di Edo Ronchi, Presidente della Fondazione per lo sviluppo sostenibile
Il nucleare è più costoso e non regge la concorrenza né delle centrali a gas, né di quelle a carbone
“Pochi ancora oggi credono che il nucleare produrrà energia così economica da non potersi neppure misurare, ma la percezione che sia una fonte conveniente è ancora ampiamente diffusa, nonostante tutte le prove contrarie emerse nel Regno Unito negli ultimi 20 anni”. Così scrive Steve Thomas, professore di politiche energetiche dell’Università di Greenwich (rivista Energia, n. 2, giugno 2010). Non solo nel Regno Unito: in Italia la convenienza economica della produzione di elettricità con le centrali nucleari è ritenuta un’ovvietà. Nelle bozze elaborate dal Ministero dello sviluppo economico del ”Nuovo programma nucleare italiano”, per esempio, si afferma che “la costruzione delle nuove centrali elettronucleari consentirà di fornire elettricità a prezzi più convenienti, a tutto vantaggio delle famiglie e del sistema produttivo”.
Lo scorso febbraio il Presidente Obama ha approvato una garanzia pubblica per un finanziamento di 8,3 miliardi di dollari a favore di un’impresa privata, la Southern Co, per la costruzione in Georgia di 2 reattori nucleari (AP 1000 della Westinghouse, di 1.100 MW ciascuno). Viene spontanea la domanda: “Ma se il nucleare è conveniente, come mai per ripartire con la costruzione di nuove centrali negli USA, ove da anni non se ne costruiscono, richiede un sostegno pubblico così consistente?” Poiché i costi dell’energia elettrica prodotta con nuove centrali nucleari sono stati a analizzati in importanti Paesi industriali, sarebbe bene conoscere gli esiti di queste valutazioni, di quelle più recenti. (…) Leggi tutto il rapporto