Cosenza. Particolare utilitร hanno rappresentato gli interventi dei sindaci che hanno riportato le esperienze dei loro territori. Ma particolare sconcerto ha provocato il sindaco di Cosenza che nulla ha riferito delle recenti dolorose vicende della sua cittร storica, dove proprio pochi mesi fa egli ha firmato le ordinanze di demolizione di sei edifici, aprendo una ferita lacerante nel cuore di un centro storico giร minato da decenni di incuria e indifferenza politica, mostrando come anche lโattuale gestione politica della cittร , al sesto anno continuativo di governo, non sembra abbia sortito โsul centro storico- altri esiti allโinfuori delle demolizioni effettuate e quelle ulteriori pure disposte e fortunosamente bloccate dalla presa di posizione della Soprintendenza, risvegliata dai giornali.
Il presidente ANCSA ha sottolineato quanto la politica di tutela dei centri storici in Italia risulti โpolverizzataโ nella miriade di politiche locali che trovano le piรน disparate espressioni nelle normative regionali e negli strumenti urbanistici comunali, anche per effetto dellโeccezionale eterogeneitร dei nostri centri storici, tra nord e sud della Nazione.
Bandarin ha ricordato gli sforzi in atto in Francia o negli Stati Uniti per ridurre le pressioni del turismo sui centri delle cittร , disciplinando le nuove attivitร commerciali al fine di tutelare le tradizionali. A riguardo, รจ intervenuto il Ministro Franceschini che ha ricordato le iniziative del Governo tese a offrire ai sindaci la facoltร di regolamentare i flussi turistici nelle cittร storiche (evitando lโintroduzione di ticket a pagamento per lโaccesso), individuando zone nei propri territori, dove disapplicare le norme di liberalizzazione del commercio, cosรฌ arginando la proliferazione degli ambulanti o dei negozi di paccottiglie, dei venditori di souvenir di produzione asiatica, o ancora di b&b o case vacanza, che hanno determinato la crisi di settori dellโeconomia tradizionale allโinterno delle cittร storiche.
Ulteriori vantaggi alle attivitร economiche storiche sarebbero costituiti, secondo Franceschini, dallโintroduzione nella legge di bilancio, di una โtax creditโ a favore delle librerie che prevede una detassazione tra 10 e 20 mila euro lโanno, per sostenere attivitร di grande importanza per la vita culturale delle cittร storiche.
A fronte di tali pur significative iniziative, va rilevata poi una temeraria dichiarazione del ministro per il quale la politica sarebbe cosรฌ pervenuta ad assicurare la tutela diffusa dei centri storici e sarebbe quindi giunto il momento di lavorare alla loro valorizzazione. In tal senso, a suo dire, assumerebbe importante significato assicurare nuova architettura di qualitร allโinterno dei tessuti antichi delle cittร , superando un diffuso โtabรนโ che ha sinora impedito di garantire continuitร al processo di stratificazione nelle cittร storiche, che per millenni ne ha caratterizzato il disegno.
Il ministro ha fatto lโesempio di 4 o 5 siti (senza dire quali) dove ben vedrebbe nuove architetture contemporanee, cosรฌ colmando โsignificativi vuoti urbaniโ ed ha annunciato un programma teso a sperimentare nuove metodologie dโintervento di recupero del patrimonio edilizio pubblico e privato, comprensivo della nuova edificazione, e di ridisegno dellโarredo e della scena urbana in una nuova chiave di valorizzazione dellโimmagine storica delle cittร , da sperimentare su comparti individuati allโinterno di altrettanti significativi centri storici del sud Italia.
La presidente della Commissione Cultura ha ribadito lโesigenza di โsuperare la logica della tutela a oltranzaโ, privilegiando invece nuovi processi di valorizzazione e fruizione delle cittร storiche che prevedano lโinnesto di nuova architettura. Al principio si รจ associato il presidente del consiglio nazionale degli architetti, Cappochin, il quale ha illustrato una proposta tesa ad assicurare, con i concorsi di progettazione, la giusta qualitร dei progetti.
Insomma, si stanno prefigurando nuovi preoccupanti scenari per le cittร italiane, che fanno sperare ben diversi e piรน qualificati metodi di approccio culturale al patrimonio edilizio storico, a tal punto conseguibili solo grazie a un forteย rinnovamento delle rappresentanze politiche nazionali.
Tramontato illusoriamente lโincondivisibile modello culturale berlusconiano di sviluppo, risulta deludere la deriva dellโattuale sinistra italiana la quale giunge a far concludere che quella che rappresentava storicamente una sua prerogativa – ovvero la difesa del primato della corretta pianificazione e della tutela del territorio – debba risultare ormai solo prerogativa di poche e apparentemente anacronistiche โanime belleโ.
Luigi De Falco
Giunta esecutiva nazionale di Italia Nostra