Italia Nostra

Data: 23 Novembre 2010

Italia Nostra ripensa l’energia

Italia Nostra ha presentato il Primo Rapporto Nazionale sull’energia a
Milano, presso il Museo di storia naturale. La questione energetica è
stata analizzata da Italia Nostra in tutti i suoi aspetti, ma con
un’attenzione particolare alle ricadute delle varie fonti sul
territorio e il paesaggio. Ciò porta a considerare prioritaria una
seria pianificazione nazionale dell’energia, e la necessità di
prendere sul serio le leggi di tutela e il ruolo delle Sopraintendenze
nelle decisioni di locazione di nuovi impianti di produzione
energetica sul territorio. Ciò a cui si assiste invece – osserva
Italia Nostra – è la totale deregulation del settore, che per impianti
piccoli agisce con una semplice DIA. Le ragioni pure importanti della
produzione non possono prevalere su quelle costituzionali della tutela.
Proprio perché ogni fonte energetica ha ricadute potenzialmente
critiche sul territorio, Italia Nostra afferma con forza la priorità
del risparmio e dell’efficienza energetica: come si suol dire, il
Megawatt migliore è quello non prodotto e non consumato, il Negawatt.
Consapevole delle ricadute ecologiche e sanitarie delle fonti fossili,
Italia Nostra sente l’urgenza di una road map per la fuoriuscita
dall’economia del petrolio, del gas e del carbone. Un processo che
sarà lungo e complesso, ma che va assolutamente avviato. La soluzione,
però, non è il ricorso – pericoloso, costoso e inquinante nei secoli e
nei millenni (le scorie) – all’energia nucleare. Il ricorso alle
rinnovabili integra l’interesse prevalente per il risparmio e
l’efficienza energetica, a patto che queste siano assolutamente
integrate a edifici e infrastrutture A questo proposito Italia Nostra
propone di modificare il regime degli incentivi per favorire solo
questi usi virtuosi e non impattanti delle rinnovabili. Critica è
invece l’associazione sul business dell’eolico, che ha già prodotto
numerosi scempi sul paesaggio. Su tutti questi progetti bisognerebbe
far valere una moratoria. Geotermico e biomasse sono altre due fonti
che si stanno sviluppando in Italia, e anche per queste bisogna
prestare molta attenzione ai possibili impatti territoriali. Per
questo italia Nostra propende per centrali a biomasse di taglia molto
piccola (intorno a 1 megawatt), per evitare sovrasfruttamenti
forestali o di altre colture come avviene ora nel Parco della Sila e i
altri luoghi. Ancora peggio l’uso energetico degli inceneritori, che
la legge italiana spaccia scorrettamente per fonti rinnovabili. Infine
il documento di italia Nostra propugna un aumento di investimento in
ricerca: il risparmio energetico e le rinnovabili in particolare
beneficerebbero di una maggiore ricerca scientifica, volta a
innovazioni caratterizzate da maggiore intensità energetica e minore
impatto. Anche il controllo partecipato e democratico sulle fonti e la
politica energetica deve essere rafforzato, sia togliendo la norma che
estende il segreto di Stato alle centrali elettriche, sia istituendo
un’authority di monitoraggio e controllo indipendente dal governo
centrale e da quelli regionali.
Nella conferenza, che si è svolta il 22 novembre a Milano, alla
presentazione del rapporto hanno fatto seguito una serie di
approfondimenti sul tema energia: Roberto Gerbo di Intesa Sanpaolo ha
raccontato come una grande azienda realizza il risparmio e
l’efficienza energetica, osservando come una maggiore attenzione
(anche in termini di incentivazioni) dovrebbe essere riservata
all’efficienza energetica delle macchine d’ufficio, responsabili di un
grande consumo energetico (il dipendente di una azienda consuma 6
volte di più di un cittadino nel suo ambiente domestico). Pietro Greco
(giornalista scientifico e scrittore, condirettore del webjournal
Scienzainrete e autore del recente libro “La risorsa Infinita”) ha
spiegato l’insostenibilità dello sviluppo e che ruolo giocherà
l’energia nella prospettiva di una prosperità senza crescita, ma
basata sull’economia della conoscenza. Sergio Vellante, ordinario
dell’Università di Napoli è tornato sul tema dello sviluppo e dei
consumi spiegando che cos’è la bioeconomia (cosa diversa dall’economia
della decrescita di Latouche) e quale sia l’importanza in questa
cornice della tutela della biodiversità e della questione energetica.
Infine Vincenzo Balzani (Accademico dei Lincei e Università di
Bologna), vincitore del premio Galileo con il libro “Energia per
l’Astronave terra”, ha affrontato il tema della produzione e del
bisogno di energia su scala planetaria, nelle molteplici connessioni
con le diseguaglianze fra paesi ricchi e poveri, e della necessità di
fuoriuscire il prima possibile da un’economia basata sulla combustione
delle fonte fossili, che oltre ad essere in via di esaurimento,
compromettono la salute del Pianeta.

Leggi il Primo Rapporto nazionale

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