Italia Nostra

Data: 28 Luglio 2021

Sicilia, o cara. Musumeci smantella il sistema siciliano di tutela dei beni culturali e del paesaggio?

Segesta

La Regione Siciliana sta per varare l’ennesima riorganizzazione dei Dipartimenti regionali, sotto la scure dei tagli di dirigenti richiesti dal Governo nazionale. Ma, come ormai avviene da più di un decennio, l’attuale Giunta regionale, presieduta da Nello Musumeci, coglie l’occasione per smantellare il sistema siciliano di tutela dei beni culturali e del paesaggio. Al momento si tratta di una proposta avanzata al tavolo di concertazione con le organizzazioni sindacali.  

 

La bozza in discussione

La bozza in discussione prevede le seguenti proposte. 

1) Le sezioni tecnico-scientifiche previste per legge (L.r. 80/77 tuttora vigente), vengano accorpate in due sole mega unità operative, che assommano l’una le competenze sui beni architettonici, storico-artistici, paesaggistici e demoetnoantropologici, l’altra quelle sui beni archeologici, archivistici e bibliografici. Quindi, competenze specialistiche le più diverse, per le quali il Codice dei Beni culturali e del Paesaggio prevede si debba attribuire la responsabilità ai distinti professionisti dei beni culturali (art. 9bis), saranno affidate in Sicilia a dirigenti generici del ruolo unico che potranno essere agronomi, geologi o altro. 

2) I parchi archeologici, ad esclusione dei maggiori (Agrigento, Taormina, Piazza Armerina, Siracusa), avranno al loro interno un’unica unità operativa, che dovrebbe assolvere a tutti i compiti dell’istituto: gestione del personale, contenzioso, gare e contratti, contabilità, ufficiale rogante, ricerca scientifica, fruizione, valorizzazione, gestione dei siti dipendenti, manutenzione e restauro… Scompare dunque la distinzione tra ruoli amministrativi e ruoli tecnico-scientifici, accorpati in un unico ufficio e sotto un’unica responsabilità che sarà anche qui affidata ad un dirigente generico che potrebbe non avere alcuna attinenza con i beni culturali. 

Eppure la soluzione ai gravi guasti dell’amministrazione regionale dei beni culturali, lamentati ormai da più parti, potrebbe essere semplice e immediatamente praticabile: applicare le leggi regionali e nazionali e tornare ad affidare la tutela del patrimonio culturale ai professionisti indicati dal Codice, assegnando ai funzionari direttivi archeologi, storici dell’arte e via dicendo, la responsabilità delle rispettive sezioni disciplinari, come avviene nel Ministero.  

Le richieste delle associazioni

Perché non si adotta questa soluzione, richiesta dalle nostre e da altre associazioni in molte sedi, che farebbe peraltro diminuire drasticamente il numero dei dirigenti? 

Sorge il dubbio che alla Giunta regionale non interessi risolvere i problemi dei beni culturali siciliani, ma piazzare soltanto, a proprio piacimento, i dirigenti regionali, senza alcun rispetto per meriti e competenze. 

Chiediamo pertanto alle forze politiche e sindacali di scongiurare l’ipotesi di una tale, nociva riorganizzazione del Dipartimento regionale dei beni culturali e di trovare, insieme alle associazioni competenti, la soluzione amministrativa rispondente alle leggi e alle necessità di rinascita del sistema siciliano di tutela del nostro patrimonio culturale. 

 

 

Associazioni proponenti 


Italia Nostra | Ebe Giacometti, Leandro Janni, Michele Campisi 

 

Associazione Ranuccio Bianchi Bandinelli | Rita Paris  

 

Associazione Memoria e Futuro | Adriana Laudani  

 

Confederazione Italiana Archeologi | Enrico Giannitrapani  

 

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